Critica Sociale - Anno XII - n. 15 - 1 agosto 1902
CRITTCA SOCIAJ.F. 2:\3 Ynzione, a. cui gli insegnanti mcdii deYono con la loro orga.nizza:dono sapere addurre il paese. Sono essi, che hanno da agitare feniidamente o praticamente l'idealifa della. scuola.; che hanno da appassionare l'opinione pub– blica. e, con lena infaticata ed accorta, i-pingere il Go– Yerno a. dare a.gli istituti) a. cui essi dedicano il pii'1 bel fiore del loro ingcg-110 e della. loro operosità, un assetto moderno, civile, umano. E, di qualunque parte JJolitica essi sieno 1 n.bbiano ben fermo questo convinci– mento: che i loro guai saranno inascoltati o inani,e vana la. loro unione, fìntantochè il bilancio dell'liitruzione non S/\rà copiosamente accresciuto mediante una coraggiosa falcidia. clel bilancio militare. Questa è la pio,;ra insaziata, che assorbe quasi per intero le ricchezze dello Stato; questo è, per tal modo, l'im1>edimento piì1 grM·e ::ti mi– glioramento della scuola. E qui, sopra tutto, sta, nel mo– mento attuale, il lato J)Olitico del delicatissimo e impor- tantissimo problema. a:. y. L'ITALIA E I TRATTATI DICOMMERCIO III. - Il sistema doganalee le· industrie manu– fattrici. Il problema si presenta sotto due aspetti: econo• rnico e tecnico; la gravitìL di quest'u.ltimo è nello stabilire Ja propor;1,ione del dazio protettivo, dovendo questa. coprirr il dislivello fra l'industria paesana che si vuol difendere o quella similare str:1.niern. Co11\'ien dunque tener conto del costo di produzione; parola semplice a dire, ma difficile a determinare nel suo contenuto. Tempo fa un f'o1·te fabbricante inglese di molJili in legno promosse mm inchiesta per determinal'C lo spese di produzione di tali pro– dotti: su oltre cento risposte, non una concorchtva con l'altra e l'elemento "costo,, appariva diversissimo a seconda delle località. e dei vari stabilimenti. Questo semplice esempio puù dimostrare le difficoltà a cui va incontro un negoziante quando, nei trattati di commercio, deve tener conto degli innumerevoli clementi che costituiscono gli interessi da difendere delle varie industrie nazionali. .ì,: vero che queste quasi sempre agernlano J'opern governativa con memorie e studi compilitti da. uomini tecnici. Ma l'aiuto di tal genere è spesso pit'1 pericoloso che l'ignoranza, e i motivi sono troppo appariscenti perchè dobbiamo qui occuparcene. Lo studio ci è però di molto agevolato dai nu– merosi documenti ufficiali e da alcune diligenti monogrnfìo e studi generali, fra i quali citiamo a titolo di fouti gli Atti della Commissione doganale deJ L887 e del 1892, quelli della Commissione cen– trale dei valori doga11ali, le monogmfìe accuratissime del prof. 'l'ombcsi, del dott. Sabbatini e ultimo, per tempo, ma importantissimo per vnstità. cli notizie e competenza clcll'a.utore, lo studio ~onerale del J)l'O fessore li'o11b11rn-Husso.Valendoci di questo fonti e delle numeroso altre ufficiitli, 11oitrnttcrcmo, con la massima b1·e\•itàconcessa dalla vastiti'1 della materia, il tema pl'Opostoci, incominciando dalla 1° IXDUSTHJ,\. DEL COTONE. Prima del 1872 la lavorazione del cotone era poco progredita. in Italh1. Le cause della. iuferiorità. ap– parvero nella inchiesta industriale del 1870-72: 1,. Gli stabilimenti di filatura nell'alta ltaliit furono eretti per la massima parte sopra corsi di A.equa per valersi della forza itlra.ulica, la quale po1·– tava a una considerevole economia, calcolandosi il costo annuo cli ogni cavallo-vapore di forza aL. 7\JJ,66 e quello di un cavallo•idraulico a L. 246,66. Ma di– sgraziata.mente i nostri corsi d'acqua non sono pe– renni e l'acqua non scorrnva sempre in proporzione suf'ficient.c ai bisogni degli opificì. Convenne quindi disfarsi del macchinario esistente per acquistarne un altro adatto n motori a vapore. 2!1 Sorse allora la questione del combu1tibile. Come osserva\·a l'on. J•:llena, nei paesi ricchi di gia– cimenti carboniferi il combustibile non vale che poche lire la tonnellata; noi Ìlwcce, per rwerlo, dobbiamo sostenere la spesa del nolo, che ne triplica e taJvolta ne quadruplica. il prezzo . .Aggiungasi che, per le macchine ad alta pressione, si adoperano ancora quasi esclusivamente carboni inglesi, i quali, per il coefficiente del trasporto, aumentano il loro prezzo dal L00 al 1.50u; 0 • Il mezzo migliore per utilizzrtre le nostre acque ò di valersene per creare la forza elettrica. Il risparmio ò incalcolabile: non bisogna però nutrire illusioni soverchie sulla loro iJlimitata potenzialità. 3!1 In .Italia non vi sono, si può dire, fal>briche per il macchinario: a calcoli fatti, l'impianto di una filatura in Jtalia costa, per le sole macchine, circa il 40 °/., pil1 che in Inghilterra. 4n Come dice in proposito lo Schultzo Gaever· nitz, con l'introduzione delle macchine sorse in Jn• ghilternt l'operaio nato ed educato per esse, figlio di piÌ:L genera;1,ioni istruite al lavoro delle imprese moderne, e dall'a\·erlo oppm· no dipende in sempre crescente misura .la potenza economica di una nazione. Ora, in Halia, è voce generale, questo ope• raio modello o non si trova. ancora) od è assai raro. La conseguenza appare dal seguente confronto sta– bilito dal prof. Bodio: Xumcro di opor111OCCUl)fltl J)Cr ogni llH\CCh1na e .l!J)CllaglOl'lhtllcra 8.\TTITUR,\ Stiratura per ogni banco nanco in grosso, 70 l'usi circ:i nanco intermedio, 130 fusi Banco in fino, 170 fusi . Filatoio automatico, fusi 900 x 2= 1800 lii llalla [,. 2,00 - 2 ragazzo ,, 2,00-2 1,10 - 3 ,, 1 1 75 - 3 ,, ,, 3,00 - 1 filatore ,, 3, if, - 3 garzoni ,, 1,00 - I ragazza per S})Oliera Totali L. l 5,25 - 12 o perni Ore di lavoro per giorno . . 12 Produzione J)Cr fuso . Kg. O,OIH lu $\'IZ:r.era L. 2 1 40 - 2 raga1.zc 2,00 -. 3 ,, 1,50 - I ragazza ,, 1.50 - I " 4,00 - 1 filatore 3,00 - 3 garzoni 11 1,00 - 1 ragazza L. 15 1 40 - 9 ½ 01Jerai 10 Kg. 0 1 0128 In lnghllterm L. 1 1 80 - 1 ragazza 2,-W - 3 ragazze 11 1 ,so - 1 ragazza. ,, J,80 - 1 ,, 5,50 - I filatore 8 1 50 - 2 garzoni L. 16 1 80 - 7 '/t operai o Kg. 0,0142 NB. .li totale degli operai non è uguale precisamente alla somma dei J )arzia.li , perchè alcune cirre rappre– sentano operai addetti n <lue macchine del medesimo tiJ)Oe che nella somma devono calcolari'li per meti\, A questa. causa. è dovuto il numero frazional'io di operai che si trova per la Svizzera e per l'Jnghilterra. I~e paghe sono già. ridotto alla met:1. Così, per PJtalia, la paga di L. 1 175, indicati poi b:1nco intermedio e per il banco in flno, rap– presenta L. 1,25, paga della maestra e L. 0,50, méht della paga delPapprendist,t.
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