Critica Sociale - Anno XVII - n. 4 - 16 febbraio 1907
CRITICASOCIALE 63 altro non vide che diverse rorme di ado.ttamento del regimo caJlitalistlco." Cbe cos'è - dice Marx - il libero scambio? È la libertà. del capitale. Che cos'è il prote– zionismo? È uno dei mezzi con cui la borghesia si con– centra e si rafforza come classe dominatrice. ,, È perciò che storicamente vediamo accendersi e divampare una vera lotta di classi per la conquista del protezionismo o del liberismo; ò perciò che Il in tutti i paesi retti a forma democratica, è la coalizione tra i gruppi econo– micamente più torti o meglio organizzati, che determina l'ambiente politico da cui poi germoglia l'atto legislativo più fo,•orevole allo classi dotate di maggiore ricchezza e di più salda coesione 11• La propaganda astratta, ban– dita dalla cattedra a favore del liberismo, ò tel1rni Ùn· bellesi11e ictu so non trova appoggio In determinate classi, Interessate a Vddere in tutto o In parto abbattute le barriere della dogana. Il E'ontana-Russo non è liberista. Egli segue in fondo lo Stuart Mili, il quale crede che la protezione possa praticarsi con vantaggio alle seguenti condizioni: a) che ~:sl~~~f;it~~ac\ bjh~h:ia 8 ~~~~~:~~~a r\ 1 ,~ 8 g~is~d:!t~sis~: curare extra• profitti. Forma cotesta di protezionismo " che mlra a rimuovere le condizioni d'iureriorità, non economicamente irriducibili, e a. prepatare forze in rl:– serva che consentano una evoluzione industriale senza scosse, cioè con moto graduale e progres!llvo ,,. li protezionismo, in altri termini, ha un costo che talvolta è utile sopportare, sia per prevenire un danno, sia per preparare utilità future; esso, nel mentre può provocare nuove e vantaggiose forme di concorrenza, è capace di spiegare opera benefica nel 1>erlodi in cui si matura una profonda trasformailone economica. Lo Stato, proteggdndo date. produzioni, farà certamente spreco di ricchezza., 4' ma di gran lunga minore cli quello che si avrebbe so, persistendo nel liberismo, quelle produzioni fossero obbligate a sparire e a ricomparire a,1ogni mu, tamento avvenuto nelle merci estere e nel valori inter– nazionali ,,. Inoltre: Il il liberismo 1 per i paesi esor– dienti nel lavoro manifatturiero di fronte ai paesi più progrediti, somiglia un po 1 alla libertà contrattuale nei rapporti tra l'operaio singolo, non organizzato, e il capi– talista. Ogni nuovo ·operaio, cbe si presenti più povero di mezzi ed incapace d'aspettare Impieghi più rimune– rativi, contribuisce a deprimere li salario di tutta la sua classe e a rendere più forte e vantaggiosa la posi– zione del capitalista. ,, Quanto alla scelta delle produzioni materiali di difesa tra quelle ohe hanno probabl:ità di rigoglioso sviluppo anche all'Infuori della tutela, essa ò sempre - a parere del Fontana-Russo - possibile. Basterà. ricercare le industrie-limiti tra quelle ohe, mentre accennano ad esportare I propri prodotti, non sono ancora capaci di approvvigionare tutto quanto il mercato interno, e tra quelle altre ohe, pur cominciando a produrre per quest 1 ul– timo, sono ancor lontane dall'esportazione. Non è poi vero che, una volta adottata la tutela, non sia possibile rimuoverla. In Inghilterra essa venne meno per opera degli stessi industriai I. In Germania, nel Hl02, ·quando si agitava la nuova riforma daziaria, molte in– dustrie si schierarono contro di essa. I<: là non sembra lontano Il giorno in cui queste Industrie, unitamente alla democrazia lavor.atrico, riusciranno a ridurre l'esa– gerata protezione di cui ora godono alcuni rami di ope• ro3ltà. manifatturiera ed agricola. Anche l'affermazione del Cairnes, che nega lo svi– luppo di virtù Industriali nel paesi protezionisti, non è glustlftcata. Noi ora non assisteremmo ai lamenti dei manifatturieri lngle1i, se la Germania e gli Stati Uniti non avessero sviluppato, in fllrza del protezionismo, le proprie virtù Industriali. Nel dlittrlbuire la protezione, come nello stabilirne la misura, facili sono gli errori. Ala quanti errori non si !1ascondono in tutte le leggi fatte dagli uomini, eppure 1 Parlamenti non cessano per questo dal legiferare ... Piuttosto gli errori devono essere ridotti al minimo, fa– cendo convergere gli sforzi di tutti alla limitazione della tutela per quelle produzioni che sono più promettenti. Queste le Idee del Fontana•Russo sul protezionismo; non sono completamente le nostro, ma abbiamo voluto segnalarle perohè, oltre essere le più controver.:10 ed oppugnabili, hanno anche più viva connessione colla nostra vita pubblica, e. m. ... L'It<tlla. Economica. Offrire agli studiosi un indice approssimativo del grado di evoluzione cui son giunti I commerci, le industrie, l'agricoltura nel nostro paese; mattero alla portata del gran pubblico nozioni utili a sapersi, ma di difficile ri– cerca perchè seppellite nelle pubblicazioni ufficiali la cui compulsazione riesce spesso ardua impresa; tale ò stata l'intenzione dei dottori Schiavi e Pi nardi nel com– pilare il loro Annua.rio della attività nazionale pel 1907 (I). Il volume, ricco di notizie e denso di contenuto, sarà di non lieve vantaggio per tutti quel commercianti, pro– fessionisti, industrial1 1 pubblicisti e uomini d'affari, ecc., I quali vogliono apprendere ed utilizzare dati statistici di carattere economico nel più breve tempo possibile e collo. massima facilità. 11 materiale è abbastanza ben disposto: solo ci pare che tutto quanto concerne l'attività politico-economica dello Stato (costituzione politica, tRsse o imposte, mo– nopoli flsoall, ferrovie, ecc.) avrebbe potuto essere rag– gruppato sotto un solo capitolo. Non si può infatti con– siderare lo Stato come un'impresa, anzl come la.massima. Impresa Industriale della nazione? E I partiti politici che altro sono, In fondo, se non gli imprenditori che mirano ad' impadronirsi di cotesta Impresa per volgerla, plit o mono direttamente, ai loro scopi? La parte che tratta dell'agricoUura cl sembra un po' rnanohevole. Occorrono dati più abbondanti e circon– stanzlatl; Indicazioni precise, fatte da tecnici, sui per– fezionamenti che sono stati introdotti o che si possono introdurre nell'agricoltura a seco11dadelle varie ngiOlli e plaghe. 11 capitolo RUI commercio estero potrebbe essere ar– ricchito di un sunto delle principali disposizioni conte– nute nel trattati di commercio che l'Italia ha stipulato colle varie nazioni. Così ognuno potrebbe apprendere quali sono i dazì o dogane che vigono per ogni singola merce o voce. Raccomanderemmo poi al solerti compilatori di ren– dere In seguito più numerose quelle trattazioni di ca– rattere simpaticamente teorico, di cui un esempio ci viene offerto a proposito della riforma tributarla. Al capitolo sutPagricoltura non 1>otrebbe essere aggiunta, ad es., 1 una breve e succosa monografia sul protezionismo agrario, sul dazio sul grano, sull:~ possibilità di diminuire gra– dualmente questo dazio? E, parlando dell'Industria, non si potrebbe tentare un elenco dimostrativo di quelle Industrio che non hanno assolutamente più bisogno di protezione, e la cui protezione può essere grado a grado abolita? ln tal mo<lo l'Amiuario, oui non mancherà il successo, potrà anche servire a diffondere una qualche idea buona. e. m. . .. CELSO F1mua1 : Nazionali.amo e internazionalismo. Pa– lermo, Remo Saudron, 1906. La nazionalità è un principio di discordia o è un prlnolplo di giustizia e di pace? Ecco la tesi che l'au• toro si ò proposto di illustrare In tutti I suoi aspetti 1 in una pregevole dissertazione sociologica, ricca di dot• trina e dl osservazioni acute e precise. Naturalmente l'autore conclude che il sentimento di naziooalltà non è un elemento di odio e di guerra, ma è destinato •ad avere un'enorme importanza nello sviluppo della soli– darietà umana. E noi riconosciamo pienamente l'esat• tozza di questa conclusione. Senoncbè cl pare che l'autore avrebbe completato l'opera sua esaminando a fondo quell'internazionalismo socialista, che è certo uno dei fenomeni più grandiosi dell'epoca nostra. Quest'internazionalismo è, come affer– mano molti, la negazione del sentimento nazionalista.? Oppure, come è opinione nostra, è esso conciliabile con una concczlouo più pura e più umana delle varie pa• . tric? Tuclubblamente uno studio sulln natura di questi sentimenti, entro i partiti socialisti d'Europa, riesci– rebl>e di altissimo interesso. 11 nostro valoroso compa– gno Eugenio li'ouruière, che ha frammentariamente esa– minato questo problema, ha creduto di concludere_ che
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