Critica Sociale - Anno XII - n. 4 - 16 febbraio 1902

54 CRITICA SOCIALE dallo posi:doni strategiche e dalla necessità delle nostro condizioni fìnam.iarie molto inreriori. La difensiva. tattica non è possibile fra le for1.c mobili in mare, e quindi anche nella guerra cl~ cro– cient. ilt. mt,•c di linea deve impegnarsi nell'offensiva, ma non a fondo, sino alla fase risolutiva. Perciò oc– corre che la nave abbia corazza o armamento uguali, al possibile, a quelli del grosso nemico e velocità mag~iorc a fine di potere sfuggire all'azione risolu– tiv1ie cogliere pilt facilmente Io circostanze f11vorc– volì per operare sul ncmìco diviso. ,'iccomc ht. sun efficiomr.(t non può temere gli incrociatori corazzati, essa deve nrnntcncrc il contatto col grosso nemico quando si approssimi alle coste naiionali, dirigere, e all'occorren:r.a facilitare e sostenere, l'attacco torpc– dinicro, sul quale pure e forse in modo spcch1le elevo fondarsi hl guerra di crociera, oggi segnota– mcutc che l'istruzione molto UV\'1H1tnggiahtdelle nostre flottiglie co8ticre consentirà cli ottenere il massimo effetto cl:t quelle unità. J~ presto è spera– bile vi si a:rgiun;,"11110 i sottomarini. Non voglio aver l'aria d 1 insegnnre nò tattica, nù strategin; la 1>rima 1110110 cli tutto, dilcchè nef)purc i miseri marini sono d'accordo sul modo come metterla. in prntica. Mi conviene però entrare in un discorso più SJ)Ccificatointorno olle navi più 1>otenti, ma lo farò in modo, spero, eia esser da tutti 1 profani e non J>rOfttni,compreso. JI problema. marittimo in Italia è stato qua.sisempre, dopo Saint 13011, in mHno agli ufficiali costruttori, i quali hanno un'importuuza, non dirò su1>eriorc, ma certamente uguale, nel problema che esamino, a quella degli ufficinli ,mviganti (1), tanto 1>iÙ eh{\ in oggi Ja. rnw{" ha un valore superiore a quello del pcrsonnle, secondo l'opinione almeno di coloro che non vog-liono nè essere ipnotizzati, nè ipnotizzaL·e altrui. Il ,·aporc, l'elica e la corazza sono stati l'ef– fetto e l'ori;!ine d'un progresso continuo e meravi– glioso elci mezzi navilli, negli ultimi cinquant',rnni; che non intende punto di arrestarsi, anzi acuisce incessantemente l'atth•ità e Jo ing-egno inventi,•o dei costruttori ingegneri, o getta. sempre JliÙ in un mare di incertezze o cli ansie il personale, che deve ser– virsi delle nuove inve111,ioni, distruggendo sposso, modificando e aovrapponenclo istruzioni a istruzioni; mentre nei cento anni anteriori tutto era restato in una calma quasi completa nel regno veliero dei lupi cli m11re,ormai tramontati. .'arcbbe cosa contraria e alh~ natura umana e nlla rouli11e militarista, se il personale navignnte si fosse potuto tanto sollcvnrc in quel medesimo tempo, da portarsi e tenersi alla stessa altezza del materinlc, così progredito e in continuo progresso. Tutti gli uffici11li della marina. del mondo studiano, è vero, molto pii1 che non fa. cossero cinquant'anni fa ... ma 1>arche non basti! (:?) Comun(}ue sia, il programma marittimo nelle mani clegli inge~neri è pas!:latoattravcrao a parecchi errori in Italia ('), e uiuno può dirci che gli errori sareb– bero stati minori nelle mani di altri. Il 1>roblema.della nave, considerato nei suoi dati fondamentali, consisto nella velocilà 1 nella au/o,iomia (cioè a dire nella, quantità di carbone eia imbarcare), nella, 11,-otezione nell'armcimeuto, i quali clementi si risolvono nel peso dolhl nave, ossia. nel suo s1)osb,~ (1) l?hn1)crnlore Guglielmo Il non è di quetlA 011lnlone. 011 Inge– gneri però tlelltl mnrlna Inglese, c;:,mc Wl1Jt1i, che 11pagù110 7[1.000 lire l'anno, !Il trovn dlrtlellm(•lllO Il lll0{10dl 111rrou-nrll !IU('hC 111 111ghlltcrrn. {t) OOJ)O IO 1111\110\'rO llù\'RII Inglesi dell'AllllO <lceor110, \I 'l'lllltl ha .&crltlo che " Il eorredo l111e11e1t11nlo degli urnclall tl nunl scarilO In oonrronto di quel cho dovrcblle e111ero •; o quctlo gl11< llr.lo ru 111 qualche modo confermato dnl fntto che l',on,Htrc,qlktto 11 rlfttuò di 11111)bllc11rc lil ltell\'done del giudici di cam1Kl di (IIICIICmnttovrc. (') On. l'rnnchelll, relatoro del bll11nelo della marhul 190:>-1901 nlln Camor1l: a I trl811 risultati do110 Il 18.97 sono dovuti 11cr In 1111rtc maggioro 11orrori della mar!nn. • R b oter.;a G '10 8 a CO mento misurato in tonnellate. Non fu possibile riu– nire 111massima cflìcicnza di tutti e qu,1ttro quegli clementi in una sola uuit:'t rnw11lc,e J>erciò si cliè luogo a duo tipi di 1111ve: uno che avesse i due primi: " massima v<'locit1\ e massima autonomia. n, ossir~grnn raggio d'azione libera prima. cli l'if'or11i1·si cli carbone, e a.vesso più scarsa 1>rotezionc e meno potenti can• noni; e sono gli incrociatori corazzuti e gli incrocia– tori semplicemente protetti, ai quali è assegnato l'ufficio di scoprire o esplorare il nemico, cli correre sui legni del commercio poi' distruggerli o lll'Cclarli, e di combattere il no.viglio simihu·c. L'altro tipo ehbe " massima proteziQllOo massimo arnrnmcntO ,,, cioò 11 dire le pii, grosse corazze e i piÌLpotenti cannoni con minoro efficienza. degli nitri due clementi, e si ebbe la. rnwc cli linea, sulla quale dove gr1l\ 1 :1re il carico della battaglia contro il :.;rosso nemico. L'incrociatore richiede forme piì.1svolte e piì.1atte alla corsiLo può avere uno spostamento moderato. J_.a 1uwe di linea ebbe uno spostamento massimo, che arrivò alle 10.000 tonnellate e anche le superò. Non entro in ulteriori particolari circa i calibri del cannone ccl altre qualitì1 di ar11111mento ltre il can– none; circa al vario collocamento clclhl corazza, degli scudi e cli altre pl'Otczìoni, alla qualità delle mac– chine, ccc., ecc., por non tediare con indigeste e, al pro1>osito mio, non necessarie notizie. Presso cli noi però il problema ebbe una. solu– ziono diversa rapporto alla clistrilrnzione e alla pre– valenw, sulle navi, degli clementi di efficienza ac– cennati. Affino di dare nlla nave cli linea maggior libertà. cli rifiutare o accettare il combattimento e di spin– gerlo a fondo, si procurò, in generale, di darle una maggiore vclocifa in parag~ne dello navi simihlri strnniel'C, e questo si ottenne diminuendo la clif'csn. cioò alleggcreuclo il peso della corazza. Il tipo ottenuto è essenzialmcmtc italiano, ccl è fondato sopra un ragionamento cho forse in pratica potrebbe l'iuscire fullncc, perchè un benefizio sicuro e di gran valore, come quello della difesa mediante forte corazza, venne sacrificato alln vclocit,ì 1 un ele– mento piuttosto aleatorio. Che se, d'altro lato, non può negarsi abbia la velocità, por noi nei nostri mari, una importanza che non si può trascumre, tuttavia il tipo costruito non era il migliore nè per la nostra difesa, nè per la finanzll, e rapprcscntava. 1 nella opinione dominante, soltanto c1uel meglio che il progresso dell'industria aveva potut.o fornire. Ma negli ultimi venticinque anni molti progressi si sono a\'\'erati, i quali hanno condotto ad esami– nare nuovamente e forse a risolvere il problemi\ cli riunire in un sol ti1>0di nave il massimo dei quat– tro clementi di efficienza rntutica, senza bisogno cli aumentare, anzi con certezz a di diminuire il peso e lo spostamento della o n.ve. I grandi cannoni del calibro di 450 mm., che pe– savano J00 tonnellate, son ridotti a 50 tonnellate e 305 mm. di calibro, con grande aumento di energia. Le corazze di 55 cm. si possono ridurre a metà e quindi il peso a moti\ con accrescimento di resi– stenza contro la penetrazione. J,e macchine motrici, gravi di 150 J\g. per c1wallo inclic,ito, furono sostituito da tipi il cui peso, anche mercò le c11lduio a tubi di acqua, fu 11bbassat.o a 80 chilogrammi 1>cr cavallo. L'autonomia, ossia il maggior carico del carbone, non h;t importanza in mari ristretti come i nostri e può esser limitato a 1111 peso assai moderato. In conseguenza di tutto ciò, i mastodontici spostil– mcnti, che fan correre gravissimi 1>ericoli 11\hL na,•c quanto sono maggiori, poterono esser diminuiti senza che ne avesse cla soffrire nocumento la massinm ef– ficienza relativa, e insieme con essi dovrebbe dimi– nuire hi spesa. Cosl, infatti, dalle 15.G00 tonnellate dell'ltaHa

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