Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906

Critica Sociale f?/V/ST .f/ QU/NfJICIN.fllE fJEl SOC/.f/USl!f(J Nel Regno: .Anno L, 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,5p. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V, E. 23 Anno XVI - N. 21 Non si vende a ,nun.e-J"i seplwati. MIiano,1° novembre1906. SOMMARIO Attualità. 1 socta/lsU e lt $J)t8t mUUod (l,A ClUTrCA SOCIALE). U11 1 l11chLtsla che 11011 si farà (O.1.RZ[ .l CASSOLA O Il\ CRITICA). Il Vorwiirts t U Congresso dl Roma (t. m.) L'Jn•tdtnt/.81110 (IL MACCIIIAVIU.LO ). J 111/0Vl 0l'IZZ0II/J dtt 11101:Lmtnlo 0J)tl'(ll0 (A>lll,CARI:: STOIICIII), Studi sociologici. 1)(11/(I di.clllm-rulo11t dti. (li.,·UU (H ,lfm1tfoto a,, Comu11l1lll, Il (Pro• tessor n. ilONllOLl'O). o,i ll/fld ,mmtc/V{dl dtllt NIBt hl Gtr111a11la (l'ror. E. R•:MT.rnELLI). Fllosofia, letteratura o varietà. Jt mi.o taso: a proposlto di un'agltazlouo por la rlformll. d('I Codloc ponale In tema di dlffaml\ZIOne (A. STORCIII). CrOll(lca &ciul,: Il primo Congresso Internazionale contro la <1lsoo• cupazlone (Prof. I-'. I'AOLIAIU). J.'ra l,lbrt '- R1I1I,I,: g Per u1H1teorica dolia previsione soolologica ~ di A. Umtnfo11t (.r. i,.) Ai ritardatari .f/ giorni i pochi nostri abbonati, che non hanno ancora inviato l'importo del secondo semestre, riceveranno la qui– tanza a mezzo postale. 'Preghiamo la loro cortesia di di– sporre per il pa,r;amento. I SOCIALISTI E LESPESE MILITARI Marte, dunque, bussa di nuovo a quattrini. Saranno i 350 milioni del generale Viganò, in amichevole con– fabulazione con Vittorio Piva, da inscriversi - e si capisce I - nella parte straordinaria del bilancio, suddi\'isi in tre o qmittro esercizi; o sarà una mi– seiiuccia di pochi milioncini, consolidati e quasi na• scosti neHa parte ordinaria: certo è che dell'attuale " peculio castrense n nè Marte terreno, nè Marte marittimo mostrano di \'Olersi appfl.gare. La questiono ùoll'aumento delle spese militari fa passarn in se– conda linea quella degli sgravi, seppure non la met– terì, completamente a dormire. Non per questo noi socialisti ci strapperemo i ca– pelli. Il giorno stesso che si votò la conversione della rendita, firmammo, nuche noi che scriviamo, una mo– zione alla Camera, che parlava di sgravi. Ma era più che altro una mossa tattica, una puntata d'arresto provvisoria, l'accensione d'una ipoteca sui previsti risparmì, perchè il Moloch militare non no facesse u,rn spanciata. Di una politica di semplici sgravi - chi segue dtl anni la uoetra pubblicazione lo ricorda - non fummo mai entusiasti. Altra cosa sarebbe se si parlasse di una profonda e razionale trasforma– zione tributaria. Ma per questa i tempi non sembrano ancora maturi - dovrebbero essere fradici ! - e a parlarne, oggi come oggi, sciuperemmo gli inchiostri. Diciamo dunque delle spese militari: e vediamo cli parlarne, se è possibile, senza gridare ai "succhioni .,, senza additare su ogni nave la corazza di burro, senza invocare neppure Ja testimonianza del re del Siam, evidentemente il solo onesto dei coronati. Questo genere di antimilitarismo ~ cho fa cioè tralignare la critica misurata in una. specie di ossessione, cho verte frodi e allarga il sospetto dappertutto - ab– hh11no sempre dubitato che ottenga esat.tamente Jo scopo opposto a quello che dice di proporsi. TJaesa– gerazione eia un lato desta la reazione dall'altro: la violenza dell'attacco fa sospettare il partito preso o fini troppo diversi da quelli della difesa del territorio, per non mettere in allarme anche i meno militaristi fra i bottegai ciel bel paese; la demoralizzazione, che ne consegue, dello spirito militare e di una ragione– vole fiducia nelle nostre difese persuade facilmente anche i più ritrosi della necessità di aumentarne le forze; e finisce allora. per aver ragione il Barzilai quando osserva che l'essere stati magari traditi dal chiavaiuolo che ci ha serviti sin qui non conclude alla conseguenza - finchè i luclri gironzano intorno - che si debba fat· senza, acquistandola colle debito cautele, d'una serratura alla porta di casa. C'è bisogno di dirlo? Noi non siamo punto her– voisti. Repntiitmo lii patria. una ncccssitit storica e un valol'C sociale - un passo indispensabile verso l'ideale di quella patria più grande e riconciliattt entro sè, alhl quttle aspiriamo appunto perchò socia– listi. Non crediamo, co11Arturo Labriolit {edizione del Congt·eH&Odi Roma.), che la nostra fortuna na– f:lcerà dalle nostre batoste. Se la patria Fosse minac– cia.ta, correremmo a dil'cnderla con tutto quel po' di fiato c he ci rimanesse. :Mentre hlvoriamo 11 miglio– rarla, non \'Orremo distruggerla : non faremo come quel cotale che tirava una coltellata. al cuore del \'icino per " insegnargli a vivere n· Ciò non di meno, siamo ben dech,ii ad impiegare tutte le nostre energie per e\'itare un rincrudimento qualsiasi delle spese militari. Non solo: ma, se fosso possihilo, ne vorremmo la più ardita ridm;iono, Siamo dunque disposti a concedere ai ladri il saccheggio della. casa comune? La " frase II dell'amico Barzih1i pone, secondo noi 1 molto nettamente IA. questione. ( ladri gironza11O davvero nel quartiere? La serratura è necessaria? 1~: necessal'Ìa 1 ad ogni modo, una serratura rinforzatti? Vi è un punto, in tutta questa discussione, che viene generalmente sorvolato o accennato di fuggita. ~fa è; ci pare, il punto capitale. Si parln di politica estera, cli trattati di A.lleanza, di costellazioni di Stitti, di equilibrio delle forie, di n't 1 w1che, di pangerma– nismo, di panslavismo, di Albania, di interessi ita-

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