Critica Sociale - Anno V - n. 12 - 16 giugno 1895

CRITICA SOCIALE 183 In altro suo scritto dice Bakunin con accento di grande convinzione: « Tutte le religioni e i sistemi di morale, che dominano io una società, sono sempre l'espres.sione ideale della sua costituzione reale e materiale, cioè a dire, anzitutto, della sua 01-ganizzazione econo– mica, poi anche della sua organizzazione politica, la quale però, a sua volta, non è altro che la con– sacrazione ~iuridica e coattiva della prima.> E Bakuom chiama un'altra volta Marx l'uomo cui spetta H merito di aver scoperta e dimostrata questa verità.(') Qui al lettore meravigliato s'impone la domanda, come mai potè dunque Bakunin asserire che la prop1•ietà privata non è che una conseguenza del principio d'autorità. La soluzione di questo indovi– nello sta nel fatto che Bakunin non comprese affatto il concetto materialistico; esso non seppe che so/lslica>·to. Eccone una prova lampante. Nel suo scritto Lo Stato e l'Anarchta egli asserisce, che nella situa– zione del popolo russo entrano due elementi, che sono le condizioni necessarie della rivoluzione so• ciale (probabilmente intende dire socialista): « Esso supera ogni altro popolo nella. miseria e nella schiavitù. Le sue soffe1-enzesono 10numere– voli, ed esso npn le sopporta con rassegnazione, ma oon quella disperazione appassionala, che diede già luogo, nella n?stra ~to1•ia,a due ~plosioni lef~ ribili: la sollevaz1one d1 Starano Rasm e quella d1 PugatcefT. • (') Così intendeva Bakunin le « condizioni materiali di una rivoluzione socialista>! Non vi pare un marxismo sut generis T Confulalldo Mazzini dal punto di vista del mate– rialismo storico, Bakunin ò cosi lontano dall'avere bene alferrato il concetto di questo materialismo, che alla teologia mazziniana oppone, da quel vero proudhoniano ch'egli è. la morale umana assoluta. Questa morale, la morale della solldat·ietà, è da lui fondata sulle 1•iflessioniseguenti: « Ogni essere reale, flnchò esislo, non esiste che in forza di un principio insito in osso,che ne determina la particolare no.tura, che non gli è imposto da alcun le– gislatore divino (questo ò 11 materialismo del nostro autore), ma che ò la risultante continua di cause ed effetti, e non i, già, come ,·orrebbero le ridicole ipotesi dogli idealisti, una specie di anima inclusa nel corpo, ma bonsl è la forma. necessaria o costante della sua esistenza.reale. « La specie umana. ha, come tutto le altre specie, particolari principi insiti in essa, e i quali, come tutti gli altri principi, possono ricondursi a uno solo, che noi chiamiamo 1olidarieid. Questo principio può cosl formularsi: nessun individuo umano può ricono– scere la.sua propria. umanità, nè realizzarla nella.vita, se non riconoscendola del pari e cooperando a realiz– zarla. negli altri. Nessun uomo può emanciparsi senza emancipare insieme tutti gli altri uom ini del suo con– sorzio. La. mia libertà ò la libertà.di tutti; perciò io non sono libero - s"inlende libero in f atto e non solo idealmente - se la. mia libertà. e il mio diritto non tro"ano la loro conferma.o saniione nella libertà.e obi dirilto di tutti i miei simili. ., ( 1 ) La solida1·ieU\ ,qua.le !Il. intende Bakunin, è, come p1•incipio morale, cosa eccellente. Ma voler elevare (') La Théologle polUl(JHe ae Ma,nlnl et l' lnten1at1onale, 187J, Neuchdtel, 1,aglne 69 e i8, (I) Ibidem, nppe11dlce A, po.g. 7. t•) l~ckm, pag-. lii. questa morale, che nulla ha di assoluto, a principio « insito ) neH'umanilà e caratterizzante la « na– tura • umana, questo è rare dei giuocbi di parole e lt-avisnre completamento il concetto materialistico. - L'umanità non esiste che « in rorz.a > del prin– cipio dì solidarietà .... L'asserzione è alquanto ardita. La lotta di classe, l'orribile« Stato» e la proprietà « individualmente ereditaria • sarebbero dunque le espressioni della solidarietà, insita ne1l'umanit..\ e caratterizzante la sua speciale natura? Se è così, tutto va per il meglio e Bakunin ha sprecato il suo tempo nel sognare una rivoluzione« sociale.,; ma, se cosi non è, questo proverebbe che l'umanità potò esistere in forza di principi di, 1 e1-sidalla so– lidarietà, o che quest'ultimo principio non le è «: insito > niente alfatto. Jn realtà Bakunin non stabilì il suo principio « assoluto » se non per conchiudere che nessun popolo può essere completamente o solidalmente libe1•0,nel senso umano di questa parola, se non lo è del pari tutta l'umaniu\. (') Ciò è conforme alla ~,ttica del proletariato moderno, ed è vero nel senso, che l'emancipazione dei lavomtori - come è scrillo negli Statuti rtell'lnternazionale - non è una impresa locale o nazionale soltanto, ma è un problema che interessa tutte lo nazioni civili e la cui soluzione dipende necessariamente dalla loro cooperazione teorica e pratica. Nulla di più racilmonte dimostrabile di questa vel'ità se la si rondi nello condizioni economiche dell'umanità ci– vile. Ma nulla, invece, di più gratuito, se la si fondi unicamente su un concetto utopistico della« natura umana>. La «solida.riel.~> di Bakunin non prova altro se non che, mal~rado la conoscenza ch'egli ha fatto colla teoria storica di Marx, egli rimase uu utopista incorreggibile. GIORGIO PLECHANOW. (') La Tllt!olOfllepolU1q11eae Mantnletl'Internattonau, p. flO-ltl. SOCIALISMO MUNICIPALE Nello scorso numero rirel'immo dalla Jeunesse socialiste di 'folosa un articolo, che va1•i giot•nali socialisti italiani hanno riprodotto dalla nostra "ar– sione, intol'no al 'Municipio socialista di Roubaix in Francia. Non ci pare di minor interesse quest'altro, che 1·inelte il Municipio di Olascow, e che la inte– ressante rivista delle riviste, che si pubblica in Roma col titolo .Minerva, ha compilato su uno studio di W. E. Garre!! Fisher nella Fornlghtly Reolew. L'un articolo anzi completa l'altro, ed entrambi ci sembrano particolarmente importanti per la pro– paganda del nostro partito, in vista delle elezioni comunali prossime. L'articolo è intilolato: Un municipio modello. Da qualche temposi prendono molto a.cuore, in In– ghilterra, le questioni che Interessano le amministra– zioni municipali. Sessanta anni fa, il principio della rappresentanza, nel senso nel quale lo intenùiamooggi, vi era sconosciuto, e non fu che negli anni 1833-35 che desso ru applicato In Scozia e in Inghilterra; ma. d'allora In poi è andato sempre più sviluppandosi, e qualche cinico polrebbe Corsetrovare l'esistenza di un mpporto fra questo r11tto 1 e la graduale, ma progres– siva, decadenza.del Parlamento corno corpo ammini– strath•o. Comunque sia, un gran cambiamonto si è verificato nella pubblica opinione durante gli ultimi venti anni, e, come ebbe recentemente· ad esprimersi H slg. Cbamberlain, il popolo comincia a comprendere

RkJQdWJsaXNoZXIy