Critica Sociale - Anno XVII - n. 10 - 16 maggio 1907

p 146 CRITICA SOCIALE _faceva opera ostica ai preti. L'on. Sacchi> guardasi– gilli, iniziava, s~nza molto rumore, una inchiesta imllo stato dei beni ecclesiastici ricostituiti in onta alle leggi eversive. Era un principio di azione. Noi socialisti abbiamo abbattuto quel Governo cilmetten– doci dal Parlamento per timore della piazza, e così abbiamo fatto anche noi gli affari dei conservatori e del Vaticano. ·Ora ci consoliamo provocando il nemico, con le innocue sbandierate, senza pericolo, o cercandolo, per snidarlo) dove non è, e così procurandogli gli alibi di cui ha bisogno. Siamo dei pessimi tattici. La lotta anticlericale è di supremo interesse pel proletariato: essa si confonde colla lotta per la sua libertà, libertà del pensiero e libertà dell'azione. Essa è insieme la difesa della sua dignità e del suo salario. Ma, per combatterla sul serio, è necessario che il proletariato d·iventi una forza politica, e si imponga al Governo, e lo sforzi, come ha fatto in Francia, ad uscire dall'equivoco, a rispettare la scuola, anzi a crearla, a diffonderla e ad estenderla per ogni dove (la scuola è anticlericale per essenza sua), e a scacciare dalle lotte economiche la influenza della sacristia, sempre venduta al padrone. È tutto un soffio di lealtà, di sincerità, di modernità di pen– siero, che conviene introdurre nella vita pubblica. E solo il proletariato ha polmoni abbastanza forti per riescire a questo. Esso, se vuole, salverà anche la stessa borghesia dall'imbeghinirsi, come fa per semplice tremarella, senza convinzione. LA CRITICA SOCIA L}J. Ledueconferenze d ll'Aia e di Londra 11 pubblico del Continente mi sembra troppo oblioso della circostanza che, quando in giugno si aduneranno i delegati alla Conferenza dell'Aja, saranno già partiti da Londra i delegati delle varie parti dell'Impero con– venutivi per la conferenza coloniale; e nella natura delle cose, se n·onnella mente degli uomini, i due eventi sono tra loro intimamente connessi. Per vedere quale sia la natura di questa connessione bisogna indagare quale sia la funzione storica e politica attuale non solo dell'Inghilterra, ma dell'Impero britannico, quale sia il grado di coesione di qllesto e quale la forza di cui esso dispone. Solo cosi il significato della Conferenza impe– riale che or sl sta tenendo a Londra può apparire in tutta la sua vastità. L'Impero britannico e la supremazia marittima del- 1' Joghilterra, sebbene abbiano le loro profondo radici noi protettorato glorioso di Cromwell, datano in realtà dalla caduta del militarismo napoleonico, che lasciava l'Europa continentale in tale condizione di cose che nessuna nazione possedeva una rtotta. Questa condizione di cose, alleata alla rivoluziono industriale che creava Io ferrovie e la. navigazione a vapore, favorì una tale espansione o del commerci e della. razza da compensare la perdita degli Stati Uolti con la conquista del Conti– nente Australi!l-nOe della Nuova Zelanda. Nel medesimo tempo la consolidazione del Oornrno di Gabinetto durante il lungo regno della regina Vit toria permetteva, conferendo il regime parlamentare e l'autonomia al Canadà e alle Colonie transoceaniche, di evitare la loro secessione; e questa politica, ohe ebbe il suo ultimo stadio nel conferimento della autonomie. al 'l'ranswaa! or sono pochi mesi e nella leale accetta– zione della sovranità britannica da parte dei Boeri, già permette di intravvedere la formnzione 1 tra quattro o cinque anni, di una Confederazione delle colonie sud– africane analoga alla australiana e connessa da reti ferroviarie all'Eg'itto e al Sudan inglese. l~ non va di– menticato che con l'accordo anglo-francese del 1902l'E• gitto passava praticamente e definitivamente puro al– l'Inghilterra, un Egitto cbe la recente amministrazione di Lord Cromer da condizioni di certa bnncnrotta sol– levò a condizioni di enorme prosperità e reso teatro di una tra le più coJojsali manifestazioni della potenza dell'iniziativa privata e della scienza nell'intera. storia dell'umanità. Ora ciò che è notevole dal punto di vista nostro, si è che questo Jmporo si è formato a poco a poco, quasi all'insaputa e spesso contro la volontà ste.ssa dei suoi pionieri, nell'a opinione delta massima parte dei quali fino verso il 1880 esso era un prodotto destinato a sfa– sciarsi da un momento all'altro pel ripeter3i, da parte delle nuove. colonie inglesi, della secessione di cui die– dero esempio le antiche. Ma la secessione non venne mai e anzi, sotto l'impulso dato alla nuova situazione internazionale dal formarsi della potenza militare ed economica tedesca, dal costituirsi a grande potenza del Giappone, e da altri fattori ancora 1 da un Iato l'Auqtralia e la Nuova Zelanda hanno sentito il vantaggio di essere sotto la protezione della flotta inglese, il che 1 combi– nato col vantaggio, pel solo fatto di essere inglesi, di godere di maggiori facilitazioni nella contrazione di prestiti, e di attrarre specialmente immigranti inglesi, è un fattore inestimabile di prosperitàj dall'altro Fln– ghilterra, specie durante la guerra dei Boeri, è assorta alla coscienza dell'importanza cho le Colonie, con la loro vita rurale, possono esserle di un vantaggio mili– tare inestimabile il giorno in cui tisse possano a.ll 'oc– correnza, per la difesa dell'India e dell'Egitto, mettere a sua disposizione duecento o trecentomila uomini ro• busti e forti. Nel medesimo tempo le Colonie sud africane sentono che: mentre, entro l'Impero britannico, sono li– bere e sicure, fuori di esso diventerebbero facilmente preda della Germania. Ed il Canadà, che oramai ha una coscienza nazionale propria troppo forte per essere a,– similato dagli Stati Uniti, o cbe per di più, negli ul– timi anni, a causa della scoperta di vMti giacimenti petroliferi e carboniferi ha acquistato la coscienza di J>oter avere un avvenire non inferiore a quello della vicina. repubblica dello Zio 8am, sento che un giorno, per sè non meno che per gli Stati Uniti, diverrà impor– tR.nte il problema del controllo dei tropici. Queste ragioni ed altre ancora-· sd es. l'utilità delle Colonie per la soluzione relativa del problema della di– soccupazione, o come laboratorì sperimentali per la risoluzione di complessi problemi sociali - fanno sì che e nelle colonie e nella madre patria l'idea dell'Impero come di un tutto organico va acquistando una defini– tezza di contorni e una forza propulsiva sempre più grande. La sua prima affermazione fu clamorosa e sen• timentale, fu l'imperialismo da music-haU del Chamber– lain e la rievocazione del protezionismo. Le elezioni generali del 1906 hanno tagliato corto per sempre a questa soluzione, come mostra anche l'impatenza pra– tica a cui dalle sue molteplici divisioni interne ò ancor oggi condannato il partito conservatore inglese. Ma la eliminazione della soluzione proposta dal Cbam– berlain al problema, non fa ohe accentuare la realtà di questo e la urgenza di dargli una soluzione. E gli Io~ glesi si accingono a dargliela gradualmente, a poco a poco, lasciandola maturare da sè, come maturò da sè il problema 1 e sopratutto ijcjnd~Qdo il problema tn milli.i

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