Critica Sociale - Anno XVII - n. 19 - 1 ottobre 1907

290 CRITICA SOCIALE ottenendo altro effetto se non quello di confondere il pubblico, annoiare le stesse persone meglio di– sposte, ·e allontanarsi dalla mèta che desideravano raggiungere. La maggioranza degPinsegnanti federati ehbe il torto dì non opporsi affatto agli errori della mino– ranza rumorosa e priva di senso politico, perchè in fondo riconosceva anch'essa. che le ingiustizie osi• stono e cho è doveroso cercare ad esse un rimedio; ma non ha neanche secondato con islancio e con fede le agitazioni della minoranza, perchè non po– teva non rend·ersi conto dei rovinosi resultati di esse, e vedeva il discredito che esse gettavano sulla orga– uizzazione, e comprendeva la necessità. politica di non annoiare il pubblico, di portar pazienza, di pre– parare occasioni migliori per ottenere la sistemazione economica definitiva, di cominciare ad assolvere l'impegno d'onore, che la Federazione ha dinanzi al paese, di dedicarsi alla riforma scolastica. Sentendosi male sostenuti dalla maggioranza della Feder1lZione, i malcontenti hanno sperato di trovare in una nuova forma di organizzazione lo strumento adatto alle nuove conquiste. E di qui è nato il mol· tiplicarsi di organizzazioni di categorie; le quali ~ ò bene notarlo subito -- non raccolgono se non una parte minima di coloro che sarebbero interessati a farne parte: alcune di queste organizzazioni sono formate da una mezza. dozzina di persone, che si sono proclamate tranquillamente u Associazione na– zionale ,,, hanno tosto lanciato ai quattro venti il loro programma senza attendere neppure che fosse discusso e approvato dalla categoria interessata, e poi hanno preteso che la l<,ederazione accettasse ad occhi chiusi tutto quanto la pseudo-associazione pro• clamava necessario, protestando con violenza quando non si vedevano soddisfatte; una categoria di mal– contenti - quella degl'insegnanti di ginnasio infe– riore - ha dato luogo a quattro Comitati o asso– ciazioni o leghe nazionali, delle quali l'una dice bianco e l'altra nero, e nessuna ha pubblicato i nomi dei propr'ì aderenti per non dover rivelare la me– schinità e l'artificiosità del movimento. E questo pullulare cli organizzazioni speciali 1 venditrici più o meno abili di fumo, ha fatto credere allo sfascia• mento della Ji.,.ederazione,proprio mentre la Federa• zione raggiungeva un numero non mai prima otte– nuto di soci, salendo in quest'ultimo anno da 3570 a 4361 1 su 7000 insegnanti. Alla profondità e alla gravità di questo moto au– tonomo e antifederale delle categorie hanno creduto in modo speciale gl'inaegnanti della Sezione cli Roma. - Roma ò un pessimo punto d'osservazione per chi voglia renderai conto di ciò che av\'iene nelle pro– vincie; chi vive a Roma è portato facilmente a ve• dere la vita del paese attraverso a ciò che ne dicono i giornali; e, se i gioruali 1 per circostanze speciali, deformano la realtà, il " romano de Roma ,, fa pre– sto a perdere la tramontana. Ora è avvenuto che, mentre la maggioranza degli insegnanti non solo taceva, ma si convinceva a poco a poco della neces– sità di reagire contro gli errori di una infima mino– ranza1 i giornali di Homa funzionavano proprio da sfogatoio a tutte le espettorazioni di questa infima minoranza. E la Sezione di Roma, impressionata da quella tempesta di rumori ... stampati - cento indi– vidui, che scrivano ciascuno una lettera o un ordine del giorno al mese e trovino ospitalità in due o tre giornali della capitale, fan presto a farsi credere e credersi tutta la classe! - la Sezione di Roma ha supposto che il movimento delle organizzazioni spe· ciali fosse davvero vasto e incoercibile, e che occor– resse snlvnre 1ft Federazione da una rovina immi– nente, e che la salvezza non si potesse trovare se non nel riconoscimento incondizionato delle nume– rose e potenti organizzazioni speciali. E il Barba- gallo, che, con tutto il suo disprezzo per la " logica pura,,, ò in fondo un incorreggibile " logico puro ,,, e aveva criticato spietatamente due anni fa il di• segno di legge sullo stato economico pe1·chè non perfetto, e aveva sostenuto non dovere la Federa– zione preoccuparsi della sorte di esso, ma battagliare senza riguardi di sorta per tutte le sue rivendica• zioni, nessuna eccettuata - il Barbagallo ha trovato naturalmente nel moyimento delle categorie la prova che la tattica finora seguita era errata e che la tat– tica da lui proposta due anni fa sarebbe stata mi– gliore, e ha creduto più di tutti alla serietà e alla profondità del movimento, e lo ha caldeggiato con l'energia e con l'ingegno di cui è ricco; e, fondandosi su un materialismo storico di sua invenzione, che il Presidente della l!,ederazione, Ugo Guido l\Ion– dolfo, ha P-hinmato,nel Congresso di Napoli," mate– rialonismo storico Tl' ha costruita -·lui, il disprez– zatore delle teorie! - una teoria assolutamente anarchica delle organizzazioni professionali, secondo cui ,la organ•zzazioae genernle di una classe. non dev'essere che una. buca da leUere ad uso e consumo delle categorie. di questa cla,se, e gli organi diret• tivi della organizzazione generale non devono far altro che prendere atto delle domande di tutte le categorie e caldeggiarle tutte insieme davanti ai pubblici poteri, interdicendosi qualunque giudizio di legittimità, rinunziando nd ogni pretesa di graduare le domande secondo la maggiore o minore urgenza, lasciando che ciascuna categoria assuma qualunque iniziativa creda. più utile al raggiungimento dei suoi fini speciali. Nel Congresso di Napoli questa teoria non ha aYuto fortuna(37 su 123 votanti). Gli stessi oratori, che parlarono in difesa delle proposte del Barbagallo, riconobbero nella Federazione il diritto e il dovere di entrare nel merito della legittimità delle domande e di coordinare le iniziative delle singole categorie. Lo stesso Barbagnllo buttò a gambe all',uia tutto il suo sistema sociologico, allorchè dichia1·ò, nel comma terzo dell'ordine del giorno da lui proposto, che, " salvo l'eventualità di conflitti fra domande parti– colari, nel qual caso la li'ederazione deve entrare moderatrice deili opposti desideri per mezzo di un giurì, di cui entrino a far parte un membro del Consiglio Federale e due che rappresentino rispetti– vamente gli interessi in conflitto; e salYe le supreme esigenze del sodalizio, per cui essa potrà in via ec– cezionale abbandonare a se stessi alcuni movimenti particolari ; sarà cli regola suo obbligo propugnare integralmente le rivendicazioni dei varì ordini d'in,· segnanti ,,. Che cosa sono "le supreme esigenze del soc\alizio ,, : Che cosa significa " abbandona're in via eccezionale a se stessi alcuni movimenti ,, ? E non ò un bel caso di contraddizione \ll termini i! rifiu– tare al Consiglio Federale, al 1·efereudmn, ai Con– grnssi generali della organizzazione la facoltà di avere una opinione sulle domande delle singole ca– tegorie, e costituire maestro e donno, in caso di con– tlitto fra domande particolari, tm uomosolo, il signor membro del Consiglio Federale 1 elevato a presidente di quelPumoristico giury? E con quali criteri darà il suo sovrauo responso questo membro) se accetta lo vedute sociologiche del Barbagallo, secondo le quali non c'è nè legittimità nè giustizia: non una legit– timità e giustizia assoluta - questa siamo tutti d'ac• cordo che non esiste - ma neanche una legittimità e giustizia relativa allo idee morali che prevalgono nella nostra società nell'anno di grazia 1907? E fortuna anche minore (8 soli voti fa.vorevoli) ebbero le proposte, diciam così 1 integraliste del Cal• darera, il quale, mentre respingeva tutte le premesse teoriche del Barbagallo, arrivava a conclusioni pra– tiche assai i,imili 1 perchè, pur ammettendo nella Fe– derazione il diritto e il dovere di d11.rela sua soli·

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