Critica Sociale - Anno XII - n. 15 - 1 agosto 1902

230 CRITICA SOCIALE mettessero sulla loro via. Quelle non potrebbero che I ed hanno la piena consapeYolezzadel loro atto; troppo sottnurc a queste alcuni degli strati. (Jii1 .~11~1ili, l pochi hanno capito che mettersi insieme oggictl - personale suhaItemo, la parte meno colta e pili 1mpul- dopo l'esempio delle Leghe operaie - è ingenuo e su– siva, ~ppurc aduttis~ima,nppunto.pcrchè la pil!assillat~ ' perfluo, ove non significhi animo cosicientemente e sere- d~l h1sogno, ~ compiere lllht funzione J)l'Opuls 1~ 1 a, quasi namcnto deliberato a coml.uttte1·e una vera e propria d1 fon~r~ motl'lce, nel corpo ancora un po' torpido delle I tt l' 1 ~ . 1 tt _ 1J ,. t d (ò fl t" 1 categorie immecliabunentc superiol'i - come questo o a e i e a.:;se_, o. ~ .. on s men e u a e avvor ir o compiranno su quella una utilissima funziono mo- por non spaurire I t11111d1, che abbo1~dauo nella classe deratrice. Avulse Je due mem bm sono coJ pi te da professorale) - non noi sensodemagogico e quarantottesco paralisi j unite, fanno un organismo. Le dividono della parola, ma noi senso che in essa tutti sieno com– ancora i piccoli rancori, !e meschine cliflidenze nate patti, solidali, superiori ai pettegolezzi J)ersonali e so– nel chiuso degli Uffici - quelle stesse che separa• pratutto convinti che Felevaziono del Jlroprio stato eco~ rono già gli operai delle officine, i peggio dai mcgJ io nomico o morale si ha. non da chiede1·e umilissimamente pagati, i provetti dagli apprendisti, ccc., ecc. :\La il poi' via di petizioni, d'inchini, di memoriali e cloll'ap– foudo elci grandi interessi è comune a tutta la 1nassa poggio isolato e benevolo di questo O di quell'onorevole, - tolti solo i capi pii, vicini al sole - come è comune Ja via per tutelarli. E appunto è la federa- ma da ottenere o, diciamolo pure 1 da imporre per mezzo z.ione di tutte queste fonrn che distruggerà i piccoli della stampa, dei comizi, dell'opera. 11arlnmcntare e, il che screzi i, dissipcriL i maMntesi, e sarà educa.tl' ice di ri- pili importa, col sussidio largo e simpatico dell101Jinione spetto reciproco e di solidarietà feconda. pubblica; la quale va desta e c,ittivata non solo con La divisione del lavoro ò ne!Pintcresse di eia- querimonie elegìache, ma con l'esposizione chiara e ri– scuno e di tutti; ò nell'interesse elci movimento ~oluta clei vari e dolenti Inti della questione. gencrn.le . Solo quando i rnri organismi saranno in– teramente svi\up1>ati, çiascuno coi mezzi pii, proficui e per la via piìt indicata, solo allora potrnnno con– vergere la loro azione vigorosa a un fine essenzial– mente comune. Anticipare la fusione è volere la. rnchitide. J~ qui anche può scorgersi un riflesso di quello stesso dissidio che si riscontra. qua. e li\ nel partito socialista o che si ,•uol gabollarn por " dissidio di tendenze ,,; mentre non è che il dissidio fra chi si ispira nllil realtà e ,•noie l'aziono preordinata. e c11l– colnt,:i di lontano, o eh i si credo - e spesso è cre– duto! - pili temihilo, por le grida forsennato, per i semplicismi miopi, per le movenze incomposte; frn In. convulsione che disperde le forze o la saluto che lo crea o le tesoreggia. La convulsione può piacere e giovare a chi cerca 1mic11mente cli abbfitterc un Govemo, di sgretolare una socieH1, non a chi sente le rcsponsabiJità complesse ciel presente e dcll'avve– nil'c. 1 1~ ciò anche spiega questo curioso paradosso: che - a proposito degli impiegati dcJlo Stato - banditori dell'adesione alle Camere cli lavoro e pro– tet.tori ciel diritto di sciopero si levino (oh! grottesca ironia!), e si levino contro cli noi, coloro, propl'io coloro, che clell'orgnnizza.zione e della resistenza pro– letaria si occuparono o si preoccuparono clacchè sono nl mondo .... quanto noi delle loro gioconde pregiu– diziali! LA SCUOLA MEDIA IN 1TALIA A propositodi un articolo di Felice Ceramicola( 1). L'acuto collaboratore della Critica, che nell'ultimo nu– mero di questa rassegna si ò occupato del l'ancor debole e iniziale organizzazione dei JJrorossori mcclii in Jtalia, ha detto CJ'uclee opportuno verità, le quali sarebbe assai bene che fossero lette e meditate eia molti <lei nostri insegnanti, come quelle che, nel loro complesso - mal– grado un ro1·seoccessh•o pessimismo - ris1>01ulono alla realtà. concreta e innegabile delle cose. Jnna.nzi tutto, il Ceramicola hn. colto assai bene il difetto e il pericolo della. quasi neonata e assai incom– pleta unione dei professori delle nostro i,;cuole secon– darie. Pochi hanno ca1,ito questo, sebbene il Consiglio diret– tivo clella Federazione e alcune d1-:lleSezioni piì1operose o pili solerti, ad es. quella di Messina, della quale è anima. il Salvèmini, abbiano ratto e facciano il 1>ossibile pc1·dare all'associazione un carattere virile, ,lechio,mo– derno, affatto alieno dal servilismo cerimonioso e flessibile di troppo associazioni consimili. Molti hanno creduto che h~ loro entrata nella. nuova Società fosse non altro che l'aggiunta, a così dire aritrnetica 1 elci J>roJ)riosingolo in• teresse e dei propri desiderii e guai e sos1>iriai mille e mille dei colleghi consociati,e hanno portato nelle Sezioni soltanto il loro gretto malcontento individuale, il ripicco, l'ìnvidiuzza, l'ambizioncella e, insieme con tutto questo, la pa.,•idn.preoccu1rnzione cli non uscire dalle vie orto– dosse o ossequiosamente risJJcttose, la cura cli non urtare le occhiute e temute autorità o di blnnrlirle o di assi• curarsele a 1Jriori con il conferimento platonico di pre– sidenze onorifiche, con telegrammi di omaggio, con pro– teste cli de\'Ozione inalterabile. Laddove - entrando nella Federazione - bisognava che tutti capissero che un'aura più larga, pili sana, meno vecchia doveva e devo vivifica.re la novella organizzazione, che in questa a.ve ,•ano ed hanno da tacere le J>iccolegare invidiose e le grette lotte intestine, che rattristano tanto spesso la vita già coslpoco gaia dei J>rofessori; che bisognava e bisogna a.vere la mira al miglioramento non del tale o del tal altro insegnante, ma. cli tutti, a cominciare dai paria della scuola, ed essere ben convinti che la lotta. dei professori secondari ò lotta, che investo e riguarda tutto il J)robloma scolastico, e che è lotta non puramente am– ministrativa o clidattica, ma politica o nazionale. Queste cose...eterodosse e rivoluzionarie non le hanno eaJJito o non le capiranno molti, e fra questi special– mente1 ))er ragioni psicologiche ed.... economiche, gli anziani, i titolari di prima classe con molti sessenni, i prossimi a.i quattro quinti della JJensione. Non 11ochi però - massime fra i giovani insegnanti, che sono, in g-enere, i più colti e ì peggio trattati - le hanno JJOr• rettamente comprese, e noi ci auguriamo che siano essi ad a.vere la preponderanza nella Ji'edentzione e a darle un'impronta di vitale, animosa modernità, lungi cosl dalla visibile e inerte circospezione dei paurosi come dalla vacua verbosità dei dilettanti cli demagogismo. Troppo pochi di essi, mettendosi insieme, hanno avuto 11Congresso di l<~irenze,che avrà. luogo in settembre, ci dirì~ se è vano o fondato questo nostro augurio e se (') F. Ct:nuuco1.A, 1Jo1·u<m;.zw:ioi,e r,·<, oli iiistummH <felle scuole i lll'OfO.'~sori italiani sono maturi per la rivendicazione ,ecomuw1e., 111 c1·/.lica socfote, 1° e u1 111gllo 1002. elci loro obliati cliritti.

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