Critica Sociale - Anno XVIII - n. 4 - 16 febbraio 1908

50 CRITICA SOCIALE l<'ìnora, eppure gli anni e i decenni son corsi 1 sono pl'lgine bianche - appena anossate qua e lf1 da qu11lche macchia di sangue e di v0rgogna. . ·:t * J,: passi pel problema coloniale - di front0 al quale l'Italia è sempre ai primi sperimenti, e, dalla andatura che ha preso, si può ben presagire senza sforzo che vi rimardt per dei secoli. ·Ma per 11altro, deJl'insegnamento religioso, di grazia? L'Enciclo– pedia ha più di un secolo di vita, la nazione è da cinquant'anni in lotta col Vaticano, e non v'è itn.– liano, neppure analfabeta, che possii onestamente, in questa materia, non avere un·opinione o, che vale ancor meglio, una propensione. Si può essere cre– denti o rniscredcnti o anche credenti per procurn .. elettorale, per pretest.i di morale, per motivi di or– dine pubblico. Le due tesi: conservazione, aboli– z.ione, sono più che due idee, sono due mondi in contrasto) la fede e la scienza, lo sforzo e la rassc– grrnzioue, H passato e l'av,•enirc - irreconciliabili. gppure 1 anche qui non parve vero all'on. Giolitti che il neo-fedele .Bertolini gli additasse il viottoletto da sgattaiolare. Con Jo stesso spirito, tra burocratico e sornione, col quale un bel giorno l'idusse il tema delle Congregazioni migranti di Jt-;rancia a una que– stione da risolversi, occorrendo, col pal'agrafc tot della legge di P. S., così egli pensa che il conflitto fra ùue mondi sia troppo misera cosa per valore una legge - e basti un articoletto di regolamento da impugnarsi, dato il caso, avanti il Consig1io di ::ìtato; un articoletto, il più largo di brache possi– bile, che concilii tutte le libertà, l'autonomia comu– nale comprnsa, e consenta alla loggia ed alla sacre– stia di baciarsi su ambe le gote: esercizio cui, del resto, non hanno troppa ripugnanza. Libero dunque ai Comuni - quei Comuni che, in m11.teria didattica, sono ormai del tutto spodestati - di risolvere essi la questionce11a, come buono lor sembra. Lo Stato se ne disinteressa. Libero ai padri di famiglia di ribellarsi al Comune, e il Comune costretto in questi casi a fare da affittacamere .... senza riscuotere pigione. Da affittacamere, s'intende, ai numi pagani del pievano cattolico, non al dio mezzo svaporato del pastore luterallo, non al vec– chio e screanzato Geova del rabbino. La nuova !{orna non ha la larghezza ideale dell'antica, che spalancava il suo Pantheon a tutte le variopinte divinità delle genti sottomesse. Ma il panteismo ro– mano conquistava il mondo j qui non si tratta che di conquistare, o non perdere, nell'interesse di un centinaio di ascari, qualche Collogio elettorale .... Or noi non sapremmo presagire se cotesto acco~ rnodamento col cielo e colla terra sarà, in defini– tiva, vantaggioso alla causa del primo. Questo dio regolamentare, costretto a far fagotto dalle scuole o a rientrarvi manu m-ili-tal'i, ad ogni vicenda del– l'urna amministrntiva, nell'arlecchinesca varietà di colore e di umore dei novemila Comuni e Comu– nelli d'Italia, ci sembra destinato a logorarsi non poco e, per noi 1 se fossimo credenti, non ci pare che ne avremmo gran gioia. ~:fa l'on. Giolitti pensa, probabilmente, che la verginità della Madonna, e gli scherzetti procaci dello Spirito Santo, e la presenza di Cristo nell'Eucarestia sono dei preziosi soggetti di disputa, dei magnifici diversivi politici per salva– guardarlo al potere. :Finchè gli elettori si occupe– ranno di queste faccende ....! * • * Ciò che attrista, in tutto questo spettacolo, è la miseria morale: è la gara di abbiezione nella quale Governo e deputati fanno a chi sappia essere piìt abile, ossia più codardo. Lo stesso ordine del giorno dei deputati sedicenti cattolici è sapientemente con- gegnato in guisa, eia potersi rovesciare come un guanto e venire, se occorre, calzato dalla quadra mano di Giolitti. Il .Mauri e il Cameroni lo rifiutano - c'è del carattere ancora in questi intransigenti! - ma sapete perchè? I giornali l'hanno rivelato: per non pregiudicarne le piì.1 larghe adesioni e il successo! l<'ino a ieri, nei voti scabrosi, il ventre si squa• gliava: e era ventre, nei settori, un pti' clapertutto. Ora s 1 incoraggia il coraggio. Lo squagliamento non è più nei votanti, è negli ordini del giorno, è nel contenuto del voto. Anche Don Abbondio massone può rimanere nell'aula e rispondere sì. La cosa non ha conseguenza. Bisanzio, Bisanzio sempre! A quando la calata dei barbari? Non dei Vandali o dei Goti, ma delle classi del lavoro, che possiedono tutti i segreti della ci– viltà, e soltanto non ne hanno la coscienza. Gli operai contro gli av,•ocati: ecco, forse, la soluzione. Ma l'indennità ai deputati la strozzarono in culla - non per odio, veli! non per questiono di principio - ma soltanto per opportunità, volendole un bene dell'anima.. L'hanno am1l1azzata per insegnarle a vi• vere, come diceva quel tale ... Gli operai soltanto potrebbero infonderle ossige110 nei polmoni e risuscitarla. col Joro fiato vigoroso, CO· minciando a venir qua, qua dentro d'onde scriviamo. Ma sarà poi "azione diretta,,? Qui si ricomincia a disputare. Anche nelle Camere del lavoro alligna I 'av ,,ocatismo. Bppure, sarebbe tempo, sarebbe tempo! LA CRITICA SOCIA LE. Prregiudizi e pt1egiudiziali 11 6 corrente la Direzione del Partito socialista votò un ordine del giorno Paoloni 1 in cui si afferma che il partito stesso " prevedendo l'it1evitabile conflitto vili o me110 lontano fra gh interessi del proletariato e le istitn– zioni monarchiche, pur senza trincerarsi dietl'O una pre• giudiziale, deve evitare ogni atto che pregiudichi la sua posizione di fronte alla monarchia 11 e si II dichiara che la tattica elettorale del partito socialista non è h1pi1·ata alla possibilità di partecipazione al Governo,,. La sera stessa PUnione Socialista ltomana votò u11 ordine del giorno in cui si dice, fra. l'altro: " considerato che la partecipazione dei soci ai festeggiamenti, ineYi– tabilmente monarchici, della dat,\ del IS6J, convalide– rebbe una mistificazione dinastica. della storia; delibera di solennizzare per conto proprio quella data con una larga propaganda storico-antimonarchica, che ricordi sopratutto agli italiani esser dovuta la unificazione na• zionale unicamente al pensiero animatore di Mazzini, alla spada redentrice di Garibaldi ed allo sforzo eroico del popolo italiano w Di quest'ultimo ordine del giorno non si conos~e l'au– tore; certo non deve aver molta domestichezza con la storia del risorgimento, genuina o.... sofisticata, perchò altrimenti avrebbe saputo che nel 181l si commemorerà una data non scindibile dal nome del più graude mini– stro del la monarchia. Ma io non intendo ora occuparmi delle feste del 1911, bensl dello spirito che anima quei due ordini del giorno e elle parrebbe rivelare nel partito socialista il proposito di risollevare Pautica pregiudiziale tramontata, nel tempo stesso che se ne afferma, con manifesta contraddizione, l'insussistenza. Tutto ciò a prop('lsito di piattaforma del gran blocco. 1n tal modo l'integralismo si mostra ancor una volta quello che realmente è, cioè la forma più schietta di po-

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