Critica Sociale - Anno XIX - n. 5-6 - 1-16 marzo 1909

CRITICA SOCIALE 73 pio 1 quelle parti dell'ufficio rli iscrizioni elettorali cm µossono e~ser adatti i inctlricarli della distri– buzione dei libri di propaganda, dar loro delle bibliotechine ili cui cura'lsero la diffusione fra gli ,Jperai; farli cooperatori dell'Università popolare e <lel P,·o Cllflti,·a; trovar fra loro i più idonei a òi\·enir maestri fle~li operA.i nellP scuole serali; farne gli strumenti, non ciechi, ma consapevoli e volonterosi, dell'opera di irradiazione socialista.: forse non t, funzione òegua e1l altissima? E accm~tare i coetanei del popolo, tener vi ve le relazioni 1lella scuola., intendere la bellezza morale del Socialismo e fa.rsene una nobile milizia, servire il proprio ideale con uua con,lotta, non d'asceti e di frati, no, ma di gente che compren<le la vita nelle sue leggi imperiori e p1·ofon<le, nell'armonia fra il piacere e il dovere, fra l'og-gi e il domani, fra l'individuo e la. ROciotà, f'ra l'uomo e la specie, con lieta sanità dignitosi~? Io vorrni che i "giovani socialisti "' ma.gari fienza discutere Pherveismo nè conoscere uulla della crisi del l\[urrismo, si propo· nessero d'essere in og-ni luogo i giovani più sani, più forti, più sereni, più " uatnrali ni più sinceri, più leali, più corngg-iosi, costituissero una, società ginunstica fisico-morale, proibissero ai soci i ciuffi lunghi e i colletti altissimi.. ... e si preparassero per 11uesta via a lliventarn dei "socialisti"' interi e dritti, <lall'anima. fiera e gentile. Ma io faccio dt•lla nwtafìsica e probabilmente dei circoli, non giovanili, ma viziosi. Epperciò, punto, e basta. G. ZlBORDI. TEORU~ SINDACALI'' Stavo 1>reparaudo per un Congresso d'Impiegati una Relazione 80pra le più gravi questioni teoriche delle organizzazioni, quando Heppi che il Congresso si mu– tava per ora iu Convegno. 'francato il mio lavoro, non vorrei che andl\!l!IOperduto quel che ne avevo prepa– rato. È cosi prozio8o L... E !o affido alla Cl'itica Sociale. ¾ 1. Partiti politlcl e associazioni professionali. -– Nou parlo dei partiti che ra.1>presentano alcune affi– nità. cl'iutoresiti, e che nel P.i.rlamenti usurpano questo nome, che loro non compete (gli agrari, gli industriali, gli armatori, l latifondisti, eec.)j e neppure parlo delle associazioni, che, pur reclutando i loro sooi in uua sola profe<J~ioue,hanno un fine che uon è determinato dal– l'e,.sere di questa o quella profe11sione: cioè dal vincolo sociale (mutua Msisteuza, mutuo soccorso, coopera– tive, ecc.). Considero invece i partiti In un senso idealista, che può parere arretrato, dopo tanto materialismo econom,ico i ma che, se anche 110nsembri tutto vero, è di certo una parte di vero. Secondo questo concetlo 1 i partiti politici rappresentano uua afùnità psicologica o dottrinale nella concezione della vita sociale: cioè nella politica, che è, come teorica, una certa interpretazione dei bisogni at– tuali io npporto al tipo vagheggialo di vita. sociale i in pratic11 1 hl scelta delle soluzioni che paiono più ac- couce a raggiungere la meta, tra il pullulare de1le con– tingenze occorrenti. Il dire che i partiti sono la veste politica delle classi economiche non contrasta alla mia definizione, in quanto ogni condi&ioue economica plasma una propria psico– logia collettiva; ma non MOitituisce tutta la definizione, percbè resta escluqo l'elemento sentimentale o teorico, che spinge individui della ste.ssa cla~se in pertiti di– versi. Le aqsociazioni profe~sionali, invece, aggruppano gli uomini a seconda delle arfioitA economico-giuridiche (contratto di lavoro i contralto di impiego) e, più parti– colarmente, delle affinità. profes1tio11ali.Quindi abbiamo la Confederazione del lavoro, quella degli impiegati, quella dei lavoratori della terra, ecc, e più intimamente lo Leghe dei motallurgioi, dol libro, delle arti edili, o dei po~tali-telegrafici, dei mae1;tri, dei doganali 1 ecc. Ai partiti politici appartiene a.dunque l'azione aui– malrico e dirotti va della viti~ nnzionale; e appartiene per due ragioni: ch'es'li hanno un contenuto di neces– sità idealo e una visione sin teti c..'\ della vita del paese. Alle a~sooiazioui profes:tlonoli compete la tutela eco– nomico-giuridica dei loro aderenti e l'elaborazione tec– nica dei problemi inerenti alle professioni ch'esae rap– presentano. Ma 1 quando, come nel ca~o nostro, queste profes-.ioni sono l'esercizio d'un potere o d'un servizio pubblico, l'esperienza tecuica di tali a~sociazioni si svolge sopra ratti che formano d'orJinario oggetto del– Patlenzione dei partiti, io quanto es..iipartecipano o con• tra.stano all'aiione dell 1 organo eminentemente politico della nazione, che è il Governo. Fino a non taolt.i anni f~ i partiti svolsero gran parte dell'opera che ò propria delle a-1sociazioni professionali: tipico eaempio il partito i!OCiail<Jta, al quale la Confe– derazione del lavoro tolse appunto quelle fonzioni che non gli erano pertinenti, ma inilieme tolse molte cause di incertezza, u.ozi di smarrimento, nella condotta com– plessiva. Oggi è dovere della clnsso degli impiegati di avo– care a !!è quella parto dì operosità, che è più sua, e che andava - talora fastidiormmente - implora.odo da questo o qnel partilo politico. I quali poi, fra qual– che raro 0>1anua 1 ne ricevevano per compen<,orimbrotti e IL\alumori; appunto perchè uon è loro ufficio risolvere la condi:done del ruolo a della classe b degli impie– gati e, in confronto al ruolo x della classe ~– Coordinando le duo azioni, si gioverà ad entrambi questi enti: i partiti politici riceveranno nutrimento di problemi tecnicamente maturati dalle as:1ociazioni; queste riceveranno eccitamento ideale, a volgere l'o– pera propria a un fine di pubblico interes.::e, dai par– titL Gh uni si salveranno dall'essere fragorose cicale 1 vuoto vesciche canore, clamant.i alcun che non cono– :1ciuto o non saputo ottenere i le altre si salveranno dall"essere circoli chiusi, caste sociali aride ed egoiste nella loro sle'-Sll collettività.. Questo fine ci ò ispirato prima di tutto dall'essere uoi uomini di partito i da questo venimmo alla vita as-1ocialiva 1 io questo ponemmo le nostre fedi giovanili, temprÌi\lUO la volontà. virile, 1mebbiamo lo stanco scet- ('l l'ulllllloh\1tmo i11rn11to11orHto uollll rt1llrloa do\l',lttuatità, rorohli tichuno di qualche ora. È anch'es~o un ultimo frutto c 1180 mu&tra, lndlrnttumontl1, l'ordlno dol !!"!ornoiiroi)osto dallo stesso di quel la coucezione generale della vita, che io dissi carmra 1101 c:onv 1,gno ulllmo dollfl ConfodC'raz\one <1egll Impiegati. es.-1oroPes'!enza. delll\ politica: Ò l'incarnazione delPi- da 1101riferito net fmtolcolo uor11,o o 1ior tal ,·Il\ 81 riconnett~ e I deale 1~elrealej o le as!iociazioni professionali non pos: alla rcoonto cn.mpn11nn ahittMalt, ella qul\!e Il terna del rlnno,a- iwno divenire non poltt1che, senza strappare metà d1 ;~;~':. ~e~~ 1 :r~:~~t:r~~b;:; 1: ~ 1 ~;:;t,~~::n~::•~;~•:::~ 1 ;;,/~ 1~~ ~ :~t:; sè ijtel4se.Più semplicemente posso dire: senza ~rnici- pro11,mo, Il Con1reuo do111 1m11tewut1. La crmca. darsi. *

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