Critica Sociale - Anno XIX - n. 5-6 - 1-16 marzo 1909

66 CRITICA SOCIALE Y'è un gruppo di questioni pregiudiziali che do– vremo subito proporre agli amici e a noi stessi. Nei Comizi si combattè - in molte parti d'Italia - sulla base dell'unione dei tre partiti d'Estrema. Non si guardò pel sottile: si suppose che il pro– gramma fosse tutto, o in gran parte, comune. Ma ora, che si tratta di attuarlo - e di risponderne in concreto - qualche chiarimeuto maggiore non sarà soverchio. Gli altri gruppi sono con noi? come e fin dove? Sono disposti a darsi - come noi ci daremo - or– ganizzazione di battaglia? Yi sarà chi risponde per tutti ? Come si faranno le intese? Se rlornaui - come tutto fa credere - de' ra– dicali entreranno al Governo, vi entreranno per loro conto personale (Mira e Sanarelli hanno aperta la via), o per conto del Gruppo, o di tutto il blocco di Jl~strema? È evidente che h, battaglia sarà molto di\·ersa, a secnnda delle risposte, negli effetti e nei modi. E bisognerà pure che si sappia, una volta, se l'Estrema esiste o funziona .... anche in Parlamento; o se è uno scenario dipinto, una formula per uso esterno, un paretaio elettorale, per la caccia dei voti, che, finita la passata, si smonta. Poi convenà provvedere a quello che fu detto il nostro proprio " disservizio parlamentare ,,. Lo sciopero generale, sulle cui grosse spalle ci fu CO· modo riversare la re$pOnsabilità delle nostre im– potenze ed accidie, ~ ormai messo in giubilazione. Nè esso, nè i dis~en::.i, liquidati. del parti to. pos– sono fornirci altri {lUlJi. Converri, che i deput.a.ti - anchf' socialisti - comincino, per esempio, fr a. le altre faccende, a fare .... anche il deputato. E per questo, in Italia, non c'è che un mo<lo. Essere a Roma: essere nell'aula, negli Uffici e nelle Commissioni. Lavorare. S~obbare. Conservatori e maggioranza hanno il Governo, il quale sgobba per loro. Poi, per la.sciar quete le cose, non oc– corre sudare. Noi, è un altro paio rl.i mauiche. Converrà duuque 1 frattttnto, eleggerci un segretario, dividerci il lavoro, e fornirlo: do_po avere tanto blatterato di orgauizzc.udone, principiare a organiz– zare noi ste::isi. 1 l 1 11tto ciò nella scorsa legislatura non esisteva, e le battaglie, anche le più urgeuti, erano prima perse che combattute. È <l'uopo che il sistema muti. Fa ostacolo la mancauzt\ dell'indeun.ità? Si proponga, si. insista per averla, se ne parli alla Camera: battuti, se ne parli a.I paese. Si dica: non possiamo, perchè non siamo nati foderati di rendita. Si renda agli elet– tori il mandato (lo si è fatto, un'altra voHa, assai meno a proposito). Questo è atfare che riguarda il paese. Quand'anche, per cotesta questione di probitit, si perdesse qualche Collegio, la sincerità. guadagnerebbe, e il sacrificio non rimarrebbe in• fecondo. Poi converrà prQjetlare nel paese, nelle classi interessate, l'azioue socialista del Parlamento. Il Lavo,•o ,li Ueuova giudicava, l'altro giorno, che i deputati socialisti si fos:;ero troppo " parlamenta– rizzati ,, abbaudona.nclo il paese. Face\·a dell'ironia? La verità ò - per la più parte di loro - che il paese li potè crerlere forse in Parlamento, solo ... pernhè altrove non li vedeva. Fra l'azione uel paese e 1.'azioue uel Parlamento non soltanto non v'è antagonii,mo: ma l'una senza l'altra è poco meno di nulli1. Mancarono finora gli organi interrnedì. Oggimai la classe operaia è ma• tura abbastanza per cominciare a fornirli. Chi non ricorda il Comitato parlamentare delle T1·ades Unions inglesi, prima ancora che queste avessero, alla Camera dei Comuni, la rappresentanza diretta che oggi posseggono? Le\ Confederazione del La• voro 1 che può all'uopo aggregarsi una rappresen• tanza dei lavoratori degli uffici, è l'organo nato a questa bisogna. Può essa e vuole intraprenderla? Lari percussione nelle classi operaie d'ogni azione ed agitazione parlameutare non soltanto avvalora quest'ultime, ma inizia quell'educazione politica delle masse, che è nelle premesse d'ogni nostro programma. . * * Tutto questo dovremo organizzare se vorremo che l'azione effettiva rispourla alle cresciute respon• sabilità e alle cresciute aspettative. Noi affidiamo questo pugno di questioni pregiudiziali sopratutto ai più giovani e freschi elementi che rinforzarono il Grup~o. Provvedano essi a farle trionfare. E cosi le vittorie di ieri non saranno semplici parate di dilettanti; le medagliette non saranno ciondoli, ma armi. Ed eviteremo il pericolo che l'iusulso ritornello degli anarchici nelle nostre assemblee elettorali sembri mai - ogui assurdo è possibile! - un ritornello intelligente. LA CRITICA SOCIALE. Il giolittismo dell'Estrema? 'l'utti contenti, i vari partiti, delle elezioni. Senza entrare nelle loro complicate aritmetiche, questi mi sembrano i punti più caratteristici: nei risultati : 1) la corruttela, la palla di piombo, la vergogna elettorale della Bassa Italia, vivaio putrido di mag– gioranze ministeriali. Il fatto è così riconosciuto, così naturale, che nessuno lo rileva più. O perchè non è entrata nella Camera italiana l'anima susci• Latrice di Gaeta.no Salvémini ?; 2) l'Estrema Sinistra, e specie la frazione so– cialista, viene rinvigorita, ma non t,·oppo (come è scritto nei fogli di musica); 3) si sfata la leggenda Jell'oscura possanza clericale; - già, tutte Je forze in agguato sem– brano maggiori del vero! - ; ma il vaticanismo duro, senza infingimeuti brecciaiuoli, accampa vit– torioso su alcnne fette di Vandea bresciana e ve– neta; 4) la gik scaTSa e pavida Opposizione costitu– zionale è decimata. Ora, o mi sbaglio, è quest'ultimo fatto che im– porta di più all'on. Giolitti. Le vittorie operaie e bloccarde sono, sì, un brivido ed un ammonimento. IL navigatore espertissimo poggerà un po', appena un po'. a sinistra. Ma si crede tranquillo, percbè, se vi sono quaranta facce nuove sui banchi più alti, non sembra esservi alla Camera, nella Oppo– sizione, il successore. n concetto che Giolitti non può essere sostituito da nessuno; che Giolitti è ancora il meno male; e che conviene, magari con l'opporsi ai blocchi, radicalizzarlo, io Fho trovato in moltissimi socialisti, e fors'anco in casa della C1·itica. E v'era, innegabilmente, anche su su nel• l'Estrema .... <lefunta. 1 un giolittismo occulto, come un sottile morbo costituzionale, che fiaccava le energie più pugnaci. Felice Cavallotti non avrebbe esitato ad attaccare chi avesse creclut,, <lannoSo al paese, anche senza preoccuparsi del poi. Il poi viene da sè. Vi sono degli uomini•tappo, come Giolitti, che imprigionano il fermento della vita; tutto pare basso e incerto intorno a lni; egli è Gulliver nell'isola dei pigmei; via il tappo I Possibile che il paese sia esaurito, e nou possa esprimere dal suo seno un nuovo reg– gitore! Abbiate più fode, uomini vecchi che fate un po' i tappi, anche voi 1 nei partiti giovani ! È voce corrente che Giolitti sia un grancle am– ministratore, ed un politico meno felice. Io credo

RkJQdWJsaXNoZXIy