Critica Sociale - XVIII - n.22-23 - 16 nov.-1 dic 1908

CRITICA SOCIALE 357 che gja possibile II effettivo,,, m~terlale. JJ controllo sulla carta, sui documenti che non banno altra (l&ranzia <'be \ bolli, ai è manifestato ormai troppo ìnorttcace. f.,'on. Luzzatti - e lo cito a titolo di onore - quando si istituì il riscontro effettivo sui magazzini della guerra e della marina, avrebbe voluto che l'Ispezione, il controllo immediato, diretto, rosse fatto dalla Corte ctei Conti. Eb– bene, l'eccellentissima Corte, amante del quieto vivero e misoneista per eccollcnza 1 chiusa ad ogni più ampia visione della realtà, si oppose strenuamente al disegno dell'on. Luzzatti, che avrebbe segnato 1>er essa un grande, singolare progresso. Anche si dovrebbe alleggerire la Corte di alcune fun– :doni giurisdizionali ed amministrative (pensionj) i e unificare e ac<'entrare invece In essa tutte q1uille(u11zio11i {li co11frolloe di ispe:tioue, che, sparse e disseminate, come ora sono, riescono inutili e costose. E sopratutto è ne– cessario che tutta l'amministrazione sia sottoposta a controllo erflcace, energico, fattivo: dico tutta, percbè molti e molti milioni si spendono ali' infuori di ogni controllo! Quelli che noi chiamhuno II fondi segreti " sono forse i fondi meno segreti di tutti. L'on. Sonnino in un progetto di legge a,·cva mostrato di volere - tanto per incominciare - sottoporre a controllo una quindicina di questi fondi segreti. Ala il pro~ctto è re– stato lettera morta, e fa compagnia a quegli altri tra– passati che sono i riscontri sui " Proventi degli archivi notarili " e shgli II Economati del benefici vacanti •· Per ciò che riguarda le riforme personnll, è OV\'iOche necessita una vasta riforma 110\ reclutamento dei Con– siglieri della Cort6 dei Conti 1 spesso, per molteplici ra• gioui, mancipt del potere esecuti,•o. Ora questi souo scelti la maggior parte rra i Diretlori l,tenerali, che per quarant'anni hanuo esercitato l'intelletto in un lavoro diametralmente opposto n quello che ~i richiede da loro come consiglieri, o cioè nell'ernogitare i mezzi, le sotti– gliezze, i trucchi possibili per sfuggire a un rigoroso e serio controllo della Corte, acquistando cosl alcune nbi· tudini mentali e certe deformazioni professionali, che li rendono inidonei all'alto ufficio di critici e controllori supremi della legalità, della correttezza 1 della moralità. amministrativa. Si doni\ pure risolvere il problema se, com'io credo, la Corte dei Conti debba essere sottratta al potere esecutivo e posta in relazione stretti} e diretta col Parlamento, di cui a,·rebbe da essere l'emanazione, il braccio destro, del tutto indipendente rlal Governo, del suo controllo amministrativo. E influo spetterà alla Commissiono il còmplto doloroso, ma non meno neces– sario, di ricercare e colpire i ro.!lponsabili - siano inetrl o disonesti - cbe furono ftn qui gli arteftci della ban carotta della Corte dei Conti e del suo tradimento ver:10 il Parlamento e vcr1:10 il paese. GIOVAN~'! MERLO~!. LEOBIEZIONI ALSUFFRAGIO UNIVERSALE Un"obiezione che nessuno fa. È la più formidRbile di tutte, sebbene n essuno la esprima mai, perchè muove dagli interessi persona.li di coloro R.ppunto, che devono nlla fino 11p provare la riforma del sistema elettorH.10 1 e rende incerte e tiepide nell'azione le forze più influenti - non di· ciamo migliori - della stessa democrazia. Salvo qualche rara eccezione, infatti, i deputati e gli aspiranti deputati di tutti i partiti. compresi quelli d('I Partito irncialista, in tutti i calcoli più o meno legittimi, più o meno luschi, a cui sono co- stretti dalla nece~sità di tenersi o di venire a g-alla, lian prrso l'abitudine di cousiderare il corpo elf'tto• raie qual è 0_1t;.d costituito e 11011 come risulterehhe dal sufl'rattio urlivort:iale. I r1trodu1Te a un tratto nella \'ita amministrativa e politirn. nuove 111ni;sedi elet– tori, di cui finora nessuno avcn dovuto tener conto. significa sconvolgere tutti i piani dei notJtri uomini politici, obhligarh Rd abh1rnrlonare le vecchie vir, costringerli a un lttvoro disperato per rifare i quadri delle 101·0clientele; signifka sopratutto aumentare, col numero degli elettori, il numero degli indisci· plinahili e le poissibilità di sgradite sorprese. Viult retro Satana. Chi sta bene non si muove. Da questa paura - naturalissima - ciel nuovo, che ò la migliore giustificazione d<'lla riforma da noi propugnata, derivr.110 µ-li sforzi affanno~i con cui I si ttccumulano da og-ni parte obiezioni contro il snffra~io univenmle. Esse 11011 hanno nessuna. hnse nè logica. nè morale, e cadono non appena sotto– poste a. una seria discussione; ma, cadute, suhito risorgono sotto nuova forma, e risorgeranno sem1>rc. I Perchè il loro ufficio non è quello di giustificare una teoria. politica. astratta, m11,di mascherare alla. meglio o alla pegg'io le riluttanze inconfes~ahili, ma tenaci, del,t'li iuterm1si perdonali concreti, che sareh– bero dalla riforma violati. 1 11suffragio universale non è la 1>anaceadi tutti i mali. La prima obiezione è quella che muovono tutti ~li svogliati e tutti i polt.roni ~ontro qualunque iui• I ziativfl. venga a disturbare il loro quieto vivere. c.: l mali clell'[talia meridionale - essi dicono sono molti e profondi; il suffragio universale non può essere la panacea di tutti <1uesti mali; esso non I eliminerà subito tutte le cause della inferiorità pO· litica e morale di quelle infelici contrade. Non ò il caso dunque cli disturbarci per esso . ., O tutto o nieute: beninteso che questo ragionamento si fa quando si è sicuri dal pericolo di avere il tutto: I se questo pericolo si affacrinsse, subito si cambie– rebbe la posizione o si direbbe: " J!er carità, non aneliamo troppo in fretta, ahbiamo giudizio, con– tentiamoci del poco, mangiamo il carciofo a foglia a I foglia . ., _1,:, certo, il suffragio universale non furà sparire subilo fulti i malanni della vita meridionale. La in• troduzione immcdhtta dei lavoratori del1a terra, anche analfabeti, nella vita politica e amministra- I tiva, 11011 è che la condizione prima, indispensabi.le , per imporre ai pubblici potel'i la preoccupazione vigile ccl attiva dei mali meridionali, in ma11ierfl che questi mali a poco a poco, provundo e ripro– vando, errfrndo e riprendendo13i, sirno riparati. La rivoluzione economica prodotta dall'emi1,.t-rttzione, il h)nto industrinlizwrsi del J)Hese, g-li ugernli cre– scenti contatti coi gmndi mercati del Mediterraneo orientale, la organizzazione di classe, tendono a rin• novare ovunque la vita sociltle e politicn del Mez– zodì; il suffragio ristretto, cioè il monopolio poli• tico e nmministrativo delle vecchie classi parassi– tarie, perturba o OtJtacola siffotto rinnov111nento; la rottura di quel monopolio ignobile e rovinoso sgomhrerìl le vie nlla nuovtl storia. Saranno vie di Incili e lunghe. Non esistono ricette di effetto immecli11to uni,,enrnle. :\fa lil clifncoltà e la lunghezza. della via non sono un argomento per non cominciare: sono un ottimo motivo per affret– tare l'inizio dei lavori. Se ht demolizione ,telle vec· chic camorre con l'aiuto delle moltitudini \avorntrici la cominciamo O).!'Jd, Pa.vrnmo compiuta l'l'A, vflnt'anni; se la cornincel'Crno fra vent\u111i 1 ci toccherà aspet– tarne qmLranta. O bere o affogare. Però un effetto immediato o notevole il suffragio

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