Critica Sociale - Anno XVIII - n. 19 - 1 ottobre 1908

CRITICASOCIALE 297 V. Stato, Comune, o Consorzio degli 1<;11ti pul>hlici. Coutinuaudo la rassegna delle forze che si alli– neano in campo per le nuove costruzioni 1 troviamo che il nucleo di 23 milioni (13 per Qlt~lle popolari, 10 per quelle degli impiegati). disponibili per le re– centi leggi su Roma, s'arrotonda col concorso diretto di altri enti pubblici. Interverrà lo Stato con qufllcuno (5 almeno) dei milioni della ex Cassa di previdenza, destinati a costrnzionc di case per ferrovieri. li;d interverrà anche il Conu111e:che s'è impegnato a concorrere con 10 milioni alla costruzione delle case dei suoi impiegati o salariati, affidandole (Ì, (01·fait all'[stifuto per le case popolari. Ogni buono sforzo mette l\un– miuistra1.ionc attuale a superare la fitta siepe di ostacoli che la legislazione frappone all'accendere nuovi debiti, per un Comune già stremato dal peso degli interessi. Contributo poi anche più note,·ole, se pur indiretto, si attende dal Governo o dal Comune, se ossi costrni• ranno gli edifici neccssal'l per gli Uffici pubblici, cho ora s'accampano in gran parte in case prh·atc e fanno concorrenza agli inquilini, sottraendo non lieve numero di camere all'ahitazione. l)n, Hna inchiesta dell'Ufficio ciel lavoro, i locali pri\•ati affittati in Romo., nel decorso anno, alle pubbliche amministra– zioni superavano i 5200; l'affitto complessh•o ern di 1.092.479 lire, con una media per locale di L. 2j0. Le pubbliche amministrazioni non badano alle eco~ nomie; e così contribuiscono ad elevare il saggio delle pigioni! Se, invece, con provvedimento semplice e naturale, pensassero a costruire per conto proprio edifici adatti, oltre a restituire all'abitazione privnta le cinquemila camere, risparmierebbero la metà di quello che ora spendono. (T.a spesa per 5000 locnli si computa in 25 milioni circa). Se lo Stato, nei 500 milioni che tiene ogni anno inoperosi in cassa, ne destinasse da 3 a 4 alla sistomazion~ dei pubblici Uffici della capitale, farehhc un utile impiego ad interesso più rimunerativo e darebbe un buon im· pulso alla soluziono della.crisi. i\fa le soluzioni, così piane o logiche, non hanno sempre la miglior fortuna. A prescindere da questo concorso indiretto, e VO· lendo puro, per dnnnata ipotesi, ammettere che il Comune non veaga autorizzato a nuovi debiti per le cnRc dei suoi agenti, abbiamo sempre una somma complessiva di 28 milioni almeno da parto degli enti pubblici che tendono alla coatruziono. gd è un1t somma più che sufficente por incominciare. Per spenderla nel miglior modo posRibile ed otto• nere la maggior (lUfll\tità. di offetti utili, ho propu– gnata cd ebbi la fortuna di veder trioufttre i'iden del Consorzio. Cos'è questo Consorzio? E'in da quando l'h1tituto per gli impiegati, ancora nella sua ,,ita uterina, richiamava le no!:ltroenergiche cure contro la insidia dei malvolenti ritardi, in Con– siglio comunale io e l'amico Va.uni propugnrunmo le nozze dell'Istituto stesso con quello delle case po– polari. " Nozze coi fichi socchi ,, 1 disse qualche ma- ligno. Non pare. · · li concetto di coordinare, in unico organismo, tutte le altivifcì pubbliche co<;lJ•uttl'ici è entrato ormai nella opinione pubblica romana, e vi ha. messo radici. Risponde nlla. dopph\ es i gonza: (t} di concentrare gli sforzi, per evitare concorrenze, sia nelle aree, sia nei materiali, ccc., e per ottenere economie nello sistemazioni stradali e sottostradali; b) di organiz– zare la grnnde industria delle costruzioni, senza la quale è assurdo fidare su impeti saldi d'energia. È inutile insistere sui vantaggi della grande in– dustria edilizia: acquisti in grande dall'estero, pro- cluzione diretta di matoriuli, ecc. lfinom l'[stituto dello caso popolari si è valso, e con soddisfazione, delle Cooperative di produzione e larnro romane, che sono numerose e fra lo più nnticilc. Ma urge che esse ai raccolgano o or~ani1.zino su vnsta scaht; affinchè non sorga un certo contrasto tra il pro– gramma del domani e i mezzi di cui pOsiono, diviso, disporre. Le Cooperativo di la.\'Oro devono essero per le caso; non le case per dar lavoro alle Coope• rative. Sarehhe desiderabilissimo che il Consorzio potesse riposare In ima aziono efficace sovra un hen collog-ato fascio di Cooperati\'e operose ... [I Consorzio, secondo lo statuto già preparato, do– vrohhe es~erc composto dei due Tstituti, del Comune e delle Fcrro\'ie dello Stoto. Ogni ente conserva la sua piena autonomia di organi e funzioni; ma si unisce con gli altri per dar vita ad un ente di secondo grado, le cui attribuzioni non sono aprioristicamente detorminato, mo. possono, per dolibernz.ionc concorde dc vari enti, esplicarsi in vario modo. T.a fig-ura giuridica del Consorzio, che ha. una. tradizione così bella nel diritto italico, si presta, per elasticità e comprensione, a l'ivestire questa nnnonin di azioni a scopo e lilizio. Ln materia. finanziaria il Consorzio potrà provve• doro nd operaz.ioni in 'comune; SHI emettere per esempio obbligazio11i 1 racldoppiando i mezzi di cui di!ipOne. Le condii.ioni del mercato monetario non si oppongono a che un organismo coi:iì nmpio vi getti una ,•cntiua di milioni di titoli. Ornndi [stituti di credito hanno dichiarato che preferiscono di gran lunga ni mutui per case l'acquisto di obbligazioni; ciò che facilmente si comprende, per la. possibilità di negoziarle e tenere smobilizzati i capitali. Un savio ardimento del Consorzio agevolerehbe l'idea. larga e completa della cartelli, edilizia o del mezzo miliordo, che il Luzzatti in,·ocò per saziare la fame di case cli tutta rtnlia. Più ancora che noi campo finanziario, il Consorzio a:,rirà in qurllo tecnico: l.J scegliendo in modo concorde le arco, facendo i progetti dei nuovi quartieri, acquistando insieme il suolo; 2) organizzando gli acquisti e le forniture dal– J1estero; 3) provvedendo ai materiali (i mattoni costa.no oggi a Roma. •10 lire al mille in cantiere) o con fornaci proprie, o con contratti cli nccapiuramcnto; ~) provvedendo ai trasporti, oggidì deficientissimi, dei materiali e mezzi d'opern; 5) facondo i cantieri in comune, e disponendo, ove occorra 1 in comune la direzione e la sorreglianza dei lavori; G) stringendo contratti collettivi con la mnno d'opera; 7) assumendo tutte le altre ntll'ibuzioni che gli enti consorziati erodano opport.uno. Como si formerà. la rnppresentanza del Consorzio, come agirà, in qual modo si dirimeranno le 1>ossibili divergenze interne: sono tutte questioni di dettaglio; ma già. vennero esaminato e prndisposto. Appena lo statuto dell'Ente per gli impiegati sarà a1>pro\·ato 1 e l'Ente stesso avrà vita legale, diremo al Consorzio: sorgi e cammina! I◄~ il Consorzio delle puhhliche attività costruttrici, tm le qucdi è anche il Uomune, potri\ economica• mC'nte armonizzare i suoi passi sulla Lrnccia, della politica ecli!izia, che il Comune ha l'obbligo di instaurare per regolare e spronare le nuoYe coi:itru• zioni. :mrncrno Ru1N1. La C1·itica. Sociale e il 'l'enqrn: per l'Italia, anno L. 22 1 semestre L. 12.

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