Critica Sociale - Anno XVI - n. 6 - 16 marzo 1906

90 CRITICA SOCIALE Nè i socialisti, destri e sinistri - malgrado i tuoi incitamenti animosi e pronti, o amico 'furnti! - fanno eccezione;chè anch'essi sono malati dell,1,tabe retorica e sanno meglio organizzar comizi e imbastir discorsi e discettare avvocatescamente sul sindacalismo e sul ministerialismo che circoscrivere, volta per voltfl, con fermo e lucido proposito la lorn attività nella cerchia limitata e determin,tta di anche un sol ca• poverso del lor programma minimo; il quale, per tal modo (dol programma massimo non mette conto di parlare, perchè ò inteso che esso..... sarà di com– petenza dei nostri nepoti!), è sempre cosa da opu– scoli e da archivio e quasi per nulla affatto elemento vivo e operante della storia che diviene. Quanti " motivi )1 d'agitazione - proprio« motivi n letterari, niente pii1 ! iu pochi anni, anzi in pochi mesi! E via via quanti comizi, quante discorse, quanti articoli! Prima, se non erro, fu la volta dell'anti– militarismo e, un po', del J)acifismo. Poi - abban– donata la grossa e delicata soma della guerrn al militarismo agli inesperti circoletti giovanili e ai malaccorti e anarcheggianti ripetitori nostrali del– l'herveismo transalpino) e la nobilk,. ma 1 almeno pel metodo, talpoco tolstoiana e metA1ìsica propaganda della pace a J;Jrnesto 'l'eocloro Moneta e a' :suoi ge– nerosi seguaci e coadiutori - si proclamò di voler andare in marcia serrata all'assalto dell'attuale ta– riffa tributaria, per una.nime consenso la pili iniqua e vorace d'Europa e, soprattutto, la più antiprole– taria, e, insieme, di voler provvedern, tolis viribus e senza la mora di un giorno, al risanamento econo– mico, intellettuale, morale 1 e chi piÌl ne ha più ne metta, del Mezzogiorno. Ma anche della questione malinconica e arida dei balzelli presto ci si stancò, e lasciammo che continuasse ad occuparsene quasi da solo Ivanoe Bonomi; e, quanto alla bassa Italia, la mettemmo ancora u11a volta nelle mani di dio, accontentandoci - perchè non paresse, dopo le so– lenni risoluzioni o le magne promesse seg-uìte al terremoto cah1brl:.:se)che cc ne fossimo scordati - di abbinarne il problema ..... al suffragio uniYersalc, che fu detto 1 e forse non a torto, il pill efficace toc– casana per l'Italia del Sud) ma che è anch'esso ornai.. passato agli archivi. Gli ha recitato l'epicedio, nel suo bellis8imo articolo del penultimo numero della Critica, il mio buon Ya.razzani, ostinatosi, come l'on. )(irabe\Ji 1 nella fatica mel'itoria) ma inane, di gal\'auizzare un morto. E ora..... siamo all'anticlericalismo! Non so, per Yero, se ancora se ne parlerà fra otto o quindici giorni; ma certo ora se ne discorre molto: da Roma, ove il 17 febbraio si ehbe una grande manifestazione per Giordano Bruno, a Milano, ove gli " aYanguardisti " della. -~'ederazione socialfsta, freschi degli allòri riportati nella recente gara per l' U111anifr,ria, in cui si fecero in quattro per dal'la vinta ai preti e alle nuove coorti reazionarie sbucate, colla croce in testa e il curnto ai fianchi, dalla Vandea lombarda, tennero la sera del 22 un apposito comizio espiatorio, cioè anticlericale. E se ne discorre non soltanto dai sociali:ìti e dagli pseudo socialisti, ma a\tresì dai democratici, hf)ecialmP,ntc sacchiani, per tacer dei massoni, che sono di professione anticleri– cali; e da tutti, cli conserva, si riconosce che è tempo di finirla col vecchio anticlericalismo di parata, il quale non ha giovato che a fortificare il dominio e l'invadenza dell'aspersorio e ha fatto una ignomi– niosa bancarotta ad opera specialmente degli ultimi Ministeri siuistro-clericaleggianti, e di inaugurare una nuova maniera, un " novo stile,, di anticlericali1-mo 1 meno verboso, meno fracassone, più sost/\nzioso, piì.1 coerente, più deciso. Grandi e bei propositi insomma, ma che ci la– sciano scettici e dubitosi; e non perchè lo scetti– cismo sia la nostra abitudine e la nostrn sapienza, ma perchè - mi esprimerò con una figura eròtica - poco ci si può fidare cli chi è passato via via, senza nozze e senza figli, dall'uno all'altro amore e pur continua a protestarsi disposto e c,ipace. ]~ anche questa volta temiamo che la democrazia nostrale faccia e sia per fare, per un mese alla _più Junga, dell'accademia..... plntonica: null'altro o, almeno, nulla di meglio. ~ pur l'ora è pericolosa e preziosa, e l'accademia è oggi piì1 che mai un delitto. E giammai come adesso ci augurammo di esser falsi profeti. Poichè giammai - dal ''70 in qua - il problema del cleri– calismo fu così grosso e minaccioso; giammai così insistenti e procaci le blandizie della Chiesa, e così fiacche le resistenze, anzi così incoraggianti i civet• tamonti della borghesia sedicente liberale; giammai così ardito, visibile, numerabile il nemico. La bassa forza, il contadiname (sia Iunge il disprezzo dal YO· cabolo !) ignaro, fanatico, stoltamente prono al pa– drone e al prete e ostile a chi gli rivolge una parola di redenzione, fece mostra di sè, per lo vie di "Mi· !ano, or fan poche sebtimane, e apparrn paurosa– mente fitto e compatto; lo stato maggiore - cioè gli " intellettuali 71 di giudizio, mondi da eresie socia– listeggianti e ubbidienti al ve1·bo del Pàpa 1 che vuole le forze cattoliche unitariamente costituite e pendenti dal cenno dei vescovi - andò, giusto di questi dì, dissertando con pugnace, se pur ortodosso, vigore nel convegno di Firenze sullo statuto della nuova, triplice organizzazione clericale, che si appresta ad accoppare, oltre ai socialisti marxisti, i.. .. socialisti cristiani, e anch'esso apparisce tutt'altro che una qucmtité négligeable, numericamente e intellettual– mente. Da una. parte la Chiesa, pur senza l'inunciarn espli– citamente a.Ile sue rivendica,doni temporali, mira a•J avere in ftalia quello che ha perduto, e va finendo eroicomica.mente di perdere, in .li'rancia, cioè una condizione assolutamente di privilegio, le funzioni morali ed educatiYe dello Stato in sua ba.lìa e tutta la vita pubblica aperta alla sua iu\'adenza e al suo protettorato, e offre in ricambio - e già. ne diede una caparra al Giolitti - le sue schede e i suoi ..... Cornaggia nelle lotte poliliche, come da un pezzo fa, e non senza patti usura.i, nelle gare amministrative; dall'altra. una folta ala della borghesia, clil·emo così, nazionalista è impaziente di fondersi una buona volta con il partito nero e di succedere ai cattolici fran– cesi nella grata situazione di " figlia prediletta n e di :-.osteguo e consolazione precipua del Santo Padre e della - santa anch 1 essa? - curia vaticanesca, ed è lietissimamente pronta a rinunciare per sempre a qualsiasi velleità sanculotta, a rompere del tutto i ponti che ancora posson tenerla unita alla anche più blanda borghesia libero-pensatrice, a dar di l'rego, con la penna del marchese Crispolti e - possiamo aggiungere - di Antonio Fogazzaro, alle conquiste filosofiche e, dove al Sillabo piaccia, scientifiche del diciannovesimo secolo, a togliere persin la lettera delle leggi sulle Opere pie e sulle Congregazioni religiose, ad abbandonare la scuola - piÌ.l ancora che già oggi non sht - alla. mercè e alle cure 1 eb· domada.riamente illustrate ed esaltate dall'Asino, delle suore e dei preti e dei frati paesani ed esòtici. Questo è che dall'una e dall'altra riva si vuole, e lo disse a chiare note, sconfessando implicitamente e, forse, intenzionalmente monsignor Bonomelli, di• chiaratosi, con mossa imprevista, favorevole alla se– parazione (1), e parlando a nuora perchè suocer!t in- (1) Quol oh'ora upponu !m1)llolto non·euc!ollcll al frnnoos1, dh•enne molto, e eruclnnumte, esplicito nellu notll lt>Uern pup1Lledegll ultimi del PASSA.IOmese o.I vescovi lombo.rdl; lettera cho ru lUHl SCOllfcS•

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