Critica Sociale - Anno XVII - n. 19 - 1 ottobre 1907

Critica Sociale frIVIST .Il QUIN1JJCIN.flLE DEL SOCl.flLISMO Nel ReQ'D.o: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. t.O - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all 1 Ufflclo di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portl_cl Galleria Y. E. 23 Anno XVII - N. 19 Non si vende a moneri se1xirati. Milano,1° ottobre 1907. SOMMA Liro Politica ed Attualità. li Co11gi-,t11JO di NopoU: {/(r('Q(llli:.:azlo11e j uu e/J(Wd j /(I sc11ola llllC(I ,.,0 ):,:or~:1:T;:;,::~:::: 1 ~!~fi lmuumo,u mtfl 1 rror. nn11~u; OSIMO). li bUanc4o delle grrmdl ma11ovn: dedlotLto alla Commlsalone d"ln• chiesta o•. Noe<:1110). L'tr:oh1zlo11e pollllca 1111-·,·«11fkl e la c,·1,1 i:Uleo/11: rl&po&t« a Angelo Orespl, Il (ftne) (t:R~ESTO CALL,f;). Studi economici e soclologlcl. Un ,n-a11dt mm,tt-o: EdlllutldO Dtmollt18 (Dott. AX(H!l,0 Cmi:si•1). /,a dtcadCIIZ(I della Soc/..ll/dUIIOCl"(l.:!k, lldtdC(I (Avv. Enom; ;"11,1.n– CIIIOLI). ÀIICOl'(I /(I :POVtl'tà d' produ:,oni nei lt1ll(OlldO Blrlli(IIIO: Ul\14 rctuncn aovero&n (S. CAlllol ,I.RF, Rl·SCURTJ). lJibllotecll dl propagllm1o, IL CONGRESSO DI NAPOLI J/orgauh;zazione - Gli esami - Ln scuola laica. La Federazione degli insegnanti medì è persegui– tata <la una implacabile sciagura: i suoi soci sanno tutti leggere e scrivere, e trovano facile ospitalità nei giornali politici quotidiani, e riescono troppo agevolmente ad attirare sulle loro discussioni e sui loro dissensi l'attenzione del pubblico. B, mentre le questioni, che agitano le altre organizzazioni più o meno analfabete, non escono fuori della stampa di classe e delle riunioni parziali degli ()rganizzati, e il pubblico non assiste se non agli scontri definitivi dei Congressi generali e non conosce che i resultati ultimi <lelle battaglie, le questioni degli insegnanti, invece, sono discusse tutte dagl'intoressati coram populo, tutti i panni sono lavati in piazza, e il pub– blico non perde nessuno degli incidenti della discus– sione; quale,he volta s'interessa, non di rado si scan– dalizza, più spesso si annoia, ed ò portato a consi– derare la Federazione come una babilonia anarchica e indisciJ)linabile di proteste contraddittorie, di ma– nifestazioni discordi, di ordini del giorno chilome– trici, di telegrammi superflui, di voti impossibili, che s'inseguono, s'accatasbrno, s'incontrano, si scon– trano, ai elidono a vicenda, confondono le idee, dànno la continua impressione di un imminente irreparabile sfasciamento della organizzazione. Ol'insegnnnti medi. insomma, abusuno della pub– blicità, che ad essi si offre spontanea; e la loro or– ganizzazione paga le spese di questo abuso; perchè, a chi vive fuori di essa e non no conosce la vita se non attraverso quella sputacchiern per i tuberco– lotici del pensiero, che è la " posta del pubblico ~ dei ~ior11ali quotidiani, C!:!Sll appare assai meno di– sciplinata e salda e vigorosa dì quanto in realtà non sia. Siffatta impressione di disgregamento profondo e insanabile si è acuita' nel pubblico, specialmente in questi ultimi tempi, per lo disputo vivaci insorte in– torno alla riforma dello stato economico. TI primitivo disegno di legge, preparato da. una Commissione di insegnanti non federati e presentato alla Camera nella primavera clel 1905, mentre rappresentava per gl'imwgnanti una. conquista senza dubbio notevolis– sima, che essi qualche anno prima non avrebbero neanche so~nata, non riparava a tutte le fogiustizie e a tutte le sperequazioni passate e creava ingiu– stizie o sperequa1.ioni nuove. 1\Ia la grande maggio• ranza dei professori - e di quegli stessi che non vedevano soddisfatti pienamente i loro voti o si sentivano meno largamente favoriti degli altri - aveva troppi vantaggi dall'insieme della legge, e la situazione politica era troppo <liflìcile e incerta, e il malvolere del Governo e della :Maggioranza parla– mcntaro troppo evidente, perchè non intuissero tutti la necessità di evitare, con una critica troppo minuta e violenta, che la legge subisso un arresto, il quale poteva condurre a un naufragio definitivo. La tattica, per tanto, voluta, anzi imposta dalltl enorme mag– gioranza, fu quella di esigere prima di tutto la sol• lecita approvazione della legge con tutti quegli emen– damenti che fosse possibile strappare, salvo ripren– dere in seguito l'opera per la sistemazione economica. definitiva. Questa tattica, naturalmente, lllsciò scontenta fin da principio una piccola minoranza tli insegnanti, la quale o era stata veramente claun0gginta dalla nuova legge, o non era contenta. dei vantaggi ottenuti, e avrebbe cristianamente amato che nessuno godesse nulla finchè tutti non avessero conquistato tutto. I malcontenti crebbero dopo che la legge fu, nella pri– mavera ciel l9O6,approvata dalla Camera e dal Se– Senato; non solo perchè le conquiste erano oramai assicurnte e protestando non si correva più nessun pericolQ 1 ma ancht percbù dalla discussione parla– mentare era. uscito sconvolto l'equilibrio (buono o cattivo che fosse) tlel primitivo disegno di legge, e lo sperequazioni ingiuste erano state moltiplicato o i11nspl'itodai miglioramenti parziali, che la Camera o specialmente il Senato avevano distribuito a caso, secondo lo pressioni ufficiose degli interessati. E peggio è avvenuto dopo cho il regolamento ministe• riale ha aggiunto spropositi nuovi agli spropositi primitivi. Sotto il peso di questi squilibri, una minoranza d'insegnanti - mezzo migliaio in tutti, secondo i calcoli pili larghi, e parecchi non iscritti alla Fede– razione o iscrittisi all'ultim'orn por sfruttarne la. forza e ottenerne l'appoggio - si sono dati a una campagna tempestosa di proteste, polemiche, comu- 1\icati, piagnistei, epistole autobiografiche, pettego– lezzi, ingombrando giornali, assediando deputati e senatori e ministri con una ressa infinita di piccole rivendicazioni contraddittorie o talYolta assurde, cer– cando egoisticamente di passare gli uni dinanzi agli altri, illudendosi cli promuovere così la Mliecita cor– rezione delle ingiustizie di cui sono vittime, e non

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