Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

104 CRITICA SOCIALE storici-polilici-mililari sull'll<tlia, e, particolarmente, nel primo. Por ht prima ,·olta, ri1>ctiamo, nel sag-gio di l'isu,– cano intitolato Cenni storiri, al.)biumoun tcntath•o, vasto e completo, di interpretare col materialismo storico la storia. cPltalin. LH. grnndczza di Honrn, e i due aspetti particohiri della sua grandezza, che sono lo sviluppo del suo diritto o quello della forza militare, si devono, se– condo il ca·po della. s1>ccliiionc di Supri, alle concli– ;,;ioni in cui do,·e,·a svolgersi l'esistenza. matcrinlc dei Romani. " .r Romani mancavano di tutto; i loro vicini li sprezzavano e, minacciandoli, loro negtwano quello che alla loro esistenza era necessario; valo– rosi, i Homani dovettero conquistar ciò che veniva loro ncgflto; divennero così guerrieri J)er fame, e pc-r nuova fame eroi. ., · M11ltt ncc('ssità di crearsi, tra fonti nemici, degli amici cd evitare che tutti i vicini si volg-csse1·0nello stesso t<•mpo contro di 101·0, ~viluppò nei Uonrnni 1a \'irU1 della temperanza nella vittoria e il scuso dclht. giustizhl. Giunta Boma, coIPimpero, all'apice della. sua 1•0- tcnza politica, con la necessità di essere virtuosi SJ>arirono le virtl1 e sorsero innumerevoli vizi. J<omu. decadde e ro\'inò. E quali furono le istituzioni che produi;soro la rO\'Ìnn., effetto della corruzione? Forse il 1>otere del Senato, o <1ucllo della plebe, o quello dei consoli? " Siuna di queste coso (risJ>Onde il Pisacane). Lo sorti dei po1>oli 1..lipen<lono pochissimo dolio istitu– zioni politiche. Sono le leg-gi economiche-sociali che tutto assorbono, che tut to travolg ono ne' loro vortici. JI diritto cli proprietà illimitn.to ovvero il diritto di possedere pii1 del biso gnevole, m entre altri manca del necessario, fu la sola cagione l>Cr cui caddero in dissoluzione i Jlomani, como già, per la ragione stessa, era. avvenuto a' Magno-Greci n dei quali Pi– sa.canc·aveva in precedenza. brevemente toccato. \·cnnero le invasioni barl)arichc e quel ~rande rimescolamento che diede origine al nuovo assetto ·sociulc, ul feudalismo. Anche qui, per Pisacane, l'a• zione dello forze economiche ò evidente. Ogni guer– riero settentrionale (ogli nota, seguendo il Sismondi) si allogò presso un possidente romano, e, dicendolo suo ospite, l'obbligò a dividere soco terre e raccolto. '" Il proprietario fu costretto a lavorare, e si Yidero al confronto il lavoro dello schiavo a quello clcl– ruomo libero. [ vantaggi furono evidenti: il castaldo costiwa mono e 1>roclucc,•a pili dello schiaYo. Perciò i barbari cominciarono ad affrancllre i mancipii e, senza che la legge vi 1>rendessc alcuna parte, senza che il Yergob"'ltoso commercio degli uomini fosse proibito, cessò la. schiavitì1. ,, Sorsero i Comuni, virtuosi e forti da principio, pcrchò ht necessità. di tener testa ai feuclatarii, che no minacchwano la libertà, imponeva forza e virtì1. Disfatti i feudatarii, i Comuni poterono clcclicarsi al commercio o all'industria, uniche fonti della loro esistenza, data l'esiguità dolio loro terre. Questa è la ragiono suprema che regola tutto il loro avvenire. 1 Homani doYe\·ano sperare ogni cosa dalla guerra, i Comuni tutto dalla pace: i primi erano agricoli, e quindi ern in essi possibile comunanza di utilità. contro i nemici esterni; i secondi cnrno commer– cinnti e quindi ognuno condotto a sperare la. propria roYina nell'altrui salute. Di qui la decadenza dei Comuni piìt rnpida, perchè pili 1·opido l'accrescersi dello ricchezie e il dividersi della società. in ricchi e mendichi. .Nel secolo XV questa dirisionc crn completo, " conseguenza inevitabile dell'eguaglianza turbata dal diritto di proprieb\ n, e <1uinclicompleta la decadenza politica e sociale. Alla metà del XVI secolo il risveglio cominciò, e ne furono sintomi le manifestazioni rivoluzionarie 81b10. ra Gino B1arro di 'J'elesio, Cam1>anclln., Bruno o Vanini, cioè dei ri• formatori che " precorrono la nuova via ,, ed " in– dicano che ht società rint,:iornniscc ,,. Concomitanti colle nuo\·e dottrine furono le sollc"azioni popolari: in una dì queste, a llaJermo, Alessio battiloro esprima nettamente la formula delle perseguite ri– vendicazioni sociali: " La Pro,•videnza. (egli esclama) fH le CH1111>agne ubertose per tutti, nò noi dobbiamo morir cli fame perchè alcuni ladri s'impinguano. ,, A Xn1>olitrionfa momentaneamente ~fasanicllo, per– sonificazione della plebe. Nel 1701, un popolano di Napoli al10rma por la prima volta il principio della costituzione ciel proletariato in partito a sè 1 indiffe• rcnto alle lotte i11cui vuol trascinarlo l'ambizione dei signori; e per lo sue parole la congiura ciel :Macchia, in aiuto della quale i baroni Yolevano sol– levare la plebe, nbortiscu, e il viccrò i\fedina Coeli trionfa. Nel I746, a Oenovt1 1 la )llehe si ribella o cnccift gli Austriaci. 'l'utto questf' rirnlto pariiHli non sono che sintomi dei mali che soffriva h\ HOCictà,e della necessit,\ elio tutti i po1>oli sentivano d'un grande sco1>pio che ne rinnO\'ttsse radicalmente le basi. }~cl ecco la riYolu– ;donc frirnccse. "I dolori sofferti indicavnno il fine della rivolu• ziono francese: le guerre civili, da cui era stata lacerata, le molteplici tirannidi, gli inso1>portabili gravami del medio-evo concluce,•ano all'unità., all'e• guaglianza, all'abolizione elci privilegi. "Ma il diritto di proprietà) cardine prirwipale dell'antica. società, cm, scosso, non divelto; dunque i mali, sott'Altra forma, do,•e,•ano indubitatamente rinascere. ,, Ri– nacquero, infatti, e il popolo riprese la SU<L lotta. Dall'indirizzo, che questa prenderà, dipenderà. la vittoria. " Se francamente, troncato ogni vincolo col pnssRto e col presente, seguiremo la "ia. aspra ma rotta, lll vit.roria. ò sicura. ,, 'J'uttc le antiche civilt:\, insomma, per PisAcane (piì1 completo e conse~uento di Hercsford), si infran– sero nello scoglio della plutocrazia, necessariamente generata. dalla. proprieU1, dopo a"ere invano tentato di g-irnrc attomo alla cliflicoltà, senza osare di pren– d<'rla cli fronte. ]~eco le suo precise parole: " Quale fu la cagiono por cui, presso i Magno• Greci, all'antica. purezza di costumi successero i vizi che li corrup1>ero·? Quale fu la cagione per cui, presso i Homani, avYcnno precisamente lo stesso? .B qunlo la cagione che rinno\'Ò il fatto nei Comuni italiani? La cagione fu sempre la. stessa: la. cattiva. distribuzione delle immense ricchezze che divisero la. 1rnzione in opulenti e mendichi: cli qui tutti i mali accennati, e quella voroginc s1>alancata in cui questi Tmperi sprofondarono. Quale fu la CAgione per cui, presso i Magno-Orcci, i Romani, le ricchezze noll'i1ccrescersi si sono sempre piì1 ammassate fra un ristretto numero <li cittncUni, e la miseria delle plebi è cresciuta in ragione diretta dell'aumento del prodotto sociale? La cagione ò evidente, il diritto di JJroprietù, il diritto che dà la facoltà. a poclli di arricchirsi a discapito cli molti; tale diritt.., è l'asse intorno t\ cui queste nazioni, queste società hanno compiuto il loro ciclo n ('). La s ocieb\ attuale si trova. ora. nel medesimo punto crìti.co che condu se alla morto quegli Imperi: si trntta d i stq>crarlo, o di 1>crirc. . .. Da. questa base storica il Pisacane parte J}Cl'svi– luppnre i principii del socialismo. J~ lo fa con per– fetta mo<lernitù. di concetti e di eisprcssione nel terzo dei suoi Saggi, nel Saggio sull<i J(ivoluzione. (I) CARl,0 1'1$.\CA'.la:, 5'.l!Jfll ,to1·lt:l•P:>1.Ud-mlutari. Bllll'lt(f/16 i lii, J)tlg• .ai, :wnano, Agne111, 1860.

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