Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908
Critica Sociale fr/VIST .Il QUIN'lJJCIN.llLE 'lJEL SOCJ.IILJSMO Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII- N. 12 Non sl vende a 1u1,nuwi sei>a'rati. Milano, 16 giugno 1908 SOMMALxIO Politica ed Attualità. l,t 1·/fu1·me sociaU elle co.~((1110 (,\\'\", i\lJ::UCCIO R\JINI). l)l8C()l'rtlld0 aei " IIIOIIOPOUO tltll'11omo ~ (l'rof. o. ,\. A~!>ltJUl,l,1). - l'ostilla (Oott. ANNA 1.:u1,1:;cl('H). Lfl c1·tsi del soci<lli,s1111,mcmt-Ov«11Q: YIU- 1)(1/ 1·~vo111:::i.011m•i~·mo <a si.11docalismo e <tlf'i11teuroils1110 - Lt1 Grande A nuala 111·efetU;;i<• e la purallsi slnduçaHsla (l'rof. 01ov.1.~t1t Z11101m1j. Studi economici e sociologici. .\'11ove ro,·me di azione 1111111/ctpate:Pi·emessa; 1. H <'o,111rnc t 10 col• f111•<i popol<we (Oott. {l[Ul,IQ CA$AI.IN1). Lt prime ca,,-e m1111tctpMi iii .1"tre1ne de111ocr<1ttc"!i (Pror. G. ,\. Ax– l>mu1.1,1). /,(I 11egazjo11eslctUa11a. dtl/u sicUl(ll!ità (S. CA)UIAIU,;J(I-SCURTI). Filosofla, Letteratura e Fatti sociali. Socialismo ldealisf(I? itlsJlOShl a. G!usop110 1101111! (G. X.J Fra Libri. e Rtrtsfe. LERIFORME SOCIALI CHE COSTANO Prima che arrivi (come al solito) il co1Tierc della Francia, con la ripercussione a distanza. delle h,tt– tarlie combattute sulla Senna, Luiid Luzzatti im• posta da noi il problema delle pensioni operaie ('). Non può seguire - l'articolo breve - le idee tracciate dal Luzzatti, ed addentrarsi nel tecnicismo ·minuto di una materia, così poco conosciuta. anche dai nostri maggiori. Ma Ja democrazia -- tutta - deve penetrare e far suo il problema, preparandosi a collocarlo in prima linea noi non lontani comizì elettorali. Nella trama luzzattìana vi sono imprecisioni o in– determinatezze, ma pure lampi di genialità. E vi campeggiano due capisaldi. Si dovrebbe, anzitutto, foggia.re saldameutc l'unità trina degli istituti per gli ;nfortunì, per la vecchiaia e per le m<Llattic.Dei tre 1 purtroppo, uno no manca, ed ò quello da cui si sarebbe potuto, logicamente, incominciare. Ma un sostrato dell'assicurazione-ma– lattie esiste nel mondo arcaico delle Mutue soccorso cbe, opportunamente rianimate e riformate, potreb– bero raccogliere i convergenti contributi degli im– prenditori e degli enti locali (sp:ravati per la speda.• lità) e graduarsi come una prima fase con gli altri rami della trinità vreveggente. Scarso, finora, è stato il contributo riformistico a questi argomenti della mutualità, considerati come un freddo limbo bor– ghese. Gli altri due enti vi sono: per gli infot·tunì a Mi• la.no , per le pensioni a Roma, con carattere di na– :donalità. E sono, non due forze da sommare, ma due debolezze da irrobustire e sanare! Inutile rammentare le pur recenti perdite della Cassa-infortuni, macchinosa e greve, senza ramifica- (1) L'adlmanu1 dol 31 maggio 1908 ool " Sodalizio do! Ploonl " a. riworo dogli operai Invalidi o vMOh! (Nuova Antologia, 1° i;lugno 1908). zioni agili e contatti continui con la massa operaia, sen'l.a possibilit}t cli vigilanza secura; così che spon– taneamente germoglia la mala pianta delle frodi, e il derivante costo eccessivo dell1assicurazìone op• prime l'industria, sempre all'agguato e pronta ai pretesti per recidere il principio santo della legge. 1 1 :ppure 11011 deve essere impossibile organizzare bene questo servizio, in modo cho proceda rapido e frut– tuoso, come avviene all'estero; oc,1orre la collal>ora– :dono di un tecnicismo illuminato e di u11a rliffusa fede democratica. Senza il concoL·so e la p,u·tecipa· zione delle rappresentanze operaie ogni miglior con– gegno ilitristisce e dissecca. Lo vediamo per la Cassa-pensioni di Roma, che, non ostnnte le generose difese del Luzzatti, devo ornHLi dichiarare fallimento. l'allimeuto per una causa in– versa alla sorella-infortunì; non per mancanza o dissesto di fondi; sibbene per non riuscire a collo– care i milioni, del resto non molti, che lo Stato annualmente le contribuisce. Oli operai restano lon– tani dai cancelli dell'istituto, da cui non promana alcuna forza espansiva di simpatia, o la voce dei diretti interessati, vi tace. Buone volonfo non man• cano, sia pure, dagli ammi.nistratori ; ma prevale Palhagia nobilesca e la "grettezza della filantropia n· Gli operai restano lontani; delle centiuaia di mi– gliaia allineati nelle stat.istiche i più non pagano; altri molti dipendono da enti Jocali o 1lallo Stato che versano por loro; i veri previdenti sono vochis– sime decine di migliaia. F. tutto ciò mentre, a con• franto, la Cassa privata di 'l'orino, senza concorso governativo e premuta da pesi fiscali, ma. alitata di spirito socialista, conquista schiere sempre più nu– merose di iscritti. Basterì1, a rinsanguare ,li uomini Fanemico isti– tuto nazionale di Roma, la propaganda, porta per porta, e la diffusione dei commessi viaggi,Ltori? Non basterà; occorre, insieme al riordinamento tecnico nel ben augurato organismo della pl'evidenza inte– grale, la domocratizzazione ampia e sincera. dell'ente, in modo che il proletariato lo senta. cosa sua o si affezioni alla sua gestione. Questo noi inscriveremo nei nostri programmi come parte vitale della riforma delle assicurazioni sociali. Uu altro caposaldo del discorso, tenuto dal Luz– zatti ai Piceni, è l'inizio graduale ciel principio del– l'obbligatorietà per la vecchiaia, cominciando da una categoria di lavoratori : quella dai 20 ai 30 anni. E bene sta. Ma.... i denari ? .~ ... Perchè il riformismo - come dice Filippo Turati - cominci vernmente ad essere, bisogna entrare nel campo delle riforme sociali che costano. Ci siamo accontentati, finora, di riforme .... econo– miche, come il riposo festivo. E il mal vezzo (che io chiamo sistema delle cornici) di amar più i grandi progettoni teorici e le affermazioni di pl'incipio, che non le modeste conquiste pratiche senza rumore, si è prestato al giuoco di una avveduta conservaz;ione.
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