Critica Sociale - Anno VIII - n. 4 - 16 febbraio 1899

50 CRITICA SOCIALE miamo altresl implicitamente che quella cosa si possa conseguire. In ciò egli erra. Ecco due quesiti: I." L'abolizione del dazio sui cereali sarebbe utile al popolo italiano, potrebbe giovare per farlo meno misero! 2. 0 Si può sperare di ottenere l'abolizione di quel dazio dalla classe governante italiana 1 Al primo quesito rispondo: sì; ed è un quesito di scienza economica, pel quale non c'è da discor– rere di idealismo. Al secondo rispondo: no; ed è un quesito di storia sociale. Idealista sarebbe chi dicesse: « la verità, la giustizia devono sempre vincere, dunque otterremo l'abolizione di quel dazio, perché abbiamo per noi la verità e la giustizia •· Ma io non ho mai detto ciò; non ho mai creduto che solo per ignoranza peccasse la nostra borghesia e che un'eloquente concione potesse ricondurla a migliori consi~li. Dubito anzi fortemente che la nostra bo1·ghes1a, anche volendo, possa ciò fare; cioè, per essere più preciso, non credo che la li– bertà economica sia possibile in Italia se 11011 è unita ad altri mutamenti ben più radicali; ed ò appunto perchè i nostri liberislt si fermano dinanzi a quei mutamenti, che l'opera loro è assolutamente inefficace; onde io mi separo interamente da loro, perché, poste le premesse, non mi spaventano le conseguenze. li ministro Branca • si compiacque che alla Ca– mera fosse inalberata la bandiera del libero cambio»; ed ha l'agione, perchè dai cortesi avversarì ben sa che nulla hanno da temere i suoi padroni; ma non si compiace egualmente dell'opera dei socialisti, perchè sa essere la sola che ora possa riescire efficace. Alla proposizione che unisce il protezionismo ita– liano con altri fatti economici e sociali, non gio,·a opporre che sotto il governo del conte di Cavour era stato tolto il dazio sui cereali. Vi erano per ciò motivi, che ora sono venuti meno. Già ne abbiamo citato uno. Quando il Governo piemontese si prepa– rava a sfogliare il famoso carciofo, aveva bisogno di ottenere benevolenza in paese e fuori. Che si sarebbe detto in tutta Europa, se, mentre intendeva a tòrsi i sudditi altrui, avesse ai propr1 dato piombo invece di pane 1 Ora, invece, passata la festa, gab– bato il santo. Ma vi sono molte altre cagioni, e sa– rebbe troppo lungo esporle tutte; basti accennare una ancora. Nei primi anni della costituzione del nuovo regno, le costruzioni delle ferrovie, le emissioni del debito pubblico, la Regia dei tabacchi, ecc., diedero alla borghesia occasioni di largo guadagno; divenute poi quelle fonti meno abbondanti, mentre la sete cresceva, era necessario di trovare altri modi di spogliare il popolo. Ancora siamo lungi dal termine dei nostri guai; il popolo italiano non ha bevuto tutto il calice dei dolori, ed è ben Iunge dall'essere prossima l'aurora del giorno che vedrà libera e prospera l'Italia. VILFREDO PARETO. RIVISTA INTERNAZIONALE li !Cnon:le1lO del Giuppoue. Lomh"a, 11 febb,-ato. È il Giappone davvero, come si crede generalmente in baso ad inroPmazioni superficiali, rlnghillorra del– l'Asia 1 Il fatto che esso sia un impero insulare, o por conseguenza una potenza marittima, che nel corso di una generazione si sia. assimilato con un vigore magni– flco, con una alacrità. irresistibile i sistemi della pro– duzione e dello scambio di tipo industriale o ·che in- fine, svestendo dn,un giorno all'altro, come per prodigio magico, la vecchia .veste feudale, abbia adottato le istituzioni democratiche dell'Occidente, sembrano dar ragione a. questo paragone. Ma, d'altra parto, vi sono altri fatti, specialmente d'ordine sociale ed economico, che sembrano smentirla o provare che la. rinascenza. giapponese è fondamentalmente di carattere ben diverso da quello attribuito ad essa; e che quella società. sta. por entrare in una ben altra. strada, con pericolo pro– prio e dogli altri. In questo momento ii Giappone è travagliato da.una. formidabile crisi economica. o finanziaria, di tali pro– porzioni quali una. società occidentale, non che provata, non ila mai sognala, nò meno nei momenti più gravi di difficoltà e di sconforto. E la prima. radice di questo malessere o di questo disastro ò sta.la . la vittoria. sulla Cina o la conseguente indennità. imposta a questa.. li Giappone fu sempre un paese poverissimo, o l"im• provviso afflusso di tanto oro, guadagnato con una ra.• pida. operazione militare, nelle casse dello Stato, paro abbia fatto perdere la testa. al Governo o alla. popola– zione. li GO\'erno tracciò colossali scherni di espansione navale e militare ed ottenne facilmente un largo cre– dito dalla nazione entusiasmata. dalle recenti vittorie. li bilancio dolio Stato, sino al 1893-04, era di circa. 50 milioni di yen per anno: e nell'ilnno della guerra, 189-i-Oj, fu portato ad 80 milioni. Or bene: a. tre anni di distanza. dalla guerra ed in tempo <lipace, esso ò stato nienierneno che triplicato; od ora. è sa.lito a 250 mi– lioni e presenta un cle(lcit di 23 milioni. Sì può affer– mare che giammai la storia finanziaria. degli Stati or– forse l'esempio di una stra.vaganza economica. para– gonabile a questa ciel Giappone. Dovo sono ,tndate, o meglio dove continuano ad andare a fln1ro, questo enormi sommo? A tenere in piedi e ad a!lcresccre sempre più un esercito di 300 migliaia di uomini, mentre il paese, difeso naturalmente dal mare, non avrebbe bi– sogno in tempo di pace cho di poche truppe, come l'Inghilterra. o gli St.ati Uniti ; a preparare una notta. poderosa che possa far fronte da sola a tutto !o flotte europeo concentrato nel Pacifico, e a sussidiare, con la. più stra.vagante liberalità, migliaia di imprese pubbliche o private di lutti i generi, alcuno dello qua.li assolu– tamente inutili e riconosciute tali, ma. protette, inco• raggiate ed aiuta.te per l'onoro o la. vanagloria. del paese, come elemento decorativo del nuovo ordino di cose. In generale, in tutti i paesi del mondo, i prirnti, su cui pesa il freno dello necessità della vita quotidiana, rimangono addietro ai Governi nello pazzie di ordino economico. Ora paro che nel Giappone, come il Governo, quadruplicando in tre anni il bilancio dello Stato, ha superato di gran lunga. le più fantastiche ~tra.va.ganzo della storia; la. nazione abbia. supernto di gran lunga lo stesso Governo. Subito dopo la paco di Simonosaki il paese, che fino allora aveva. applicati i nuovi metodi industriali con energia., ma anche colla lentezza. e pru– denza. necessaria agli sviluppi organici o duraturi, sembra sia stato colto dtL una. improYvisa, incredibile frenesia. di speculazione, di cui quella. che assali l'Italia fra il 'iO e 1'80 non sarebbe che un pallido esempio. Ogni giapponese - racconta un inglese che ha vissuto a. lungo nello strano impero orientale - ora persuaso di dovere e di potere arricchire magicamente. Conti• naiadi migliaia di proprietari medii o piccoli vondettel'o, ipotecarono le proprio terre per procurarsi il capitalo

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