Critica Sociale - Anno XVIII - n. 19 - 1 ottobre 1908

296 CRITICA SOCIALE Che t'rstituto sia un'opera di heneficenza non si può dire. I YCc<·hi criteri filantropie-i, che diedero luog'o rvl iniid:,the per c11sc popolari anche sotto a11tichi n\gimi, 1:10110 superati, da quando il prol>lema, da qualitati\•o (:.osrituirc case sane agli antri im– monrli della povt>ra geni<' 1 divenne sopratutto quan• titativo (insutlicenza di case1. r congegni di 1,ura beneficenza sarohlwro n,c?gij!iocatroli coatosi, inadatti ad cquilihrnre lrt dnmunda e l'offerta di case! L'l-stituto non O, per dC'finizione, chiuso alle fun– zioni economiche od industrinli necessarie a fron– teggiare il JlrOhlema SOl'iule delle case. Tutt'altro. Basato sul prcsuppoi-.to di un intervenzionismo do– Yeroso drt pnrto dcg-lì enti puhblici 1 apre ancora le brarcitl allo non ilrnridite correnti dell'assistenza socinlo o ccrcn di g-iovor~i nncho di energie private. 1i.. un org-1rno misto, d'accorcio; ma l'ibridismo for– male ò J)reordi11n,to olio scopo di unn, l)n,ee più larga o di n~ovolozloni mngg-iori di quelle di che potrebbe valersi i I Com 11 ne. Qunnto ni nwzzi cd nllo forze, qunndo se ne as– serisce l'impotcnzn, non Ri fa la qucMione dell'fsti– tuto, ma. Jcl {'omuno r degli enti puhblici, che non riescono n dotarlo a sufficonza. Perchè l'fstituto altro non dovrebbe cs!lere che un " Comune con scopi spe– ciali " 1 un " ('011111110 specializzato per le case popo– lari "" Le h•ndcnzt• ciel socialismo municipale non mirano a concpntran• meccanicamente le funzioni nuo,·e nel "ecchio organi'lmo del Comune, complicato e mac– chinoso. )fa bensì a foA"giaro or~ani nuoYi, autonomi, tecnicamentC' ndntti a scopi specil\li. In questi organi si ha una inll•rP.1:mnto applicazione della rapprcsen tnuza di chts~o i così negli Istituti delle case popo• lari vi sono nlcuni dC'IOJtttti eletti direttamente dai ceti intNcssn.ti 1 o cioè dalle organizzazioni operaie. Non si pnò, mi Nemhru, delineare una. vera. antitesi fra i duo tipi: Istituto luzzat.tlano erl azienda auto– nomu per In le~ge sulle municipalizzazioni. L'antitesi ò trn il dnr \'itil ad 1111 istituto-giocattolo o far sul scrio, 11Pll'11n() o nf'll'nltro modo. LA. preferenza al– l'uno o rtl1 1 1llLro modo non può darsi che su hasi tecnicho o conoi·oto. 1 1: ht questione è già. pregiudi– cata, ove, como n llomo, l'Istituto funzioni già bono e l'azienda. sin un'incog-niht del futuro. Un di,•erso ordine di considernzioni, circa l'Istituto delle case popoluri, g-li attribuisce di " dar vita ad uu mo\•i111011to nrtificialo e di hasarsi sul "izio d'o– rigine e sulh~ pretesa cccessivn di dare al più po– rnro una cmm ìgie11ic11. o migliore di quella che uno piì1 ricco sarC'hhe disposto a png-are con affitto più nito .., (:).IONTt-::i.1 \HTJXI). In sostanza si dà (,.l'orologio d'oro ad un po,•ero ditlVolo 1t· Limitando il privilegio delle caso popolari n cinti ceti sociali, si impedisce una valorizzazione futura degli stabilì fabbricati 1 man 1111moche lo case periferiche dh·entano cen– trnli. Queste obhiezioni 1>rovnno forse troppo; tanto è vero cho il Montcmnrtini finisce la sua bella Rela– zione, proponendo che il Comune affidi la costruzione delle l'aae dei suoi irnl)iC'gati e salariati all'Istituto per le case popolari. In realti\ bisogna che 11[stituto agisca economicnmcutc, o cioè non affitti le case a prezzi di honoficonin, ovo il costo di costruzione lo cousontn. So 11011 faces,w così, farebbe un regalo · ai pochi che, per .favoi·o o per sorto," vincono il terno al lotto ,, cli un nppnrtnmontino popolare, Conviene invece cho 1 affittando o. prezzo di poco inferiore al corrente, l'Istituto lucri i gundagni per investirli iu nuove case. Ln lotta contro i prezzi di monopolio si fil, non gettando 1:1111 mercato poche case a prezzo di costruzionè, mn cot1truondo sulla più vasta scahL possibile. Quando funzioni con snellezza industriale, non si ahhi11. paura so l'Jstituto provvede alle sole classi opt•raie. Conseguenza logi<'a dell'obbiezione, citata piil 1m 1 sarebho che g-li operai dovrebbero occupare H<'mpre case di risulta; cioè a dire si donebbero costruirf' solo 11110,·ecase per la ... classe degli ab– hicnti. Giusto è in\'ece che si costruiscano tx noro case di tulti i tipi, e di costi diversi, accessibili, in rag-ionf' clclln clh·C'ri1it:\ dei costi, ai ,·arì ceti. Re, come si clis!-le 1 il 1>rohlemn ogg-idì è specialmente cli qurmlifù di car1e, esiste però sempre un prohlema Hpecifìco di ca~o po1>olari, sane e liete; e solo un liherismo 11!-lsolutopuò scordarlo. [nfine: nulla Yicta, in ipotesi. che, nrnn mano costruiscono, gli Istituti popolrtri non pO!:!KllllO trnrro CC'spiti straordinari, per investirli in nuO\'C' costruzioni, dalla vendita o <la un fitto mngl,!iOl'Odi cnso che abbiano acquistato un µlusvn.loro cli poi:1izione, A ltonrn, nl dieoprn delle discussioni teoriche a.c– cennulo, l'm1perioniA, o huona esperienza, del pasi:iato fa. sì ohe col consenso di tutti - l'Istituto per le cnse popolnri sin. la spina dorsale della fuLura aziono pubhlicn por le cnso. Accn11to nel osso, como minor fratello 1 nasce ora. l'Istituto por lo case degli impiegati. Mng-giorino l•'t>rrnriA, con felice insistenza, lo tra- 1,iantò cl11l111 Oormania; è in sostanza una grossa Cooperativa, a proprietà di case indi\•isa 1 su cui it;,. lianamcnto s'innC'sta la. forma di ente morale. ),"ele– mento puhhlico e quello sociale si combinano, in pro~etto, tlbhastanza bene. Vedremo come funzionerò, di fatto, il nuovo ente. L'essere la sul\ aziono limitata ad un ceto soltanto, se tooricnmcnte può fornire un'obhiezione contro i 1111rticolnri"mi sindacali, in pratica è un eccellente ,,antaggio. Corti fatti recenti, come lo sciopero cleg-li inquilini del Hisanamento a Napoli, mostrano che g-li enti, i quali affittano con la garanzia degli an– ticipi usuali, non i,10110 senza. pericoli. La garan;,ia, si dirà, ò noll'int('resse eho i clienti fortuna.ti deg-li Istituti hnnno u. conson'nr8i la casa a prezzo m inore del correntn. Mll chi \'iota che, ora o poi 1 non si formino concC'rti o conlizioni e sc ioperi d'iuquilini, perfino per motivi... elettorali? Le ca.se degli impic gati olfl'ono hl forron garnnzia del la rite nuta auto– matica aug-li stipendi. 1:: principalmente per questa garanzia che l'(sti– tuto degli im1>iegati di Roma troverà credito indefi– nitamonto presso In Cassa depositi e prestiti ecl nitri htituti. 11 suo sviluppo ò più che sicuro, purchè mostri di sn1>er costruire ad un prezzo, compresi ~li interessi e l'ammortamento, non superiore a quello del mercato, ConfestJO cho confido in questo Istituto, pii1 che in ogni nitra rorza, per risolvere la crisi edilizia di Homo. Ed è naturale che, in un ambiente, ove la gmvezza della crisi edilizht pro,•ieue sorratutto dalla fissitl'l dei roJditi dogli impiegati che non possono t-cguiro l'nsccsn. del costo della vita, \'alido rimedio deri\'i da un congegno i.pecifico che agisce per il solo ceto dogli impiegati. '1'1tlmente io confido, che, so domani un contrnrio evento (quod deus avertaf) impedisse al Comune popolare della capitale di ese– guire il suo prog-ramma edilizio, gli impiegati, rac– colti intorno al loro h1tituto, penso che potrebbero bastare, non solo come forze elettorali, ma come fol'zo economiche, a fronteg~inre In, situazione. l 1 'inorn gli ottimi tra1 1 et romani sono stati vittime doll'i11gomhro tru.vottcsco cho acluggia tutta lu. vita italiana. Un an110 è passato dtlcchè la legge creava l'Istituto, o non no è ancora approvato l'atto statu– tario! Si spora che lo sia al più presto. E allora, dall'esempio vivo, gli impiegati delle altre città ita• liane trarranno g-iustifìcato impulso ad invocare poi vari centri organismi analoghi.

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