Critica Sociale - Anno XVI - n. 4 - 16 febbraio 1906

58 CRITICA SOCIALE Chi ba sentito parlare di 2i6.104 cavalli nella pro– vincia di Ancona, di 141.922 in quella di Reggio Calabria, di 52.515 in quella di Fil·enze? Ma, non ostante questi errori assolutamente enormi, e di cui non si può neanche lontanamente comprendere l'origine, siccome nello grandi medie la loro entità può lasciare una traccia minore, o sono distribuiti con am– mirabile generosità. così al Nord come al Sud, così quelle cifre possono, se non altro, indicare nel modo più gros– solano che la distribnzione delle forze idrauliche uti– lizzabili, in Italia 1 non è poi stata fatta da madre na– tura con criteri di soverchia ingiustizia. Si può anzi af• fermare che certe provincie dell'ltalia Meridionale sono in condizioni assolutamente privilegiate. Il regime di un fiume è dh•ersissimo, a parità di pioggia, a secouda che è costituito da terreni impermeabili o pcrmeabili. ln uu bacino impi:wmeabile Pacqua di pioggia si ferma completamente alla superficie: resa satura questai scorre e, riunendosi nei riri o torrenti, forma piene SJJCssocolossali e disastrose, a cui fanno invece riscontro magre sentite nei 11eriodi di s,c~ità. Nei fiumi a bacino permeabile corrispondono ca– ratteri affatto opposti. L'acqua non imbeve solo la su– perficie restando così CS}losta ai raggi solari per una rapida evaporazione, ma penetra lentamente in cavità sotterranee, riapparendo a mezzo di copiose sorgenti, con regime solitamente assai regolare. Quindi piene secondarie e magre poco sentite; le roccie permeabili si può dire che funzionano da gr,1ndi ser– batoi naturali, sottraendo acqua alle piene, e restituen· dola gradatamente, a seconda di misteriose leggi dovute ai percorsi sotterranei, nei periodi di siccità. 11 modo di aumentare o diminuire questa dh•ersa po– tenza regola trico dei terreni è dato dall'imboschimento ( 1 ). Nei terreui impermeabili questo facilita l'assorbimento della pioggia, mentre nei permeabili lo ostacola (2); nel• Pun caso migliora il regime di un fiume, nell'altro lo peggiora. Ora, non è chi non vecla la grande importanza, così dal punto di vista agrario come da quello industriale, di un regime relativamente regolare dei corsi d'acqua, con assenza di piene colossali o di magre e siccità pro– lungate. L'impianto per sfruttare l'onorgia cli un fiume va 'proporzionato, se non alla portata minima assoluta, alla miI1ima normale. Pilt questa è elevata, ed, a parità di condizioni, piì1 consigliabile è l'impianto. In JJarecchie provincie dell'Italia Meridionale, ·assai diffuse sono le roccie permeabili, e q uiudi numerosi i fiumi e torrenti che, non ostante le prolungate assen7i..e estive di pioggia, conservano tutto Panno una elevatis– Bima portata. La ripidità delle vallate appenniniche, il loro breve coreo, rendono possibili fortissime cadute, e però alcune provincie, e non poche, dell'Italia Meridionale, dal punto di vista della produzione di ingentissime quantità di energia, nulla hanno da invidiare nuche alle più favo– rite provincie dell'Alta e .Media Italia. La grande concessione del Volturno data dallo Stato alla città di 1fapoli 1 il recente impianto del Tnsciano, (I) ParttcoJaregglaU studi In proposito, specialmente pel 1.laclno del Tevere, fecero gli lng. Zoppi e Perrone. (') 111occnsioue Oel dlsasiro di )Iodica, dO\'Uto, oltrccllè ud u1u1.JJ! oggla coloss11.1e,alla dlsposlzlone topograllca Infelicissima della città, si parlò alla Camera dello. nece!lsità del rimboschimento. Nullo. di meno a propoaJto, essendo Il bacino del torrentello, ohe at– traversa MOdiea 1 permeablllSSlmo. sono i primi passi bene auguranti sulla grande via dello sviluppo industriale dell'Italia Meridionale. Volendo segnare dei confini geografici, che non hanno naturalmente un carattere assoluto, dirò che le pro– vincie di Campobasso, Avellino, Benevento, Caserta, Sa– lerno sono le più favorite, e le più indicate da questo regime relativamente regolare dei fiumi e torrenti ad un grande sviluppo industriale, per quanto anche alcune località della Sicilia ~ delle Calabrie possano vantare un discreto regime dello acque. Ma (fatta astrazione dalle .Puglie, in condizioni SJ>ecia• lissime) la parte restante dell'Jtalia meridionale e insu– lare (che è poi realmente la più bisognosa) è costituita in gran parte da terreno impermeabile, con regime quindi enormemente irregolare delle acque, eccetto il caso di una grande diffusione di boschi. Ora, mentre si ha tendenza a diffondere o almeno a mantenere i boschi nei terreni permeabili, che, essendo solitamente calcari, sono poveri e poco adatti ad altre colture, e ciò rap– JH'esenta un peggioramento del regime delle acque; nei terreni impermeabili, ass~i pil, fertili, l'interesse privato tende al diboscamento, oltrechè per i ,·antaggi imme– diati che ne ritrae, anche per adattarvi colture, se non intensive, almeno più convenienti. Ma ciò, che, oltre la costituzione geologica dei terreni e il diboscamento, rende non utilizzabili e spesso dan– nosi i fiumi nell'Italia meridionale e insulare, è la di– stribuzione delle pioggie. Prendiamo una regione tipica, la Sicilia. Si può dire che per sei mesi non vi pioYa in modo apprezzabile: si è dato il caso di 150 giorni di seguito senza una sola goccia di acqua. Ma, anche nei sei mesi che chiameremo delle pioggie, queste non sono distribuite in modo regolare ed uni– forme; ma, spesso iutensi!isime, si raggruppano in brevi periodi. Un esempio tipico, per quanto nella sua gravità asso• lutamenle eccezionale, ci è dato dalle pioggie che cau– sarono il disastro di Modica. Dal :!4 al 30 settembre cad– dero a Catania mm. 389,7 di pioggia, essen".lo mm. 576 1 7 l'altezza media annuale. In un giorno solo, il 26 set– tembre, caddero mm. 260.1 1 poco meno quindi della metà dell'altezza annua di precipitazione. Questa cattiva distribuzione delle pioggie è causa di piene colossali e disastrose, che si ripetono periodica– mente ogni anno nella stagione invernale; di lunghis– sime magre, spesso di siccità completa in estate. Il terreno, imbevuto solo alla superficie, al termine delle ultime pioggie prima\•erili si asciuga rapidamente Jler causa dell'evaporazione e dell'acqua che cede a.i torrenti, tanto più rapidamente quanto minore sono le cause ritardatrici. Si può descrivere, dopo ricerche opportune, per ogni bacino una vera curva cli esa1wime11todell'acqua imma– gazzi,nata, la quale tende a. zero e lo raggiunge (siccità. completa) dopo un certo periodo di mancanza di pioggie. Ebbi occasione di notare, in fiumi perfettamente secchi d'estate, portate di piena superiori ai 1000 metri cubi di ac(j_ua al minuto secondo. Quali le conseguenze ? Intanto una prima 1 su cui ritorno per confermare un concetto già. svolto 1 e cioè che la perdita dell'acqua piovuta, in senso aHsoluto, non è in Italia Meridionale soverchia, giacchò questo concentramento delle pioggie in un brevissimo periodo la diminuisce. Ma altre se ne hanno assai più notevoli. J torrenti, con un regime variabile fra estremi cosl discosti, non possono, salvo casi eccezionali, appunto

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