Critica Sociale - Anno XVIII - n. 16 - 16 agosto 1908

Critica Sociale f?IVIST .II QUINJJ/CIN.IILE DEL SOC/.IIUSMO Nel Regno: .Anno L. 8 - Semeatre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lei/ere e vaglia aWUfftclo di CRITICA-SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 16 :Non si vende a nume,·i sepa,•ati,. MIiano, 16 agosto 1908 SOMMARIO Politica ed Attualità. Vi:wso ,wovi hcti (Dott. :\:.:-.A Kuuscrnn·). 1t comgglo de!i'11topia (Dot.t. Gll/LIO CASAl,lNI), J'er /(f poU/iC(f degli Ql'(l(mi-Zz(lfi, (Pror. G. A. ANDRIULLI). 1"1'<1le vurle 1>pi11Lo11L (J,'1Lli'l'O 1'Ul{,HI). Studi economici e sociologici. /,e o,·u(mlzzazi-011, e t to,·o impiegQU: Helaz!one al Congresso clolla. Jt,;islstenza (Prof. 1-'AU!;T0 l'AGLIARI). ntbttoteca di p1·op<1qa11da. VERSO NUOVI LIDI Vogliamo tirare l'oroscopo? Se dovessimo argo– mentare dalle fiacche avvisaglie e dal disorienta– mento evidente, dai criterì divergenti e molteplici dei pochi socialisti, che espressero fia qui i loro pronostici e le loro propensioni, si sarebhe tentati di consentire con Arturo Labriola, pel quale il pros– simo Congresso socialista -- dal momeato che i sin– dacalisti se ne sono andati - non avrà alcuna im– portanza e si risolverà in un chiacchericcio eletto– rale di interessate comari politicanti. lo penso esattamente l'opposto. Avvenuto - per assoluta incompatibilità di caratteri - il divorzio dai sindacalisti, esauritasi, di conseguenza, ogni ra– gion d'essere del " cuscinetto " integralista, che in– vano Morgarì s'ingegnerà a imbottire di nuove stoppe multiformi, certo mancherà al Congresso la nota dei coatrasti violenti e ne esulerà l'accademia. degli eterni tornei metafisici sulle tendenze astratte. .Ma è a.ppunto pe,· ciò che il Congresso pot1·à avere una importanza gramle e inattesa. Lo stesso generale innegabile disorientamento, pel quale dagli uni si insiste sullo statti quo e dagli altri si vagheggiano audaci " virate di bordo "; e chi vuole e chi non vuole il " blocco "; e chi lo pretende in una e chi in altra salsa; o :Modigliani, relatore dei riformisti, trova indispensabile premere più forte sulla" gamba politica,, e affaccia il suffragio universale e carezza l'idea di un blocchissimo quasi obbligatol'ÌOj 'l'reves lo seconda nel programma, sul quale 'l'urati è scet– tico, ma si accorda con quest'ultimo nel rinnegare la tattica bloccarda a pl'imo scrutinio, accolta 1 a quanto pare, dal Rigola a patto di congiungervi un pizzico di riforme economiche, ricusata dal Casa.lini e dall'Andriulli; e Bonomi accenna a un sindacalismo riformista, e il Lavoro di Genova lo apprnva, ma ap– prova al tempo stesso il blocco di Modigliani, e invoca, col La.nini, come necessità ineluttabili, la riforma del sistema di scrutinio e la rappl'esentanza proporzio– nale .... - tutto questo brancicare o contraddirsi di idee e di uomini 1 sino a ieri uniti e r,oncorcli, che cosa rivela? Rivela che una fase del partito è superata - che de' fatti nuovi presentano nuove necessità. - che una revisione di programma e di metodo s'impone - che non può essere stato invano il lento lavorio di cose e di ideo, per cui i vecchi partiti si scomposero e il movimento proletat·io di città e di campagna, creando J,egho nel Mezzogiorno, Cooperative nel centro della penisola e fin nell'estrema punta della Sicilia, e fa– cendo nucleo nell'Alta Italia intorno alla Confede– razione del Lavoro, si estese e consolidò un po' da• pertutto; mentre il passaggio della democrazia radi– cale all'altra riva, con l'approvazione degli aumenti di spese militari, mutò i rapporti tradizionali dei partiti. Tutti questi fenomeni e sintomi non avranno al– cuna influenza sul partito socialista? O non toccherà giust'appunto al Congresso cli Firenze di apprezzarli, di cavarne la sintesi, di trarne le conseguenze, per determinare a se stesso, al proprio sviluppo, nuove mete e nuove diretti ve? Non è un c6mpito abba– stanza importante, e non dobbiamo noi farlo tale, unicamente perchè la discussione non si annuncia solcata da lampi e minacciosa di folgori? . • * Un'occhiata a ritroso, sulle vicende del partito so– cialista italiano nel quindicennio trascorso, mette– rebbe in luce due leggi: l'una, che adombra quasi - quinquennio per quinquennio - la famosa teoria ferrariana dei periodi politici; l'altra, giusta la quale la forza delle cose e l'imprevisto degli eventi hanno sempre il disopra su gli ordini del giorno dei Con– gressi, su le formule e sui precetti ·prncostituiti. rn– fatti si osservi : La rigida intransigemr.a, votata al Congresso di H.eggio Emilia {1893), comincia a vacillare sotto i primi colpi della rea:done crispina e, a dispetto del Congresso di Parma, stoicamente deliberante " sotto il fuoco nemico ,n si attenua nella "Lega per la li– bertà"' che, antesignana delle future Unioni popo– lari, si impone come un dovere per la conquista delle libertà di parola, di riunione e di coalizione, indispensabili alla vita delle organizzazioni. La bufera del 1898 chiude definitivamente il pe– riodo della intransigenza. L'agitazione per l'amnistia, l'ostruzionismo contro le Jeggi pellousiane, le elezioni del mao, segnano il trionfo delle alleanze dei par– titi avanzati. A dispetto della ortodossia invano brontolante, è ancora la realtà che s'impone, col– l'appoggio concesso - per la, difesa delle Leghe e degli scioperi - al Ministero Zanardelli-Giolitti; e Imola (1902) approva e consacra. Malgrado ciò, il 1903 chiude il periodo del mini– sterialismo socialista. [I Governo della libertà non sa eijsere anche i! Governo delle riforme nccessarie 1 della democratizzazione dello Stato. Questo terzo quinquennio, che parrebbe il più bigio e il più tri:1te, dilaniato da lotte intestino dolorose o violenti, ha un valore caratteristico troppo ancora discono– sciuto: esso inaugura coi fatti quel che si è con– venuto di chiamare la,•oro riformista - e potrebbe dirsi socialista. senza altri qualificativi. Nel Reggia.no e nel Genovesato 1 dove partito e

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