Critica Sociale - Anno XII - n. 24 - 16 dicembre 1902

81 374 CRITICA SOCIALE urondisti col dennro dello Stato: così l'A·i:a11ti! può ben dire con ragione che, poichò l'Jtnlin merirlionale non hn nulla da. guadagnare nè da Zanardelli, nò da. Sonnino, taccia il piacere di star buona e ns1>cttnrc il futuro Oo– verno democratico, e intanto consenta che i socialisti snh•iuo dalla reazione sonnininnn. le organizzazioni pro– letarie clel Xord; tanto 1>H1 che non certo Sonnino an– drebbe a combattere le camorre e le mnffle del Sud! ~: ai socinlisli meridionali non resta che la divina conso– lazione dei deboli, privi cli nl'tigli per afferrare e di mascelle per masticare: esser generosi e disinteressati rallegrarsi della buona salute delle organizzazioni pro– letarie del Nord, e rinfoderare l'anatema contro Zannr– delli, protettore delle camorre e delle maffie del Sud! Insomma l'antlmìnisterialismo dei socialisti meridlonnli snrà sernl).re uno sfoio di impotenti, ttno a quando socialisti clel ·~orci non credano venuto il momento, J)er lo loro occorrenze speciali, di passare anch'essi all'oJ>J)O· sizìone .. In compenso, l'antiministerialismo meridionale assumerà facilmente delle iridescenze rivoluzionario, ingannatrici fin cho si vuole, ma non prive di efficacia e di conseguenze sulla vita generale del partito socia• lista italiano. Porchò questi socialisti, che combattono tutti i Ministeri reazionari o liberali, e sono nei loro paesi intransigenti per la mancanza di partiti affini o - JJeggio ancora - per la scarsa rispettabilità degli affini in quasi tutti i J>Ochiluoghi dove esistono, e nei tempi di libertà chiamano addomesticati e cMtrati i soddisfatti i'iOCialistidel 'Nord, sono naturalmente 1>ortati a consi– derar sè stessi o ad esser con~i<IC'ratidagli altri come i segnaci autentici del puro socialismo rh,oluzionario; e ))arlcranno della necessità di mutare l'equilibrio econo– mico sul quale oggi si asside In società, e di fronteg– giare con petulante ostinazione, in tutte le sue frazioni, la borghe~ia, che di tali rapporti è, J)er logiche e intui– tive ragioni egoistiche, la consen·atrice strenua, sia che lotti con gli strumenti reazionari del Sounino e del Pelloux, sia cho agiti lo specchietto mistificatore di una inesistente (11el Sud!) libertiL o di qualche riformetta coglionatrice; rimprovereranno il Ferri di aver avuto anche lui col suo " caso per caso " la scarlattina del 111i11isterialismo 1 e si rallegreranno che i: la coscienza, satura di socialismo, del nostro Ferri, abbia deciso di ghigliottinare il II caso per caso ,, di non benedetta me– moria.,, (I). Nei Congressi nazionali, poi, i socialisti meridionali si trovera.nuo n fianco degl'intransigenti etruschi ed allo– broghi, ecl avranno il posto d'onore nel sistema politico eterogeneo e caotico del ·Ferri, li quale condirà spesso con t'olio pugliese la sua. insalata rivoluzionaria. )la sarà. semine bene non lasciarsi · ingannare dalle etichette e dalle parole astratte: il socialismo meridionale, anche quando assuma, col f.abriola o col Merlino, carattere repubblicano, sarà sentJlre quanto di mono rivolu~ionnrio, socinlisticameute parlando, si possa immaginare, e non n.vrà ma.i nulla da vedere colla intransigenza e col rivo– luzionarismo dei ))acsi do"e esistono una classe ca))itali– stlcn o un proletariato industriale: i socialisti meridionali metteranno in seconda linea l'organizzazio11e economica, oppurc, quand'anche, por imitazione del J\"ord,riescano a. crearla, questi~ si trasformerà per forza. sotto le loro mani in organizzazione J)Olitica - e questo si ò gii\ verificato nello Leghe pugliesi - ; chiederanno riforme J>olitiche a ra,•oro della pro1>rietà OJ>pressa dal flsco; faranno la questione morale nei Consigli dei Comuni; t 1) l'aro1c di Rotw·to illuri·"sinol\'Avcmti! 1 x. 2oso, 21 scctcml>ro 190!. a saranno ben lieti di votare per un partito democratico scrio e di allearsi con un partito democratico risJ)ettabilc, ap))ena si presenti sulla scena ))Olitica.Saratrno insomma socialisti in teoria, ma democratici nc11a pratica, e ad essi il '!'urati, quando meneranno J)h'1 scalpore del solito, sarà. spesso tentato di dire quel che disse del Labrioln al Congresso d'Imola: 11 li suo non ò socialismo auten• tico 1 ma democrazia piccolo-borghese,,: e dal suo punto di vista, cioò dal punto di vista dei socialisti del J\"ord, :n·rà ragione. Solo, questa democrazia ))iccolo-borghcse ò uscita dai fianchi del socialismo, ò un'applicazione della tattica economica del socialismo alle condizioni locali, fa la lotta di classe nel solo modo che dalle con– dizioni locali ò consentito; porta sempre in sè la conce• zione socialista come 1>e11siero animatore e luce alla con– dotta pratica; e intanto prepara alla penetrazione del socialismo autentico tutto un 1>nese,che, abbandonato alla democrazia storica, acquisterebbe idee e metodi di lotta daV\'ero piccolo-borghesi e diventerebbe re.fratta rio alla conquista del socialismo futuro. lh:m.rll SCllll'TOII. Giunti alla fine di questa brillantissima diagnosi di Rerum Scri.ptor, ci domandammo: e la conclu– sione? Ya benissimo: il Mezzogiorno ò profondamente malato; esso ha bisogno di riformo politiche, mentre il Settentrione, quando gli siil dato un minimo di libertà, ha bisogno sopratutto cli proseguire nella libera azione dello lotte economiche; le riforme po– litiche reclamate poi Sud poco gioverebbero, qualcuna s11rebbe dannosa, ni socialisti del Nord; la stessa li– bertà non renderebbe meno ostili al Governo i so– cialisti del Sud, che se ne dovrebbero anzi subito servire contro il Governo, per ottenere le riforme politiche (le ot.terrebbe meglio con un Governo che negasse loro anche la liberti\ per ottenerle?!); i socialisti ciel Sud e quelli del Nord parlano due lingue dh·erse e hanno gli uni e gli altri ragione dal loro rispettivo 1H111todi ,·ista; l'antiministerialismo elci socia.listi del Sud non servidt a nulla fin che non diverranno antiministeriali anche i socialisti del Nord, i quali, pel momento, hanno lo loro eccellenti rnr gioni per non diventarlo; il rivoluzionarismo dei socialisti del Sud non è che una lustra., essi sono dei democratici J>iccolo-borghesi~ ma viceversa il loro rivoluzionarismo "' ingannatore ,, ò penetrato di so– cialismo e serve a preparare il socialismo futuro. Supponiamo che tutto ciò sia vero; avremmo qualche motivo per dubitarne, e, a buon conto, non tutti i socialisti del Sud ragionano come i rivoluzionari pic– colo-borghesi della Propagaml<t; non il Lucci, non il Lefemine, non i due Ciccotti, ecc. SuJ>1>0niamo, ad ogni modo, che tutto ciò sia coerente e logicamente congegnato. Ma le conclusioni? Dovranno i socialisti elci Nord rinunciare all'azione che favorisce lo svi• luppo economico e politico ciel proletariato ciel Nord, per un iJ}otetico miglioramento dello condizioni del Sud? I~ ciò, innanzi tutto, possibile? J~ perchè, allora, non viceversa? I~, so possibile fosse, se i socialisti del Nord s'imponessero questo sacrificio contro na– tura, ne otterrebbero il risult11to propostosi? Rove– sciare il Governo che consente lo sviluppo civile del Nord porterebbe oggi a un Governo che darebbe lo riforme politiche al Sud, o non piuttosto ad un Go· vcrno che anche queste contrnsterebbe pili fieramente? J.'erchè, infine, le due cose - sviluppo civile e liberti\ o riforme politiche - sono collegate fra loro come il fine al mezzo. Se una conclusione dovessimo trarre dal belJissimo discorso di /lerttm &ripto,· 1 sarohbe la più desolata e la più desolante. Sarebbe, non la. ·Federazione, ma l'iuterno irreducibi.le antagonismo e la scissione del

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