Critica Sociale - Anno XII - n. 4 - 16 febbraio 1902

52 CRI1'ICA SOCIALE u barbarie 1 che il 1>artito clei nuo\'i e veri missionari " avrebbe com))iuta. " Ah, ve li immagina.te voi i nostri ottusi o ingordi par- 1·ocirurali - quei tali J>arroci, che ora s'affannano a raccogliere le flrme delle affittuarie devote e delle co– mari analfab('te contro lo spauracchio del divorzio e che l'Asino settimanalmente consegna all'arguzia. icastica clclte sue vignette - rare da pionieri, giusta l'immagine cava\– lottiana, ai u sovversivi 11 autentici e, al giunger <li questi, trarsi da banda, lieti di Mere 101·0averta la via? Ma all'ingegno paradossale del 'J'reves non dispiace qualche volta di costruire, scherzando o fantasticando, dei poetici castelli, cui poscia si diverte, sensatamente e inesorabil– mente, a. es1H1gnare,e: quel giorno della canicola del 1 !J00, evidentemente egli era di \'ena! ... La missiva vaticanesca in discorso ò indirizzata ai ve– scovi, ai quali è demandato l'incarico di contenere e di soffocare, nelle singole diocesi, gli spiriti un po' trO))JlO liberi e demagogici dei democratici cristiani e di ricon– durli, debitamente mansuefatti, sotto l'immediata e asso– luta giurisdizione propria e <lell'Or<lin(u·io ecclesiastico. Questo donò. vistare, forbiciare, arrotondare, sul modello delln. prosa melensa e loiolesca.d1~lla Oiviltù C(tllolica, gli scritti dei disavventurati neo-cattolici 1 che, a cominciare dal nome, s'erano intollerabilmente ingaglioft"ati; dovrà assicurarsi che J>er entro ad essi non s'insinui alcuna idea, che ai reazionarii disce1>0lidi sant 1 Jgnazio t>ossa sembrare non abbastanza dogmatica e ortodossa; dovdi esaminare e castrare, ancora più di quello che non sieno ora, gli statuti 1 i regolamenti e i progrnmmi dei Cil'coli e delle Società, e perfino badare che i simboli di queste non abbiano, neppure nlla lontana - Dio guardi qual– cuno non avesse a far confusione! - alcunchè di simi– gliante con la vermiglia insegua dei seguaci di Carlo Marx. Ancora: non J>otrnnno i democratici cristiani - se sacerdoti o chierici - tenere conferenze di sorta, se non con la licenza dei superiori, e le loro confe1·enze do– vranno il più spesso, e nel contenuto e nella veste for– male, essere un'apologia del cattolicismo di contro al socinlismo: apologia intessuta di dottrina scolastica e teologica, e 1>eròtale da non potere essere fatta che da oratori ))l'Ovatie circospetti. Quanto allo conferenze in contraddittorio, dovranno - implicita confessione dell'in– feriorità del verbo chiesastico in confronto della propa– ganda e dell'o1>eradei socialisti - nel pili dei casi evi– tàrsi. •~,dal punto cli veduta della Chiesa e ciel suo Jn-e– stigio, non è forse cattivo consiglio nò inabile. Ci fnnno sempre una cosl poco ediflcnnte figura, alle prese con l'eloquenza limt>ida e 1,osith•a dell'anche pili umile e incolto dei nostri conferenzieri, i J>ropagandisti demo– cratico-cristiani! B poi è così volgare e incomoclo scen– dere nelle piazze a fronteggiare questi diavoli di "sov– versivi ,, ! Meglio è ammantarsi in un cauto riserbo e solo di tauto in tanto tenere dal pulpito qunlche ben J)onderato soliloquio; meglio è sopra tutto smettere questo nuovissimo metodo, ap1>resodai socialisti, di lavorare e cli parlare alla luce del sole, e tornare al metoclo antico e pio - non abbandonato mai dalle teste pili fine - di lnvorare sott'ar,qua, senza parere, alla SJ)icciolata, pru– dentemente e con frutto. :Nò qui sta il J)ii1o il 1>eggio.L'11zioncdei democratici cristiani dovri~qnind'innanzi SJ>Oglinrsi di qualsiasi anche superficiale parvenza politica e assumere un carattere prettamente religioso, pena il pericolo di essere scon– fessata dalla Chiesa; e dovrà ar:itare sopra tutto nella B1b1otecaC:ì1no B1arco coscienza po1>ola.rela questione sempre aperta dei lesi diritti J)OntiHcie mettere in seconda linea la elevnzione, tutta umana. e terrena, delle classi diseredate, di quegli opi{ices, per amore dei quali, nel '91 - in altri tempi! - il pa)):\ vergò, nel suo ammirato lati110 1 quella sua en– ciclica memoranda, che già. fece andare in solluchero tanti dei nostri conservatori e, s1>ecialmente 1 Ruggiero Ronghi ( 1 ) 1 e in cui - come, del resto 1 anche nella let– tera, che fornisco argomento n. qu!lsto articolo - è as– serito e dimostrato essere virtualmente contenute nel Vangelo tutte le pili belle e le J>iùvere dottrine econo– miche e sociali, che si possano desiderare! L'epistola - manco a dirlo - si abbella delle J)ii'i sviscerate espressioni per il proletariato; il quale - se– condo che essa afferma, e si può crcdel'le ! - ò stato sempre a cuore alla Chiesa, sino da.i suoi inizii; tanto a cuore che è perrettamente superfluo e gravemente pernicioso di volgersi ora, in nome e in seno della Chiesa stessa, a. nuove vie. nattere la strada vecchia, abbando– nare qunlsiasi velleità. novatrice, ottemperare con pedis– sequa disciplina agli ordini dei superiori: questa ò la miglior cosa, che possano e debbano fare i democratici cristiani. IM essi - vedrete - non si faranno poi tanto pregare! ... Ora sarebbe la nostra una inopportuna e non sincera posa di indiffe1·enza,se volessimo passare sotto silenzio questo ratto <lei prossimo e violento scomparire della democrazia cristiana. La quale, da dieci anni in qua, ha segnato e segna in Italia, massime nella campagna del Settentrione, una parte non lieve, nè trascurabile della vita politica del 1mese 1 e dispone di forze intellettuali simpatiche e colte - il prof. 'J'oniolo, il JJadre 'l'alamo, don Romolo i\lurri, il padre Semeria 1 per tacer d'altri - e attira :L sè i migliori e i meno gretti dei giovani cat– tolici. Se non che, ci pare indubitato che, anche ove non fmt~esopravvenuta questa levata di scudi dei Oesuiti e questa reazionaria lettera a.ivescovi, la sua morte non sarebbe stata che differita .. 'l'eoricamente e J>raticamente, essa. rappresentava o rappresenh1. l'equivoco: quello stesso equivoco che si annida, immnncabile, in tutti i tentath 1 i - ad esemJ>io, quello, tanto assurdo e pur decantato nncor ieri da un valorosissimo sc1·ittore,Gerolamo Rovetta, del l1'oga.zzaro, che ha voluto couciliare il Vangelo col darwinismo - di mettere forzatamente d'accordo termini contrastanti, e che, per ris1>etto alla democra:r.ia. cristiana, consiste nell'accogliere essa pressochè intera la 1mrte così detta critic<t del pensiero socinlista e nel non volere, d'altro lato, punto intaccare i fondamenti dottrinali e conc1·eti della proprietà. privata e clella società. attualej della cui integrità essa è, per converso, a simiglinnza. cli tutte le altre scuole e partiti filantropici borghesi, fautrice ze– lantissima. l.,a smi l~conomia e la sua Etica sono meta– fisiche e bastarde e condnnnate, comunque, a una ban– carotta indeprecabile. Le sue istituzioni, nelle quali - vedi ironia del caso! - hanno tanta parte gli aHecli– menti riformistici, largamente apJ>licati e sfruttati, di due circoncisi, il Luzzatti e il WollemUorg, sono confes– sionali e mirano a sciogliere la questione sociale sol– tanto por i cattolici ortodossi e fedeli, per una 1>arte (I) no:.0111: l,Umt Xlii t H Socktl'-smo, In /li'IIOV(IAlllologic,, 1° giu– gno 1891. Del Boni;hl crr. pure I scgnenfl scritti: I Co11gresstcaltoUc;,, Ibidem, 1° luglio 1889 e li socialismo ci·isuwio, Ibidem, 1° settem– bre 1892.

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