Critica Sociale - Anno IV - n. 14 - 16 luglio 1894

214 ÒRITICA SOCIALE còmpilo mio di rermarmi a trattare di questo speciale argomento. . .. Si può obbiettare, che In caso di scioperi, di battaglio comunali, ccc., gli organi della tutela borghese man– deranno le perSone molesto a domicilio coatto. Benis– simo! Questo ratto aprirà gli occhi e ferirà il cuore de"moltissimi più che cento opuscoli e dieci conferenze di propaganda. Capiranno chi siano gli amici e chi i nemici Inesorabili del proletariato. Nelle leggende del cristianesimo primitivo ricorre spesse volte il fenomeno d'interi paesi, d'intere moltitudini voltatesi d'un tratto all'ideale cristiano. Il miracolo si verificherà per il so– cialismo,quando interi paesi,Intero moltitudini vedranno colpili dalla porsocuziono borghese gli apostoli del bene dol proletariato. Sara tutt'insiomo una vera p1·opaga11da cot faUo ( 1 ). I.o leggi d'occoziono porteranno questo gio,•amento al socialismo, di incamminnrlo sulla sua. ,•ia. naturale, poichò esso ò un ratto economico, o come tale ha ra– gione d'essere e sicurezza di ,,iuoria. . .. Sill compressiva nno nl delirio la reazione borghese. l.o squilibrio, il disagio economico, la miseria cresco– ranno ogni giorno, porchè è ratale, in questo sistema, che cosl avvenga. Tutti gli inrolici, i disillusi, i desi– derosi d'un mondo meno tristo volgeranno istintivamente gli occhi e il cuore al socialismo, o la pel'Secuziono do'suoi 11postoliparrà la prova della bontà redentrice di esso. Dal male il meglio. Chi pensò primo la gran corbelleria, che la storia è maestra della vita t Senza andar tanto indietro, la storia. delle leggi d'eccezione contro i socialisti in Germania non avrebbe dovuto av,,erUro la borghesia nostrana della aluUitia do' suol rurorl reprossivl1 MERCURIO. ( 1) Ancora qui Il soclallamo 1ta agli nnllpodi dell'indhlduallamo anarchico. PEIBISOGNI DELL'AGRICOLTURA<•> n biglietto ipotecario a corso forzoso. eguii con vil•o interesse gli studì dell'Einaudi di Rocca Pilo, di 8001.0,di Rodolfo !,oro e di sa: moggia sulle condi1.io11i e sui bi.ogni della nostra agricoltura. Questi nosfri amici hanno il merito di aver ben apprezzata l"imporlanza grande della di– scussione positiva sul problema agrario anche nel– l"interosse della propaganda nelle campagne, e di Intendere cosi a suscitare un l'isreglio dello spi,·ilo pubblico perché rag,·i~ltura l"isorgne dall'agricol– tur-a 1·rnnovata o ratta rntensamente produttiva de– rivi una condizione di abbondan1.afacilmente acces– sibile alle classi lavoratrici che a quel rinno,·amento avranno contribuito. Olà nella 01·1ttca del 1802 (pag. 287) io scrivevo: L'Jtalia. hu. su lutto lo nazioni ouropeo il vantaggio, non della SJ>ontanoa liberu.li1ù.del suolo, ma quello di essero - J>eldolce clima e por l'o.bbondanza delleacque- ( 1 )61remo lieti ,e la pubblicazione ti! queato artico lo proT othe.rA una uutrlla dl1cuulone fr;,. 1e.rlUorl cempete11tl, la qua.le darebbe occHlone all'amico Oallan@1I di maodaN:I quel maggiori ,,01. glmentlche naluralmente anebbero esorbitato dal quadro di un primo articolo, B1bl oteca G1'10 ra •1 o la più &tta a coltivare, anche in terreni mediocri, pro– dotti atratto straordinari e di nudriro una popolazione numerosa., intelligente, sobria, resistente alla ratica . Invece di mantenel'e la massima parlo dello suo terre, st'ruttato magramonte a coltivazione estenuante o esten• flivamonte o a piccola coutvaziono promiscua, disordi– natamente o quasi insensatamente, senza la scorta di qualsiasi criterio razionalo e scientifico nel metodo di coltura, o invece di pensare quasi esclush'amente, come sempre finora, alla produzione dei cereali, troppo sog– getta alla schiacciante concorrenza di mercati in con– dizioni più ravorevoli, potrebbe l'Italia - continuando nel rimboschimento dello montagne, bonificando terroni paludosi, migliorando gli strumenti agrari, concimando, adattando migliori av,,icendamcntl, estendendo la col– tivnziono dello viti, dngli ulivi, del gelsi, dei castagni e dei man~orli, accrcscondo la superficie irrigata, aumen– tando importanza alla produzione del lino, della canapo, del bestiame, dei risi, dei roraggi, degli agrumi, della barbabietola. da zucchero e degli ortaggi, ricorrendo allo risorse quasi ancora vergini del tabacco e provve– dendo alla manipolazione del vino, del cremor di tar– taro, dell'olio, dell'alcool e alla lavorazione del lino, della canape, dolio zucchero, ecc. - molti'plicare il profitto dell'industria agricola ;,i que11i p,·odolii appunto, che aouo w1 p,·ivileyio tlel sole e ciel ruolo ilaliauo e elio ric!Jiodo110.mano d'opera abbondante, diligente, intelli– gente, non racilo a tro,·arsi altrove. E potrebbe l'Italia accrescere in qualità. e io quantità tutti t suol prodotti, so sapesse o rosse messa in grado di poter adattare meglio che ora, in corrispondenza alle condizioni ftsicho e speciali Jello diverse località, lo di· "enie rorme d"agricoltura (mezzadria., enft.teusi, contratto a miglioria, ecc.), così che il lavoratore foase ,emp,·e equamente coi11leJ'e1aalo 11ei pnxlolli dei fo11di. Potrebb& insomma l'Italia, so attcnde8se a perfezio– nnro l'agricoltura o a promuovere ed o. sviluppare nella. campagna. lo industrio di;>endonli, sollevarsi dall'attuale prostrazione e gareggiare collo nazioni europee più dovizioso. Analogamente si espressero in questi giorni tutti quei pii, o meno disinteressati e ingegnosi dilettanti di letteratura agricola che, alla Camera e fuori, oppugnando il proposto aggra\'amento del dazio sui cereali, proclamarono che il risorgiinento dell"agri– coltul'I\ sta unicamen~e nella riforma radicale dei metodi di coltivazione. « Senonchò - obiettano i nostri buoni villici - pe1·lo uuo"e costruzioni che la specializzazione delle collure esige, pe,· gli adaltameuti dei campi, pe,· le pru, 1 , 1 islo di concimi, di bestiami, di macchine. ne• cesstta,w la1·171te anttctpa:lonl di capi/alt. E resp&- 1·ie111J.1 insefCna che chi fabbrica va in 1-o, 1 iua e che i capitali richiesti dai miglioramenti ag,·icoli restano immobilizzati quasi a fondo perduto, o rendono un interesse derisorio o a scaden1.a lontana lontana. Dove dunque h'Overemo questi capitali? Dove li ll'0Vel'emo noi, già oppreggi da una valanga di im– poste e di debiti usurai contralti pe1· pagarle! • Il p1-oblema ag1·a1·io in Itnlia, certo, è assai com~ plesso. Urgo aumentare nelt'l11.le1·esse (lene,·ale la p1•od11lti1•ilà del suolo, ma alla rifurma delle colture si oppongono tre specie di ostacoli: 1.• le dissipazioni e gli n(«rravi governativi;. 2.• il nessuu tornaconto rndividuale dei pro– prietari; 3.' la scarsezza della moneta, potenza d"acquisto dei capilllli necessari. Esaminiamoli ad uno ad uno.

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