Critica Sociale - Anno V - n. 13 - 1 luglio 1895

CRITICA SOCIALE 197 il Lnbriola rileva: oppure nou sappiamo in cho cosa possa consistere. E questo « stato dei fatti », o meglio la sagace previsione di esso, fu quella che consigliò a uno dei nostri, il Costa, fin da quando la questione africana fu posta por la prima volta, a levare 1a voce, pi•imo (l·a tutti e solo, in Parlamento, per domandare il ~ronto richiamo dello truppe. Più tardi moltissimi gh dettero ragione, che prima non avevano avuto il coraggio di dichiararsi con lui: ma era il senno di poi; e ormai c'era im• pegnato • l'onore della bandiera» e tutti gli altri solenni eufemismi con i quali il regime borghese dissimula, a tempo e luo!lo, la ricerca di nuovi srruttamenli e la soddisfazione di non confessabili interessi di casta, industriali, militari e magari di• nastici. - Ragioni, insomma, borghesi: e che la bor· ghesia se ne valga è assai naturale. i\Ia assai meno naturale ci parrebbe che dovesse accettarle pe1· buone il partito socialista, il quale, nelle accennate dichiarazioni del Costa e in lutta la sua propaganda, trova, ci sembra, ragioni decisive per non sciupare, con picco1i accomodamenti, la s1>leodidasua posi– zione di fronte alla questione africana. Su questo, dunque, facciamo le più ampie e for– mali riserve: ed altre ne facciamo sull'idea, che al Labriola sembra la sola pratica pel momento, di favorire un sistema che crei nell'Eritrea una mol– titudine di piccoli proprietari, benchè e~li la avva– lod con la citazione d1 due per·iodi dell Engels. Su questa citazione, e su tutta la discussione che si fece in Cuo1·e Critica cinque anni sono, potremmo molte cose osservare. Forae anche ci avverrà di esumarne non inutilmente qualche parte. Ci limi– tiamo per ora a due succinte osservazioni: l'una, che ben altre erano, cinque anni fa, le condizioni e le forze del nostro parlito in Italia, da quelle che O(!gi non sono; l'altra, che neppure allora si mostrò d1 ritenere, da nessuno dei disputanti, che le con• dizioni dell'Eritrea, quanto allo jus condenduin della proprietà territoriale, potesse1·0 venire sot– t,·atte (come ora Arturo Labriola scrive e sotto linea) atrinfluenza ciel capttatismo. Ma lo 1•itiene egli, il Labriola! Da altre molte frasi del suo scritto, dallo sue precise dichiarazioni, che in Africa « non bisogna pensare a possibilità di esperimenti socia– listi » e che l'Africa « doveva essere un pretesto a noYelJi tripotages finanziari, ecc., ecc. >, non n~ parrebbe troppo convinto egli stesso. 1Ja noi non volevamo all'articola del Labriola anteporre una confutazione. Anzi, malgrado tulle le riserve ratte, lo pubblichiamo volontieri, nel de– siderio e nella speranza che o i deputati del noslro partito o altri competenti discutano fin d'ora la questione. Le nostre colonne sono volonterosamente aperte a questa discussione, ne11a quale se ne in– granano naturalmente due altre: quella sulla pro– prielà coltivatrice o di famiglia con le garanzie dell'homestead, e l'altra sulle cooperative agricole favorite dallo Stato per lo sfruttamento razionale dei terreni demaniali. Della prima si occupò il nostro collaboratore ed amico Massimo Samoggia nella Cr!ttca dell'anno passato (I); della seconda, assai esaurientemente, con un progetto concreto, l'avv. Pasquale Di Fratta fin dal 1892-93 ('). Vogliamo riprenderle in esame! LA CRITICA. Le ullime agitazioni politicho e la. recentissima lotta elottorale stornarono completamente l'attenzione del pubblico dalla. questione della. colonizzazione dell'E- (1) Crltlca t89S, pag. '66; nu: Piccola proprietà e home.• te.oa. {') LA SOCULIZUUONB DBLLA T&RIU (OJ)UICOIO della Biblioteca di pro»auonda: i:.ent. t5). rilroa o recero passare allo staW J.i un ratto di cronaca., appena degno di ricordo, il licenziamento di Franchetti dall'utncio, cui era stato preposto, di organizzatore civile <lolla.novissima colonia.. Una. interpellanza. pre– sentato. allo. Camera dallo stesso interessato imporrh. fra. poco la. questione a.Ila.discussione generalo porchò il dibattuto problema trovi una risoluzione definitiva. A mio modo di vedere, ò cosa questa. che offro un in· ter<lsse non piccolo per la parto socialista, e da. duo punti di vista., entrambi importanti: teorico e pratico. Per la. prima volta, inratu, innanzi al Parlamento ita– liano, si affaccia una questione sulla proprietà e sul modo di organizzarla in una terra, sinora, perfetta– mente libera dagli impacci che la. contemporanea esi– stenza J.olla proprietà privata crea ai beai demaniali. So ma.i occasione si ò offerta al nostro giovane gruppo parlamentare per una. feconda. lotta di principi o pe1• imporro la discussione di idee pratiche, dal punto di vista socialistico, è senza. dubbio questa. . .. Occorre subito diro che, qualunque opinione si porti della nostra conquista. africana, l'essenziale por adesso consiste nel trarne i maggiori vantaggi che si possono. L'occupazione dell'Eritrea costa all'Jtalia dai 6 agli 8 milioni por anno, in tempi normali, e questi, come si sa, vengono paga.ti sovra.tutto dai contadini o dagli operai. Ora.sarebbe perfettamente questiono di giustizia rivendica.re a. questi ullimi tutti i vantaggi che la Co– lonia. può offrire. È stato messo oramai fuori questiono che l'altopiano dell'Eritrea sia capace di coltinzione all'europea, frut– tifera., abbondante, pienamente rimuneratrice ('', come gli esperimenti della tenuta di Ooùofelassi hanno dimo– strato. Il suolo è feracissimo, l'acqua abbondante e l'e· stonsione di territorio ò grandissima. Di tutte queste condizioni naturali occorre tenero stretto conto prima di pronunziarsi in anticipazione per il ritorno puro o semplice da.ll' Arrica. Carlo i qualunque risultali che la nuova. colonia potrà offrire non sa.ranno mai tali da. compensare il grande sciupio di Yilo e di denaro o le fosche incertezze del domani che essa ci costa.. Ma.allo stato dei tatti - posto che il ritorno dall'Africa sarebbe un orrore peggiore dell'esserci andati - noi dobbiamo cercare di trarre dalla colonia. tutti i frutti di cui è capace. Per noi, socialisti, il problema si pone in questi ter– mini: quali sono gli utili immediati che la colonia. può offrire, 0 1 meglio, qua.li utili voyliamo noi ritrarre da.Ila. colonia 1 Ora, secondo me, è fuori contestazione che sin. nostro interesse fa,·oriro lo grandi correnti dell'emi– grazione, che rallentano la. tenace concorrenza fra i lavoratori della. madre patrio., sovra.tutto so dirette a luoghi ove i lavoratori nostri non portino nuova. con– correnza all"elemento indigeno. Anzi, fra la concorrenza dei nostri lavoratori all"intorno o quella. ch·essi portano all'estero, quest'ultima. è forse la peggiore, perchè in– duco gravissime conseguenze per la solidarietà. inter– nazionale della classe lavoratrice. f: utile al partito socialista. favorire l'emigrazione sovra.tutto nei paesi nuovi, là., cioè, ove la forza. di lavoro è reclamata. con tinuamente o quella presente sul mercato è al disotto dei bisogni del luogo. Nel ratto speciale dell'emigra– zione dei contadini, è preferibile dirigerli ove possano (') Camera dei de.p1,tot1 1 Le.gUlotura .Y.Vlll. Relazione annuale sulla colonia Eritrea. Appendice (Docwne.ntl).

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