Critica Sociale - Anno XV - n. 20 - 16 ottobre 1905

306 CRITICASOffiALE sero crollare :Ministeri o forzassero i legislatori a legiferare di ripicca ed all'impazzata. Qui non fu sperimentnta quell'" azione diretta "' che esaurì, eem;R.risultato RJlprezzabile, le organizzazioni elci fer– rovieri, oiigi assenti nel momento in cui la loro nzione pili sarebbe doverosa e potrebbe riuscire effi– cace. Al contrario, l'organizzazione degli agenti delle Poste e dei 'l'elegrnfi si presentò sin dall'inizio come una forza organizzata, comhaciant,e i propri interessi con quelli del servlzio, stimolatrice dell'ernlu1.ionc progre-ssivn. del servizio modcsimo, di cui nei Con– gressi, nei giornnli, per la voce dei propri Comitati e dei deputati nl Parlamento, ri,,elò i difetti, sug– gerì il modo di l'imediarvi 1 fornendo la traccia clcllc riforme possihili e sicuramente efficaci. Ogni lotta di lavoratori poi miglioramento delle proprie condizioni tende - anche inconsapevolmente - a conquistare un'armonia più perfetta e pit'1 snida nell'organismo industriale, e con ciò a un perfezio– namento tecnico e sociale dell'economia del paese. Questo aspetto del fenomcmo è velato, nello indu– strie private, dal conflitto violento e immediato cleg-li interessi fra capitalisti o impreDditori e operai. '1'11lc conflitto non ò necessario nei servizi pubblici. Lo Stato, non sospinto dalla concorrenza, non ha bisogno nè interesse a farsi sfruttatore, può con proprio van– taggio considerare nell'agente il cittadino, e l'agente del servizio di Stato può influire sul Go,•erno e sul Parlamento, nè è inchiodato nel dilemma di essere o sfruttato o ribelle. t incalcolabile la forza e il profitto che può recare ad un pubblico servizio la. collaborazione volonterosa e ben accolta di un perso– nale organizzato, tecnicamente competente, che sentn. la coincidenza del suo proprio interesse collettivo coll'interesse del pubblico e si adoperi nel effcttuarlft. Questa forza non fu affatto avvertita nò saputa sfruttare dal Governo del nostro paese. Un Ministro, che ne n,•cva l'intuito, ebbe vita ministeriale breve e tribolata 1 e finì per lasciarvi col portafogli la pelle. li successorf', più geloso della propria igiene, tenne tutt'altro cammino. Sciolse la Commissione, che do– veva dare nel regolamento il patto di lavoro fra gli agenti e il Governo, per cacciarne il rappresentante cli fiducin del personale 1 e sottrasse il regolamento acl ogni discussione, ad ogni ispirazione, ad ogni preveutivo controllo degli interessati 1 perchè piombi su essi come un ukase, irreparabile nelle lacune, sgradito anche in ciò che avesse di migliore. Quando, testò, il disordine acuito del servizio chiamò lo stesso Ministro nella nostra città, esso fece e disfece in poche ore, traslocò un direttore per gli abusi che quel direttore aveva tolti, punì, senza sentirlo, un agente che meritav:\. la fiducia dei colleghi e ne moderaYa lo impazienze, e si fece un debito di non interrogare - sui difetti del servizio -- il personale che lo presta e che invoca,•a di essere ascoltato. Occorre che gli agenti sentano bene ch'essi sono clei semplici strumenti, degli stranieri, delle cose. Se le cose hanno lngrime e lamenti, soccorreranno i trasfe– rimenti II per esigenze di servizio ,., ! Tali i criteri coi quali si reggono i sef\'izi mag– giori e pili delicati del 1>aese: e gli effetti si ,•edono ad occhio nudo. La nazione ò colpita nei suoi traf– fici, nelle sue comodità, nella sua ricchezza, nel suo lavoro quotidiano. Non le giova essere saggia, pa– ziente, previdente, operosa; v'è chi sa essere scon– sigliato e dissipatore por lei. Nelle ferrovie, come nrlle Poste, come ovunque, lo Stato italiano non sa prevedere 11) provvedere; esso tradisce il suo man– dato, fomen:a 1 come a diseg-no, l'irritazione e lo spi• rito di rivolta e diffonde l'anarchismo nelle persone e nelle cose. Il sov,·ertirnento viene dall'alto, e lo Stato, come invaso da mania suicida, non ha altro maggior nemico di sè cho sò stesso. LA CRITICA SOCIALJ.:. IL CONGRESSO DI JENA rl'ramoutano gli Dei e tramontano anche i Con– gressi socialisti tedeschi. Chi non ricorda. l'attesa viva di un tempo, la trepidazione con cui si aspet– tavano le deliberazioni dei Genossen d'oltr'nlpe, i commenti e le polemiche suscitate dai loro responsi netti e recisi? Pareva che tutto il proletariato ct1gu– ropa dovesse leggere il suo destino in quello del so– cialismo tedesco; e dalla terra di l\farx e di ~ngels pareva dovesse venire la effettuazione di tutte le loro profezie. Oggi, invece, i Congressi tedeschi non interessano se non i tedeschi e gli scarsi studiosi di politica so– cialista; ossia essi hanno perduta la loro caratteri– stica di fatto internazionale per restringersi alla espressione delle peculiari esigenze nazionali. l~, anche in cotesta. espressione, quanta minore espan• sione ideale di quella che sarchbe lecito attendere da un partito che ha saputo raccogliere tre milioni di voti! J1 socialismo germanico, per quanto, come partito politico, sia il più numericamente forte e, come organizzazione economica., il più vario, saldo ed agguerrito, non ha nulla cli nuovo da insegnare ai suoi fratelli d'Europa che sono già usciti di tutela e corrono alla conquista del mondo con ben altro slancio e con ben diverso ardimento del loro fratello maggiore, preoccupato cli conservare le buone tradi– zioni di famiglia. Perciò, oggi, pii1 che ai Coni:rressi tedeschi, l'at– tenzione del proletariato si rivolge alle esperienze dei paesi pii', democratici - la. l<'rancia, l'Inghilterra e anche l'Italia .... prima che la bufera rivoluzionaria ricacciasse noi caos i primi nuclei della vita nuova. E sono questi paesi dell'eresia - Peresia è sempre una ribellione alla norma e quindi, nel pili dei casi, un fermento di rinnovazione e di progresso - quelli che segnano la strada al divenire della storia. Così che pure oggi si può ripetere, certo con altro significato e con diverso intendimento, quello che Marx scriveva nel 1844, cioò che " il giorno della resurrezione tedesca sarà. annunziato dal canto echeg– giante ciel gallo francese ,,. . .. Chi voglia definire in brevi parole il recente Con– gresso di Jena deve, infatti, asserire ch'esso fu il riconoscimento delle aècuse formulate dal socialismo francese contro quello tedesco. Jaurès, imputato di eresia al Congresso interna– zionale cli Amsterdam, contrattaccò i suoi accusatori ete,•ando u11 vigoroso atto d'ltccusa contro l'inerzia e la r{!,'el'ie mistica dei socialisti di Germania. Voi - diceva il grande oratore francese - rimproverate al socialismo di Francia la sua combattività politica e parlamentare e quasi Io accusate di tradimento per avere distolto l'occhio dai grandi ideali remoti e averlo fissato sulla terra dove si combatte la buona battaglia cli tutti i giorni contro il clericalismo, il militarismo e il nazionalismo. Ebbene, voi, che rima– nete nell'attesa mistica della liberazione futura, che cosa avete ottenuto per la libertà del vostro spirito e per la democratizzazione dello Stato? Mentre voi vi ritraete in disparte, p1rnrosi di ogni contatto, a scomunicare coloro che vi propongono di essere una forza effettiva nell'fmpero, Prmpero sorride della vostra finora innocua messo cli voti e spia il mo– mento cli sfrondare anche i vostri allori elettorali. E allora) quando questa unica via sarà minacciata, vorrete decidervi finalmente a fare quello che noi facciamo? a difendere cioè, accanto ad una parte della borghesia e neffinteresse comune del proleta– riato e della democrazia, le conquiste liberali contro l'assalto delle forze reazionarie? Ecco il problema

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