Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896

3i0 CRITICA SOCIALE terà le sue geniali p1-evisioni sull'ag1~tcoltit1~a elet– trica nell-'aoventre. La rassegna delle più impor– tanti pubblicazioni attil-erà le nostre cure; e già abbiamo qui una diligentissima recensione•articolo di E. O. Longobardi sulla pili di fresco apparsa delle opere del Marx: La 1·tvolu;ione del 1848 in Germania. Dalle bozze, che il prof. Somb1rl, del– l'Università cli Breslavia, cortesemente c'invia cli un suo libro di prossima uscita sul socialismo, trarremo un interessante capitolo su Ma1~a;e la tot/a di classi, che esce dai sentieri battuti e lu– meggia il tema sotto un aspetto nuo, 1 0. A11che G. Ferrero ci promise, oltre gli studi sulla piccola proprietà, le primizie di un suo libro pure immi– nente. Alle varietà scientifiche e letterarie, in quanto abbiano attinenza coi problemi sociali, fa– remo il posto conveniente; e già. possiamo annun• ciare una monografia di Paola Lombroso sulla vec– chiaia dal punto di vista sociolol]ico, una rapsodia di Diomede Croenn (pseudonimo che cela un gio– vine di molte speranze) sulla lolla di classe ·nei prove,•Df catab,-esi. li Morandotti da Roma, il Ma– lagodi da Londra, Roscius, C. 'l'rcves, J3onagiusi, Bonomi, Groppali, Valera e più e più altri pro– mettono pure collaborazione non pig1·a. Che più! persino dall'America e dall'Australia ci si annunzia cooperazione volonte1-osa. E da Sydne,v ricevemmo testé una corrispondenza di un intelligentissimo operaio, che vi dimo a da anni, Pietro i\lunari, sul socialismo In Giappone. Or questo. che nou è se non un campional'io ciel materiale che abbiamo a disposizione pei primi mesi dell'anno, e che sarà completato dagli articoli di attualità con cui seguiamo i principali eventi del nostro e dei vicini paesi, per ciò ci rallegra: che attesta il fe1·vido venir su di gio,·ani intelli– genti e spregiudicati, che si dedicano a questi studl o si separano dalla scienza sociale borghese più o meno salariata, per creare a poco a poco la nuova sociologia proletaria. Aiutare quest'opera lenta ma a~sidua di incremento intellettuale al servizio della più santa delle cause, è tutta la nostra ambizione. Essere in essa a nostra volta aiutati dalla benevo– lenza dei lettol'i ed amici è il più ardente dei no• stri desideri e la più cara delle nostre speranze. LA DIREZIONE. L'allegra vendetta di Crispi Avevamo dunque ragione. li duplice bacio di Giuda, di cui parlavamo nell'ultimo numero, fu scambiato davvero, e fu suggello che ha. sgannato alflne anche l'ingenuità. preadamitica del Cavallotti. Eppure erano nove mesi che sarebbe bastato non avere l'infatua– mento delle persone, non mancare affatto del senso politico, per vederlo e capirlo. i\la ci voleva. proprio che il Rudinì si facesse apertamente, dopo i misteriosi colloqui e i ricatti che tutti susurrano a. bassa rnce, difensore o garante dei ladroni del denaro destinato alla pubblica carità.i ci voleva che rispondesse o.Ile interpellanze sulla. libertà sciogliendo i ,16 Circoli di Liguria o le Camere di lavoro che aveva il dì prims. lusingate rispondendo a Barzilai i ci voleva sì distri– buisse al Senato il progetto sul domicilio coatto, cho ò l'antica. leggo eccezionale di gran lunga fatta più perfida; ci voleva che il marches1J meritasse le strette di mano di Damiani e gli elogi della 1'ribuna, perchò ai veggenti della democrazia. si snebbiassero gli occhi. Ora, pare, l'han rottai ma, via, non c'è da giurarlo. Porchò ..... e se domani Crispi risuscitasse t L'abbiamo visto questo vecchio, trascinante i detriti Bib 1otecr1 lJ1no 01arco della. sua antica potenza, arrampicarsi penosa.mente nel nostro stesso settore, sotto il banco dove sedevamo. E ci ha inruso dentro una infinita. pietà. Ci è parso il cadavere di se stesso che assistesse o.Iproprio sfacelo. Ma pietà. anche maggiore ci hanno fatto coloro che guardano a lui allibiti, come a uno spetro che domani possa risorgere. E non s·anedono che egli è già ri– sorto, ma. mutando persona. Non vedono che quella non è più che l'ombra di Crispi, e che il Crispi vero, vivente, ringiovanito, cresciuto di impudenza e di ci– nismo, è là., troneggiante sui banchi del Ministero. È là. per le sozzure da coprire. È là. per le calunnie da espettorare. È là per disdirsi, per contraddirsi, per mentire sempre e poi sempre, per parlare di libertà meditando manette e bavagli; per lacerare la legge e per spingere avanti d'un passo la. profezia di Mazzini. Crispi, che fu bombardiere, che ru carbonaro e re– pubblicano, che fu libarale, e attorno a cui si raccol– sero alflne tutte le camorre più turpi, le libidini più egoiste, basse e feroci, doveva avere un'ultima incar– nazione innanzi morire: quella del galantuomo. E la ebbe. S'era detto che l'immoralità. personale non poteva conciliarsi colla politica onesto. Fu provato cho la po– litica. di classe, in un paese organicamente fradicio, non può conciliarsi Clln veruna specie di onestà. Ormai Starabba e Crispi ranno uno, e il collare li unisce come la. catena. ribadita a fuoco unisce due galeotti. Era questa l'allegro. vendetto. che il Crispi attendeva. ~rcnel1k l'aveva vinto, non la Camera., non il popolo italiano, non la questione mora.lo . Con la pace in Africa egli risorge in Italia. L'Italia. lo vuole. Se non ho. da essere lui in carne ed ossa, siano la. maschera e lo spirito suo. Il potere occulto ò ancor lui: l'anima sua. ò l'anima della nazione ufficiale, che domina sopra i re come sopra. i popoli ignavi, e muta loco e forma ma non può mutare natura. Solo le si esaspera la f11me. Il Crispi di a.vanti il marzo era saz:o o stanco; il suo pugno tentennava. Il Crispi venuto su dal sangue di Abba Go.rima è fresco e deve ancora saziarsi. Aspet– tiamoci tutto. Non sarà scelleraggine che non possa, che non debba avvenire. Tale il paese, tale il GO\'erno. Questo, sentendosi traballa.re , anticipa. di dieci giorni la. discussione sulla politica interna. Era. qui, lo sentiva, la. sua. saluto. È qui sempre la salute dei Go\'erni in Italia Farsi mani– goldi, e son salvi. Fino al giorno che le nuove forze po• polari, appeno. sboccianti, invano calpestate e compresse, sorgeranno terribili e vendicatrici. Ma quel giorno ò lontano. Intanto Crispi scuote il sudario e trionfa. Viva. l'Italia! Fll.ll'l'ò TUIUTI. AVANTI ILGIORNALE DELPARTITO! li 25 corrente, giorno cli Natale, nel quale non escono di regola altri giornali, av1·emo dunque il primo nume1·0 del nostro c1uotidiano socialista - il quale sarà accolto certamente, all'arrivo, con mauifestazione di giubilo, dalla folla dei compagni delle principali città, e porterà anche nei 1·emoti villaggi una testimonianza palpabile ciel crescere e dell'invigorirsi del nostro partito. Ad esso fu imposto il nome di Avanti! ab– bandonati gli altri titoli, perché questo parve il pill semplice, il pii1 battagliero, il più cosmopolita, il più largo, il più s~uillante, quello che meglio si collega, pur mirando al più lontano avvenire, con

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