Critica Sociale - Anno V - n. 12 - 16 giugno 1895

178 CRITICA SOCIALE Ben s'intende invece che i maestri, per lodevole spirito di solidarietà professionale, e sopratutto perchè proletari essi stessi, coscienza intellettuale (questo dovrebbero essere) della massa asservita e perse~uitata, e più di chicchessia in grado di valu• tare I enormità degli oltraggi che a questa coscienza son fatti, sentano n legittimo orgoglio di voler con– correre primi ad assicurare al collega sussistenza dignitosa alla capitale. Cosi noi intendiamo le loro iniziative di sottoscrizioni e auguriamo che essi stessi le intendano. Così, soltanto, mostreranno di rispet– taPe e comprendere l'importanza di una elezione, che altrimenti ne andrebbe sminuita ed adulterata. . .. È da ricordare, tornando ai nostri computi, che il Bissolati, proclamato eletto, per un errore di ad– dizione, malgrado gli mancassero 20 voti alla mag– gioranza (contro i quali stanno però molte pitì schede contestate, a lui favorevoli), dichiarò, con una nobilissima lettera, di non voler entrare alla Ca– mera flnchè questo contrasto non sia risoluto. Po– trebb'essere questa, dunque, per noi, un'elezione perduta, benché il collegio di Pescarolo sia.siormai chiarito acquistato per sempre alle forze del l"!rlito. Delle elezioni di protesta dee farsi, evidente– mente, un gruppo a parte, sia perché le!!3lmente nulle, salvo quella del Salsi, sia perchè d1 troppo varia origine i voti che vi contribuirono: ciò {)Rr– ticolarmente dee dirsi pel De Fe1ice,che già prima non apparteneva ufficialmente al gruppo socialista, per le sue note tendenze fra il repubblicano e l'a• narchfazante. Degli al\l'i, il prof. Credaro, eletto a Tirano, potrà. essere, nel suo foro interno, tutto quel che la sua coscienza gli dice, ma si presentò e lottò come radicale, e esclusivamente come tale riesci e poteva riescire. Non farà dunque parte, crediamo, nè potrebbe, del gruppo socialista; come non vorrà farne parte il prof. Pipitone, l'eletto di Marsala, radicale-socialista alla Colaianni, e che la stessa Riscossa di Pale1·mo non novera fra i deputati del partito. Rimane dunque, dei nuovi, Errico De Marinis, repubblicano di origine, ma socialista tcolto e di– chiarato: questi potrà far parte del gruppo. Sebbene la sua elezione con voti 1252 a Salerno, dove fino a ieri non constava esistesse un solo socialista, è uno dei fenomeni più curiosi di queste elezioni; cli quei fenomeni non possibili che in rtalia, anzi, a parlar più proprio, nell'Italia mel'idionate. E. no– tando ciò, non a lui alludiamo, che è senza pecca, ma agli sbalorditivi criteri del corpo elettorale. Cosicché, riassumendo, e per tenerci al sicuro, il gruppo socialista effettivo, che - non contando né il Maffei, già da tempo liquidato come socialista, né il Costa, entrato a sessione già prorogata - nella precedente legislatura era di cinque: ritorna ora in pat•i numero, se badiamo al colore dei col– legi e dei voti, sostituito soltanto il Costa al Bada– loni; e ritorna aumentato di due, Salsi e De Marinis, se badiamo piuttosto alla qualità delle persone. Ma il partito ha inoltre al suo attivo la possibile con– validazione di Bisso)ati, la possibile rielezione di Badaloni a Badia, dove la proclamazione di Sani a primo scrutinio è se1•iamentecontestata, e una pro– babile nuova elezione a Budrio, d'onda il Costa (che però vi é contestato) si allontana optando per Imola. Inoltre le quattro elezioni dei tre condannati; che non rapp1•esentano quatti-o collegi socialisti, ma forse uno o due. Tutt'assieme, apprezzando ea;bono et requo, sull'indice dei successi, l'impoPtanza poli• tica del partito appare a un dipresso raddoppiata. . .. Nè a diverso risultato arriviamo se, invece delle persone e dei collegi, analizziamo il numero e l'in– dole dei ,•oti. Qui la precisione aritmetica è ancor meno raggiungibile, e il computo minuto, che ci ripromettemmo di fare, stimiamo, a cose maturate, miglior consiglio lasciarlo nella penna. Troppo di• verse furono, nei var'ì siti, le condizioni della lotta e l'atteggiamento dei partiti, perché riesca di ,•e- ni~:~-tg òc'f:',; é fanciullesco vantare i 70 o 80 mila voti, che si ottengono sommando tutte le cifre addi– zionabili senza distinzione, come era puerile regi– strare i 15 o 20 eletti socialisti che ci regalavano, si capisce a qual fine, sin dal 1. 0 scrutinio, i rettili delta stampa governativa. Le candidature dei con– dannati raccolsero, oltre i qualificati dispersi, da 28 a 30 mila voti (14 mila sul solo Barbato e 8 mila su De Felice), accoppiandosi nelle urne voti di di– verse origini, specialmente dove non era posta can– didatura radicale: sarebbe prudente, per scevel'arli dai non socialisti, ridurre quei voti a poco più della metà. Viceversa, ma in dose assai più sca.rsa, vi furono socialisti (ve ne furono anche a Milano. e risulta dai computi) che non vo11ero,per rinfo!"lare una semplice alTermazione di partito, far pericolare · il radicale: cosichè non tutti i socialisti votanti ri– sultano dal quadro dei voti dati a candidati socia– listi. Questi ultimi ,·accolsero voti di radicali e di repubblicani dove solo il socialista era in conflitto col moderato o col governativo, specialmente nei balllottaggi. Per questo intrico di cose, noi dobbiamo chiedere ai lettori un specie di atto di fede nella nostra chiaroveggenza intuitiva, ritenendo appros• simativamente raddoppiata, e non più 1 quella cifra di 26 mila voti (anch'essa ipotetica alquanto e non affatto epurata) che la Lotta di classe ci dava come il totale dei voli socialisti nelle elezioni del 02. E questa non è piccola vittoria. ottenuta in soli tre anni, a traverso le persecuzioni più fiere, le perfide castrazioni delle liste, le f1'0di e le intimi– dazioni di ogni genere, con le quali si tentò e si tenta attraversarci la via. Non è piccola vittoria in un paese di 30 milioni d'abitanti, dove (risulterà dalle statistiche) gli elettori sono ridotti - tncre– dtbtle dtclu! - a poco più di due milioni (il 7 o 1'8 per cento/, e i votanti a poco più. di un mi– lione, appena i 4 per cento di tutti i cittadini; in un paese che vive, nella sua più gran parte, tuttora nel più fltto medio evo, dove il valore d ella sch eda è sconosciuto, o apprezzato soltanto pel vi.no , pel cibo, per lo alcune lire che procura; do ve si g ui– dano all'urna i contadini come mandrie, si so1•ve– gliano i voti, si arrestano a centinaia gli elettori sospetti (vedi Roma, Orispi contro De Felice), si fan votare le guardie che non han voto, gli assenti, i morti, gli analfabeti a to1•me(vedi il plebiscito di Alcamo per Crispi), dove infine si alterano i ver– bali, ecc.('), Cinquantamila elettori socialisti, il , 1 en- (') Nelle elezioni del 9!, prima dunque della raleldill del 700mila, I !.HU15 elttadlnl elettori sall•ano, nell'alta 1talla,spte1almente nelle regioni di piccola proprietà (Piemonte). ftno al U,67 •to dell& popolatlone; acendenno a11'8-9 •1 0 nell'ltalla centrale, e si ridu– ce.ano al 7 ed al 6 'lo- In proporzione dell'analfabetismo, nel meuodl e nelle laole, do,·e Il Crlspl, eol ,iuf'l'ragl delle guardie e degli nn11.lfabet1,cren i plebl!clll ili ,iuo favore. Mentre la media del ,otnntl è la metà degli elettori all'Incirca, e l'alta !talla, salvo la. l.lgurla che è a.I disotto, ~on,ervn In Jtenerale que,ta proporzione, Ti banno collegi del menodl, là proprio do•e la coltura politica è minore e l'anlmaiione elettorale donebbe es,. sere meno unlita, che raggiungono cifre di votanti le più ln,e– ro~lmlll. Cosi In Puglia, nel 91, votarono a MaR.lle1'8',4' 'lo degli ln1crlttl, nd Acquavh·a delle fonti 1"85,!8, a Gioia del Colle 1'80,30, a Manfredonia l'S7,i0, a Castcllanet& 1'89,Hl Ofo; in Sicilia, nella

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