Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

352 CRITICA SOCIALE in un tipo di socieHt che provvede di\ 1 ersamente a colmare i bisogni oggi demandati al mio ed al tuo. D'ltltro canto, mal si desume lla-ll'fttteggiamcnto che assumerebbe l'uomo odierno, rimpetto ad una magicai subitanea trasformazione socialista, l'atteggiamento cli uomini condotti por gradi ad un differente assetto economico e sociale. Qunndo si ossenn che pcl so– cialismo occorro una mutazione dell'umana natura, si dico una cosa abbastanza vera, pcrchò di ftttto l'evoluzione per giungere alla societìt socialista im– porta una mutazione continua. o progressiva. della natura umana, che rende appunto maggiormente attuabile il socialismo. )/obbiezione ciel James non si regge in confronto del socialismo come punto d'arrivo. Essa può, per contrn, avere un'ìmportanza in pa– ragone del socialismo come movimento. In vP.riti\, vicino a milioni cli esclusi dalla propriet~ inesorabilmente, esistono milioni di proprietari, di as1liranti, o fiduciosi di diYenirlo. 1'11 costoro il sentimento della proprietìt agisce pili profondamente, ò 1111 sentimento educilto e cresciuto dall'uso, ingigantito e sovreccitato dalla aperanza. Queste schiere di uomini sono un esercito sterminato, sul quale è follìa non contare e la cui avversione al socialismo si fonda così su motiYi d'ordine econo– mico come su motiYi d'ordine psicologko. Per conseguenza, anche (1ui il socialismo ha le sue supreme diffìcolfa nel suo divenire piuttosto che nel suo ultimo assetto. Mentre i nostri avrnrsari errano non rappresentan– dosi le condizioni della. società. socialista. ed applicano a questa concetti e criteri huoni por lo stato attuale, noi dobbiamo evitare, per il trionfo della nostra idea intrinsecamente giusta, di a.pplicnrn allo stato 11ttunle criteri e coucctti buoni per lo Stato futuro, con ine– satto riconoscimento dello condizioni della. sociebì nella quale ,•iviamo. l'i-sn, 1/0ctmhrt 1002. ADOLFO Z1muoo1~1O. FRA LIBRI E RIVISTE C1•isl cc:>n.omicl,,f', i:,ciopcd e 01•ua,u:i-::::a::lo11i. 11 1901 fll una brutta nnnnta per gli operai tedeschi 1 e un'anuah\ di prova per le loro orgnniu:n1,ioni. Ln. crisi economica, che imper\'ersò in Germania, influì note\'ol– mente sul m0\'imento degli scioperi e delle organizzazioni dì mestiere Dal 1900 al 1901 il numero degli scioperi ò sceso da 934 a Wò, e il numero degli scioperanti da 116.214a -18.966. Si ò in\'crtita la J)l'0po1·zione 1 constatata nei due anni ))recedenti, degli scioperi offensi\'i, scesi a 290, cioè il -10¼, e dei 1ifensivi, saliti n. 436, il 600/o. Qu,rnto ai risult:lti, nel Hl0I, 2G7 conflitti 1 il 3G,8 °lo, furo110coronnti di successo per gli operai; 171, il 23,6 ¾, condussero a una transazione; 237, il 41,6%, furon per– duti. ~el rnoo, iln·ece, la proporzione era stat.a rispetti– vamente questa: vinti 44 1 1 ¾; transatti 25 1 3°/.,; perdl1- ti 25/>°lo· Si capisce quindi come la maggioranza proporzionale dei conflitti sia cost.ituita nel 1901eia scioperi dichiara.ti in sc~uito nlla riduzione del salario. 203 furono gli scio• ))eri per un rialzo di salnri, e 108 quelli per aumento di salario e per riduzione clelle ore di lavoro insieme, con risultati J>il1o meno soddisfacenti per i lavoratori. On notare nucorn che, negli scioperi per la sop)lressione del lavoro a cottimo o per la difesa dell'organizznziono operaia, la ))l'O))Orzionedei successi ò stata, negli ultimi due anni, più debole ehe nei conflitti provocati da nitre cause. La statistica, rileva Oscar J;'iille nel .Mow.:ement socia• liste (1° settembre), ci dice anche che i padroni non sono mai in condiziono dn. non poter soddisfare le rivendicazioni dei loro salariati. Accade sovente che <leilavoratori siano costretti a dichiarare uno sciopero per ottenere condi– zioni che, nella stessa località, sono già st.nte accorch\te ai loro compngn idella stessa 1>rofessione,senza che questi B1b1oteca l no B1arcc abbiano avuto bisogno di ricorrere nlla lotta economica, e talvolta senza che le abbiano donmndntc. 1•:ccole con– statazioni numeriche fntte in proposito dalla Commissio110 generate dei Sindacati. Su G489 industrie - con 29.307 operni - esi.steuti nelle locn!ifa in cui scoppiarono scio- 1>crinel 1901, ce n'erano 693 in cui 4115 operai a \'evnno ottenuto senza lotta i miglioramenti chiesti dagli sciopc– i·anti: e d'altro cnnto, quei miglioramenti non consiste– vano in fatto che in un desiderio di agguagliare quello condizioni nl livello al quale 1394 altri OJ>ernisi erano trovati <l'un tratto prima che i 4115 sopra notati aves– sero formulata la più piccola domanda amichevole. ... l'-iè meno catti\•o ò stato l'influsso della crisi economica nelle organizzazioni dì mestiere, secondo quanto espone Lcgien in Socialistisd1e Monatshefle (settembre) . .Nell'anno passato il numero dei soci delle Geu;e1·l,·schaften ò sceso da 6S0.427 a 677.510, con una perdita di 3000 soci. Le cause, o meglio le occasioni, ne sono varie. Molti dei ::oci nO\"Cllini ehe si trovano senza litYOro,e sono in Societil da un numero di mesi insufficiente per a, 1 er diritto alla indennità. <li disoccupazione, preferiscono andnrsene dnlla organizzazione. Altri, presi tra la disoccuJ)azione e il la\'Oro sicuro a pntto di uscire dalPUnione, secondo il pnclrone desidern, non hanno scrupolo di andarsene. ~oi vediamo eosl eho il n111norodegli a.ssociati cresce ,lai 1890 nl 1892e scema subito noll'anno ~ucccssivo, anno di crisi,si rialza nel 1803 1 0 tornn:t calare nel 1895,altro anno di crisi 1 quindi segue una linea fortemente ascendente sino al 1000, e col 1901 si nota 1111 regresso nelle orga• nizznzioni dei lavoranti nell'edilizia, muratori, hwornnti in legno, lavoranti in tabacco, e camerieri. Oggi però gli effetti delle crisi sono meno sensi UH i per le organizzazioni che non fossero dieci anni fa, perchè queste finanziariamente si trovano in una posiziouo molto J>il1forte. Cosl, mentre nel 1801 le -10organizzazioni esi– stenti clJUero un minor co,~tributo di 20 pfc1111ig In setti• mana nella misura dell'S0°/ 11 i nel 1901 esso fu, pe1· 56 organizzazioni, solo del 19 ¾; mentre nel 1801 il contri• buto totale fu di 1.1IG.588mnrchi, nel 1901fll di t}.722.720 marchi; e se nel 1895 il contributo medio per testa ern di marchi 4,80 - esclusi i legatori di libri che versavano mnrchi 53,75 e nel 1901 mnrehi 55,10 - esso ammontava a marchi I 1 1 90 nel 1001. i-; infatti ormni penetrata nella mnssa degli orgnnizzaU la convinzione che solo mercè l'aiuto di alte contribu• ;doni una organizzazione può diventare potente. Un'annata di crisi economica porta nnchc un aggravio notevolissimo di spesa per sussidli ai disoccupati ed agli scioperanti. Nel 1901le uscite ammontarono a 8.967.168marchi, una somma enol'me in co11fro11todel 1000 se si pensi che In quota di ~J)esa a testa salÌ da rnnrchi 1-1 n. 49,20 per i cnlzol;\i a mano, da 16,18 a 34,60 per i ramai, e cosi vin; e, se si pensi che per, talune categorie di operni il !ms– sidio di disoccupazione fu elevatissimo e durò per parecchi mesi, si comprenderà. quanto sin. lo spirito rti sacrificio degli operai, e come le organizzazioni non sinno un edificio che possa essere spazzato vin.dal primo uragano. Aumentano del pari, in un pel'iodo di crisi, le S}l0SC por sussidi di viaggio 1 di indigenza, di morte. Però i maggiori guai derivanti da una crisi potrebbero essere scornati qualora si n.umentas;;c il fondo pei sussidi 1 e si rafforzasse la disciplina. Sul1 1 operaio disciplinato le lusingh<>e le minnccie padronali non hanno nzione alcuna. " Si dove dunque concludere, scrive il Legien, che le organizzazioni di mestiere tedesche furono spinte ad approfittare degli insegnamenti rica,,ati dnlle ultime crisi Sebbene le organizza1,ioni, salvo le eccezioni, non sinno ancora sviluppate quanto sarebbe necessario per far fronte ai periodi di depressione industriate, un miglio• ramento ò innegabile. t <lei pari inuegnbile un vant.ag – gioso influsso delle crisi sopra una migliore costituzione delle organir.znzioni. Questa constatazione deve quindi condurre il proletnrinto n non im))iegnre la sun. forza soltanto nelle lotte di mestiere, ma anche ad assicurnl'si u1ui maggiore influenza soprn b\ legis\ar.ione, per riuscire dn ultimo a un ordinamento ra;,;ionale della Jlroduzione è 1 con ciò, alla eliminazione <iellc crisi economiche ,,. STICO$. 0-IUSEPPE RIGAMONTI, ge·l'ente ·responsabile. lllluuo, 17/IJ 1002 • T11)0gra.H!l Operill {Soc. c00Jl.), c. \'ltt. •:m. 12-16.

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