Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906

324 CRITICA SOCIALE l'Internazionale, ma il regionalismo. Presumerebbe lli significare quel che di granrle o di puro è nelle anime elette, le quali, oltre i conf\oi che distinguono lo na– zioni, intranedono i sego! di più alti destini por il ge– nere umano; mentre ci dà lo spettacolo della racbitide, impotente a rendersi l'idea cli po.tria, ancora ranuiechiata a basso sentimento di regione o di campfl.nile, ancoiln serva inconsapevolmente do\ Borbone o del Papa. L'In– ternazionale non si alimenta di queste miserie; ma si yerrà formando daIle costituzioni patrie, forti e forte– mente amate. VI furono socialisti i quali, osservando tra popoli sel– vaggi che l'amore si compie senza riti di sorta alcuua 1 ci volevano gabellare tale stato di animalità per " li– bero amore n di marca fluo.. i; inutile dire che l'istituto del matrimonio rappresentn, in paro.gane, una forma altn o dogna dl civiltà: come il sentimento di pntria ò, in cospetto di certo antimilitarismo, quel che di meglio ci a\'nnza, nell'attesa del socialismo integrale. La passata Direzìone del partito socialista conrorlò le birichinate dei ragazzi socialisti aiutandoli con denaro In pubblicazioni elle finirono sotto le grinfie della po– lizia. Speriamo che il JJarlamentino dei trentacinque sia più saggio. E sarebbe anche bene disciplinare la propaganda che si ra, In nome del partito socialista, dai suoi rappresen– tanti ufficiali, e non porllore di vista l'opera cli molte e molte Sezioni. In troppi luoghi, specie nell'Italia meri– dionale, si ra passare di frodo, per socialismo, tutto ciò che di mm1cbino vivacchia all'ombra clel campanile. 'J'roppe volte gli interessi locali, che non AOnonè socia– listi nè democratici, tengono Il luogo dei programmi. Arcade perfino che i socialisti prestino le loro forzo a questo o a quel " partito localo "' vale a dire a una camorra. E, per compenso, il socialismo in questi esempt si orna sempre del titolo di rivoluzionario. Oh! so quei socialisti, elle propongono inchieste per tutto e per tutti, ne facessero una per conto loro 1 sopra sè medesimi! ... 0AR7.IA ÙASSOLA.' Garzia Cassola non s'è ancora riconciliato coll'ine– steticità del voto integro-riformista di Roma e ha parole aspre per noi e per tutti. Speriamo che, dove ci attribuisce l'intenzione dell' « ingiuria n verso di lui, adoperi la parola nel significato latino. Nega di ,,eder fosco, ma la penna, pur nello scrivere questo, è intinta nella seppia più pura. 'futtavia non ci attenteremo noi n smorzare la sua voce o a im– bavagliargli la bocca .. Il pessimismo è una .forma di ottimismo dell'ideale, in contrasto con la realtà, e la critica è salutare, anché so molesta. Noi - badi a questo il Cnssola - non siamo molto più ottimisti cli lui: siamo soltanto, forse perchè un tantino piil vecchi, alquanto più rassegnati. Anche noi sognammo pc1· non breve stagione un partito socialista molto più omogeneo, più coerente a se stesso ed anche pili sincero. Ci sdegnammo cogli uomini anche prima e più ficnuncnte e dolo rosamentc di lui. La loggerezz11, l'incoscienza, con la quale si sciuparono situazioni meravigliosamente favorevoli al proletariato italiano 1 p0r la frenesia di un applauso, per la ttnccifiità che teme le fugaci fischiate della folla come fossel'O colpi di cannone, steso un velo di triste~:i;a sul nostro cuore. l\Ia poi ci facemmo, e ci dovemmo fare, e;omc suol di1·si, una rngione. Riconoscemmo che ciò che avveniva era inovitabile, che l'opern di tnluni, più coraggiosa, più disinteres5ata, avrebbe potuto ritarda1·e, atte– nuare forse, la crisi, non evitarla. Un partito che si allarga, che dev'essere il partito delle masse incou- ,,cie per elen1rle a coscienza, non può non inquinarAi, 11011 può non piegare. 'l'utto ciò avrà la sua soluzione, sia pure con immenso sperpero di forze, traverso tappe dolorose. L'esperienzl\. insegnerà quello. che l'intuito di pochi non hastò nd insegnare. Ma 1'111se– goamcnto sarà più saldo e sicuro. Conviene saper attendere; snper pazientare. Non vediamo noi un po' dappertlltto i segni del rinsavi– mento? Cassola sdegna di notarli, perchè il rinsavi– mento non avviene d'un colpo, nelle forme della lo• gic11 pura. Vi è un certo neo-riformismo d'opportu• 11iH1 1 moralmente pii1 spregevole del v1.1cnoed osten• tato rivoluzionarismo di prima Che importa, se anche questo è segno che l'esperienza ha cominciato a dare i suoi frutti e ad imporsi? rei rapporti coll'intcgrali8mo, che fu, a confe3· sionc dc' suoi stessi teorizzatori, nient'altro che una mossa tattica. per spingere o trascinare verso di noi uomini e cose, noi siamo però impegnati ad assu– mere un atteggiamento molto preciso. Potevamo - come foce il Cassala, che rimane coerente a sè stesso - riprovare quella moss1t sdegnosamente, ritenen– doln. più dannosa che utile, o non mescolarci a chi se ne faceva comunque fautore. ]ifa poichè, librato il pro e il contro obiettivamente, e pur non rispar– miando le critiche che erano del caso, eleggemmo di trangugiare la forma per la sostanza, non è il caso di parlare di perfidia nè di furberia, a propO· sito dell'opera di altl'i nostri amici, che perseverano in quell'atteggiamento. 1~ il caso piuttosto di parlare di coerenza e di lealtà. li blocco integralista, per forza di cose, dovrà es– sere esso stesso epurato e disintegrato. Noi 11011 ri– nunciammo ai diritti della critica. Ma, appunto per ciò, nessun infingimento ci è necessario, e nessuna asprezza ci è utile. Noi veùiamo che la logica tra– scina e dobbiamo aiutarla serenamente. L'importante è che le masse 1 che non trovarono altro modo di essere riformiste che traverso la formula confusa dell'integralismo 1 intendano sempre meglio quello che hanno interesse a essere o che realmente esso sono. L'intransigenza non fu tutta racchiusa nei mille voti dell'ordine del giomo Lerda, nel quale paL·ve agonizzare. li sindacalismo rivoluzionario, battuto ma non spento, agirà da reagente efficace per determinare più logici aggruppamenti cli idee. E così, senza forme inquisitorie, anche l'inchiesta, che il Cassola vorrebbe, del partito su sè stesso, si furà. Xoi pensiamo che al futuro Congresso tutto le Sezioni del partito dovrebbero portare, non già or– dini del giorno più o meno sgangherati, come quello, eccezionale del resto, di Corleone, e non già man– dati imperativi, ma. Relazioui succinte ed obbiettivo di ciò che hanno fatto poi proletariato delle rispet– tive circoscrizioni. Cooperntive, Leghe di resistenza, opere educative, ecc., ecc. Sarà utile organizzarn un questionnrio minuzioso. Il futmo Congresso dovreb– b'essere un « Congresso di cose ,, e darci un censi• mento esatto·delle forze e clelle azioni. Sarà questa la migliore pietra di paragone di tutte le tendenze, so " tendono n davvero a qualche cosa di attualmente concreto; siamo certi che Cas– sola è d'accordo con noi nel non temerne affatto i risultati. LA CIU'l'ICA Prof. GIOVANNI )ION'l'lmARTINI LELEGHE DI mGLIORAMENT f1·a ,t contcullni ,lell'Oltl'epò vavcse Centesimi 20 (Presso la Critictt Sociale).

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