Critica Sociale - Anno VIII - n. 4 - 16 febbraio 1899

CRITICA SOCIALE 61 momento il matrimonio monogamico esisteva in germe e doveva necessariamente realizzarsi quando il sentim~nto di gelosia della donna avesse preso forza sufficiente. Quanto al modo a·acqutsto delle spose.all'origine abbiamo una forma coercitiva. Da questa si passa spontaneamente alla forma d'unione per vendita. perchè il maschio, che si era impadronito colla forza delle femmine, teneva in suo possesso esse e le figlie e poteva usare di queste o come spose per sè (cio che in realtà da principio accade), o ceden• dole in ispose ad altri pe1· trarne un vantaggio economico. Ma l'accoppiamento non potendo r1s11l• tare normalmente dalla violenza, un certo consen– timento da parte della femmina fu, fin da principio, necessario. Poi, l'istinto, che esiste anche ne~li ani• mali, a scegliere per l'accoppiamento indiviaui do– tati di bellezza. doveva influire a dirigere e faci– litare il consenso della femmina. Infine, lo sviluppo psichico, e la llèlScita di quel sentimento estre– mamente complesso e delicato che è l'amore (nel quale la preoccupazione esclusiva è cli far parteci– pare il sentimento che si prova) do\•evano neces– sariamente po1·tare all'unione per mutuo consenso. Durante il compiersi di queste trasformazioni si stabiliva la nozione dell'obbligo della verginità per le nubili; questo obbligo ebbe (secondo l'autore) un'origine economica: la castità fu cioè imposta dal padre alle figlie perchè i figli di queste sarebbero stati a suo carico; poscia l'obbligo della verginità si impresse profondamerite nella mentalità delle ragazze per il fatto che la gelosia intellettuale re– trospettiva spinse l'amante nello scegliere la sposa a esigere che essa non abbia prima mai« amato,. Quanto alle tnte,·dtzìont all'unione, all'origine non ne troviamo alcuna. Ma il pericolo dell'accop– piamento tra individui troppo giovani e non sufl'lcien– mente sviluppati (accoppiamento che doveva essere naturalmente assai facile tra individui della stessa famiglia) fece sorgere la riprovazioue dell'incesto. Uguale 01•igine ha l'esogamia. Altre interdizioni (di cui restano tuttora le traccie nei costumi che si oppongono ai matrimoni tra individui di diverse classi sociali) ebbero origine da speciali concezioni sociali o religiose. Quanto alla durata dell'un1one, noi abbiamo trovato che all'origine l'unione dell'uomo primitivo con la femmina, benché i11stabile, aveva una certa p~rmaneuza. Poscia. la nozione che un matrimonio più corrente e meglio definito era più vantaggioso per il gruppo, portò al risultato che un'autorità sociale inte1·venne perchè l'unione non fosse più disciolta secondo il capriccio dei congiunti. Quanto alle condizioni del contralto, la donna fu da principio, se non in una condizione di schia• vitù, certo in unadi subordinazione, rispetto all'uomo. Da questa con<tizione potè cominciare a risolle,•arsi per la possibili!,\ che aveva la sposa di rinutare ogni rapporto sessuale allo sposo che l'avesse mal– trattata. Dopo ciò, la condizione materiale della moglie restò determinata dalla dive1·sa organizza– zione economica (richiedente una diversa divisione del lavoro tra i due sessi) del gruppo al quale ap• parteneva; la sua condizione sociale (perchè la po– litica e l'economia della tribù eran dirette dai ma– schi) rimase inferiore. e tale è tutto,•a. Esaminata così l'evoluzione passata del matri– monio, l'autore studia nell'ultimo capitolo le forme future di esso e viene, attraverso interessanti con. siderazioni, di alcune delle quali ci intratterremo fra poco, alla conclusione più sopra riportata. . . . A questo libro veramente importante e grande– mente pregevole; frutto, certo, d'una mente nu- trita di larghissimi sturlì e abituata alla paziente e acuta meditazione; costrutto a linee cosi armoniche, limpide, regolari, crediamo che si potrebbe fare un'accusa che lo investe nella sua essenza. L'autore, come un valente uotomista, ha tagliato fuori dal corpo sociale questo viscere: il matri– monio. L'ha disteso sulla tavola anatomica, lo ha sezionato nelle pili intime fibrille, ne ha ricercato i moti, le pulsazioni, i sussulti. Ma si è dimenti– cato di mostrarcelo in corl'elazione col resto del• l'organismo, ha trascurato di farci vedere l'azione di questo sull'organo in esame. Quando parliamo di organismo ci rireriamo sopratutto all'organismo economico, e l'accusa che moviamo al 'l'illier è ap• punto questa: di non aver mai tenuto conto, e tanto mono nell'evoluzione futura del matrimonio, dell'azione dell'o1•ganizzazione economica sulle ma– nifestazioni del sentimento genesiaco, che sole egli tiene presente nel ricercare la storia e le forme avvenire dell'unione ses uale. Co;ì. quando egli parla dell'obbligo della vergi– nità, riannodando questo fatto alle condizioni eco– nomiche (giacchè è ~uesto uno dei pochi fatti per cui stabilisce tale rapporto), fa precedere l'osser– vazione con questo caratteristico inciso:« per quanto poco verosimile ciò possa sembrare a primo aspetto» (pag. 260). E ancora, parlando delle forme future del matrimonio, egli afferma che si può prevederle per periodi vicini al nostro« du1·ante i quali nessuu cangiamento nè anatomico, nè psichico, d'una gran<te importanza, si produrrà. nel nostro orga- nismo • (pag. 283). , Ora, non basta che non si producano cangiamenti nè anatomici nè psichici, perchè non si producano cangiamenti nella forma dell'unione sessuale; giacché a produrre questi ultimi basta un generale rivolgi– mento economico. L'autore aveva pure osservato (pag. 254) che il passaggio dal matrimonio per compera alla condizione, assolutamente opposta, del regime dotale, è avvenuto, non in conseguenza di un mutamento psichico, ma perché, le guerre di conquista « avendo messo molte donne prigioniere a disposizione dei vincitori, il padre romano uon trovava più da maritare le figlie >; dunque per una ragione economica. Semb1•a impossibile come questo pensiero dell'innuenza dell'ambiente eco– nomico sul regime matrimoniale non sia stato per il nostro autore maggiormente fecondo. Abbiamo detto che questo vizio fondamentale af. fetta sopratutto le viste del Tillier sull'evoluzione futura del matrimonio E invero, chi può non dar ragione ai partiti« ultra-avanz1ti » (come li chiama l'autore) quando affermano che, una volta ricon• dotti i mezzi di produzione alla proprietà comune, la famiglia individuale cesserà di essere, come ora è, l'unità. economica della società. e quindi si assi• derà sopra altre basi, certo diventando meno rigi– damente coerente, perchè non più costretta a ri• maner tale dalla sua ragione economica 1 Non si avverte anche 01·aquesta dissoluzione del1a famiglia (indipendentemente da qualsiasi mutazione psichica) nel proletariato e nella piccola borghesia, in cui i figli devono assai per tempo, nella mag1?iomnza dei casi, stacca1·si dal nucleo famigliare, per pro– cacciarsi altrove da vi rere 1 E quando l'attuazione dei postulali socialisti toglierà all'individuo ~i sesso maschile la prevalenza economica che gode nella presente organizzazione, perchè non potrà svilup– parsi la tentl.enza nella famiglia a riassidersi sulle basi del matriarcato, come pensava Bachofen 1 Non pare che per giungere a queste modificazioni sia necessario rarsi « delle grandi illusioni sulla rapi .. di1à con la quale si compiono dei mutamenti nella nostra mentalit;. » (pag. 28i); è sufllciente (com~

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