Critica Sociale - Anno XVIII - n. 16 - 16 agosto 1908

248 CRITICA SOCIALE elettorale n integrata dall'indennità parlamentare (a questa del resto si è già dichiarata risolutamente favorevole la Confederar.ione del lavoro), come mezzo per delle rirorme tecniche, che a sua volta il prole– tariato organizzato deve additare al partito socialista, incompetente per la sua stessa costituzione a fornrn– larle. ~: il momento, si "ien dicendo da un pezzo, di abbandonare i programmi nstratli per quelli con– creti: il prevalere del particolare sul generale, del concreto sull'astratto significa ap1H1nto Jlinvcrsionc della com1>etenza, il J)l'C\'alcro delle organizzazioni economiche su quelle strettamente politiche. Il La– l)riola si ò accorto che il fittto, che il 1>aL·titodalle discussioni teoriche scenda a discussioni pratiche, segna la sconfìttn. del sindacalismo rivoluzionario o la vittoria della politica, che egli chiama semplice– mente elettorale, ma che è la vern politica dei Sin– <.lacati. Noi sa1·emmo dei perfetti imhecilli so, seguendo il J\todigliani, ci lasciassimo sfuggire quest'occasione di vincei·(' clcfinitivamonte. O. A. ANl)RIUl,f.l. Cedo ad Anna l{uliscioff il posto dell'articolo "editoriale n (per dirla alla francese), e non lo fo per galanteria. Mi svesto della zimarra solenne del " noi llJ abbandono il pennacchio collettivo di "Cri• tica Sociale"' e non lo fo nè per modestia, nè.... per presunzione. Gli è che mi capita un accidente, al quale non sono avvezzo o poi quale mi sento mal adatto e come in disagio: quello di trovarmi 11el mt2'ZO " fra le vnrie opinioni ll' Sarei dunque diven• tato un eclettico, un ferriano, un integralista? rap– presenterei un pensiero ..... di maggioranza? C'è da averne la terzana per lo sgomento! - Comunque, dirò quel che penso, o mi par di pensare, nella forma più secca e pi 1'1 breve. 1 ferri si scaldano, la polemica intorno al Con– gresso comincia. a inf'ervorarsij si può giudicarne anche da questo fascicolo. E un tema primeggia, tiene il campo qunsi <h~solo: quello della tattica e del programma elettorale. li che si spiega per Ja prossimità dei Comizi politici: ma anche non è male, poichè quel tema è come la sintesi, cui tutti gli altri si subordinano, o possono addentellarsi. La ipotesi del blocco - ciel " più grantle blocco ,, - presa iu astratto e per sè, è, si può dire, nau– fragata. Certamente, n darle il colpo di grazia, fu il grosso del partito radicale, quando si scisse da noi nella questiono delle spese militari. Che blocco fare, e perchè, quando, per un'azione qualsiasi CO· muue 1 è " bloccata ll e vuotata la cassa? E con chi altri bloccarci, se i radicali ci mancano? Io non posso che rallegrarmi vedendo sconfessata dai compagni tutti lu possibilità di un blocco a base genericamente anticlericale. Sarebbe stata - come scrissi altra volta - la " turlupineide ,, più vera e maggiore a cui avremmo potuto prestarci; la riabi– litazione, sotto una comoda quanto innocua vernice, di ogni sorta di vecchie cortigiane politiche, aspi– ranti ;.1, rifarsi utrn verginità in nostro danno; un abbandono, a favore della fraseologia mitingaia, del criterio materirdistico ohe anima e deve animare il movimento socialista. J,a questione anticlericale è sopratutto questiono di coltura del popolo. Le con– clusioni già presentate dal dott. Armando ]fossi sul tema anticlericale (Avanti, 12 corr.) si accostano a questo concetto o gli dù.nno conferma. Le conclusioni di Rinaldo Rigola sui rapporti fra Sindacati e Partito non escono neppure di una linea dal terreno strettamente sindacale, e hanno, più che altro, una portata negativa. Rizzano cioè sui confini del Sindacato, nella materia degli scioperi, una bar– riera proibitiva. al Partito. Rammentano, col cleliherato di Stoccarda, la generica necessità di una. intesa cordiale e costante fra Partito e Sindacati. Ripudiano l'arbitrato obbligatorio o invocano la riforma probi· virale e Jlobbligatorio tentlltivo di conciliazione nei conflitti fra capitalo o lavoro. Non vanno più in là. Sul tema politico riferi:mo Costantino Lazzari per la frazione (esisto ancora?) rivoluzionaria del partito .. Lo sue conclusioni (Ava11li! 1 9 corr.) non danno che un rumore di chiavistelli e di ferraglie: sem– brano gli nrt.icoli di un regolamento carcemrio, fog· giati n. ordini del giorno. 11 suo isocialismo è quello della 'l'cbaiclc, imita le regole di un convento, e sui deputati è instaurata una specie di " Yigilanza speciale . 1 • 11 pn.rtito combatto la proprietà privata, q11inlli ò sopal'ftto cli1o~ni altro, e non dà YOti che a so s tesso: solo in ballottaggio può votare per ca.o• elida.ti borghesi "confl'arì al partito politico domi– nante , 1 (perciò, domani, se occorre, per borbonici o per clcricitli!). Il progrnmma 1 pili che socialista,ap• pare impregnato <1 1 11narchis1110. La preoccupazione dominante sta nel\'" incleholire lo Stato lll anche nelle sue funzioni industriali pilt ci\•ili e moderne (fcrro,·io, 1>oste, tclegmfi, ecc.!). Vietati i voti cli fiducia al Ministero e l\1p1,rovazione dei bilanci; vietata ogni iniziativa di legislazione estranea agli interrasi 1>articolari della classe lavoratrice (quale problema dello Stato non ha qualche rapporto con questi?); da attuarsi l'ostruzionismo, come mezzo normale, contro ogni misura che aumenti i poteri o i redditi dello Stato, prospettato come l'eterno e ir· reducibilc nemico. Nessun acceano a possibili riforme, a intese even– tuali, a provvide graduali conquiste. Sottoposti i de– putati alla disciplina del Circolo; il Gruppo a quella della Direziono. Ln questo schema 11azione politica è concepita in forma così rigidamente meccanica, da sembrare inu• tile che i rappresentanti del proletariato abbiano una tosta sulle spalle, per apprezzare nella loro in– finita mutahilith. le congiunturo politiche, abbiano muscoli o non•i 1 per destreggiarsi a seconda di esse. Lfn fo.ntoccio, caricato ad orologeria dal Congresso o dal Circolo, sarebbe forse il deputato ideale, sot– tratto a.Ilo tentazioni o allo transazioni. I~ detto in· fatti che alle rappresentanze politiche del socialismo cte,•e mttncarc, di proposito, " ogni carattere perso– nale ,,. Sono lo idee - ma irrugginite dal clisuso - cui sacrificammo \lll po 1 tutti, venti a trent 1 auni fa, nel " periodo delle origini n, quando, neonati, sti– mavamo utile - giusta il costume dello antiche rnammane - cli ftu·ci l\\'Voltolare e stringere dentro lo fasce, a modo dolio venernbili mummie delPetù. faraonicn. Questi rnnt 1 anni di lotte, di esperienze, di evoluzioni, di crescita, sono passate sul relatore "rivoluzionario., come sul dormiente leggendario, che si ridesta. e si crede parte di un mondo che è tramontato da un secolo. Vi ò qualcosa tuttavia di prodigioso, e quindi di estetico, in questa " metalliz– zazione ,, di un cervello o di un uomo. * .. Col Modigliani relatore dei riformisti - ritro- viamo le carni, il sangue e la fisionomia di un uomo vivo. · [o non HOno entusiasta tuttavia (glielo scrissi quando ebbe la cortesia cli comunicarmele mano– scritte) dolio sue diffuso conclusioni - nè per le motivuzioni da cui partono, nò pei dispositivi in cui sboccano. i\Todiglirrni divide il suo elaborato in due parti. Nella prima, ricorda il cammino pel'Corso e i " no•

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