Critica Sociale - Anno XVII - n. 4 - 16 febbraio 1907

58 CRITICA SOCIALE perfezione delle applicazioni medesime. E il primo ministro tessè un elogio della sua città nativa, che è nel medesimo tempo sapiente giustificazione della politica locale da essa perseguita. Egli cominciò col ricordare che, quarant'anni or sono, egli era. diligente studioso clolla Statica Sociale dello Spenccr e del suo estremo individualismoj indi enumerò le scoperte scientifiche che resero indispen– sabile la progredita legislazione sanitaria attuale, basata sul fatto che " i bacilli si ostinano a non digerire la filosofia spenceriana ,,. l'>roseguendo, notò come, oltre alle ragioni sanitarie, militano per la nuo,•a politica municipale tutte le ragioni per cui dati servizi si rivelano tali, che il loro esercizio è piì1 conveniente in condizioni di maggiore o minore o totale controllo pubblico Ricordando un recente discorso dcll 1 Haldane 1 attuale ministro llella guerra, pronunziato in occasione dell'inaugurazione di un Congrosso economico, egli ribad} il concetto della utilità delle teorie come strumenti d'analisi e della loro estrema impotenza e pericolosità come padrone dell'opera nostra. " Una teoria è sempre una espressione abbreviata, economica 1 dell'esperienza passata: essa può servire a far evitare molti errori quando noi ci proponiamo fini analoghi ad allri già perseguiti dai nostri padri; ma essa nulla può dirci sui problemi nuovi e sui fini nuovi che noi ci dobbiamo proporre; qni solo il livello morale raggiunto dalla collettività può illuminare; qui anzi esl3apropone i fini a cui l'economista deve trovare i modi di solt1zione. ,, Il Campbell Bannermann continuò osservando come i vecchi economisti abbiano valutata troppo meschi– namente la natura umana, quando nssunsero a priori che l'uomo non è guidato nelle sue azioni, in preva– lenza, che dall'interesse personale. u Era Qltesta una calunnia contro la natura umanaj l'esperienza di questa nostra città. prova che altri mo– tivi, oltre quelli dal guadagno personale, provvedono l'energia e l'iniziativa nect,ssaria al reggimento di questi grandi interessi collettivi; v'è il senl3odel dovere pub– blico, la. passione del servir qualcosa che stia più in alto di noi stessi, v'è l'orgoglio civico e vi sono lode– voli ambizioni.... E ogni nuovo dovere suscita l'uomo che può adempirlo, ogni nuova circostanza suscita la volontà che la può dominare. Lo spirito di questa no– stra città ha saputo per la sua estrinsecazione suscitare volontà. e abilità non inferiori a quelle che servono gli interessi privati e gli interessi dell'Impero. 11 E finalmente egli accennò a un carattere della vita sociale inglese, a cui io ebbi più volte occasione di accennare in queste colonne, il suo carattere orga~ nico. Come l'abitudine alla iniziativa individuale e alla coordinazione di questa con quella d'altri, nella famiglia, nella scuola, nell'officina, prepara la volontà e la mente richieste per la buona amministrazione degli interessi della parrocchia, del borough, della contea, successivamente e rispettivamente; così l'abi– tudine o l'esperienza della amministrazione degli in– teressi locali prepara le capacità e le esperienze in– dispensabili per la comprensione e il soddisfacimento degli interessi nazionali ed imperiali ; di guisa che coloro, che ne sono responsabili, possono guardare ni vari gradi di amministrazione locale subordinatil e alle loro esperienze, come ad altrettanti laboratori e risultati sperimentuli da usufruire per i fini su– premi della vita nazionale. Nella fattispecie il Campbell Bannermann alluse alla grande responsabilità che lo amministrazioni municipali hanno nel riparare al processo di ..dege- nerazione fisica, che l'urhanismo 1 non corretto dalla scienza, tende ad indurre nella razza, e nel prepa– rare invece all'Impero un " esercito di cittadini, sempre più sani, forti, intelligenti e savi, devoti al– l'onore o al dovere ,,. In sè, questo discorso non contiene grandi novità; ma, pronunciato in Glasgow dall'uomo che copre la più alta carica nell'Impero più vasto che la storia conosca dopo quello di Roma, e nella nazione, che conta la più lunga esperienza storica di libertà e che ha risoluto il problema di far servire alle iui• ziativc più ardite il prestigio e la forza psicologica che sempre è inspirata dalla soprav,•ivenza maestosa di antiche e venerate istituzioni, esso ha un signi– ficato sociale e morale profondissimo e vastissimo; .esso è il suggello definitivo sul successo dei principi di poli.tica costruttiva, destinati Rdominar l'a,,venire. E l'Italia non dovrebbe esser sorda al nuovo verbo. La scoperta del Crookes, cli cui ora si divulga la novella, per opera della quale diviene possibile usare l'azoto dell'atmosfera per aumentare la produttività agraria, può a,•ore per l'Italia un'importanza forse uguale a quella che il vapore ebbe per l'Fnghilterra. La nuova scoperta non può avere il suo sfruttamento più rimunerativo che laddove il costo dell'energia elettrica ò minimo. Questa condizione è soddisfatta specialmente in Italia, grAzie alla inesauribile ab– bondanza del cm·bone bicmco. Mercè la nazionalizza– zione de!le fonti d'energia elettrica o la loro muni– cipalizzriiione, l'Italia potrebhe risolvere il problema di diventare la principale distributrice di prodotti azotati, almeno per l'~luropa, ossia, in ultima istanza, la distributrice del pane quotidiano alle nazioni, a patto che questa nobile ambizione non sia sacrificata allo solite preoccupazioni fiscali del Governo centrale. E, con questo monopolio naturale assicurato, po– trebbe gradualmente procedere alla abolizione di tutti quegli oneri, che attualmente pesano sul con– sumatore non meno che sul produttore, per effetto del suo contraddittorio sistema doganale tributario. A. CRESPI. Un bell'esempio dimunicipalismo profilattic Io occa:iiooe della Mostra milaoese 1 quasi tutti i Co– muni italiani hanno inviato il loro bilancio civile, rappre.o;ientato dalle cifre statistiche analitiche della natalità, della morbilità e della. mortalità. Tra questi bilanci, alcuni sono degni di nota. speciale, sd è esa– minandoli che si comprende quanto logica ed esatta sia l'idea 1 che ha spinto la Francia democratica a rag– gruppare1 in un Ministero, le questioni del lavoro e dell'igiene. La noncuranza atavistica per la vita e per la salute, il dispregio per la bellezza dell'esistenza, e il nessun calc(IIOdel patrimonio rappresentato dalla vita stessa e dalla integrità funziona.le dell 1 organismo 1 fanno si che, in molte delle rugioni italiane 1 il fattore sociale ed economico dell'igiene non sia preso io alcuna con• siderazione. Anche la parte meno incolta (o reputata tale) della popola1.ione non vede ancora nettamente i rapporti positivi - non parlo di quelli idealistici 1 che qui non contano - intercorrenti tra la ricchezza pub– blica e privata, e la vita e la salute. Questa ignoranza si è materiata nel senso di curioRità - cito un esempio recente - che ha accolto io Francia il connubio tra igiene e lavoro, iu occasione del nuovo Ministero che appunto dal lavoro e dalPigiene prende nome. La. curiosità non ha ragione d 1essere per chi appena appeua sa valutare al loro giusto valore la sa-

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