Critica Sociale - Anno IV - n. 14 - 16 luglio 1894

CRITICA SOCIALE 221 parole. scritte nel 1848, non presentano oggi che una sola inesattezza: quella di considemre i< partiti opera.i » come indipendenti dal partito comunista. Oggimai non esi te pili alcun vw·lito ope,~ato che non ~esma più o men da vicino il « socialismo scientiflco ~. ossia ciò che, nella terminologia del },fantfeslo, veniva chiamato il comunismo. Ancora una volta: il punto di vista dei socialisti utopistici, come quello di tutta la scienza sociale dei loro tempi, era la umana ,uttiwa o qualche principio asti-atto derivante da questo concetto. Il punto di partenza della scienza sociale e del socia• lismo contemporanei è la ,~eallit economica e le intime leggi della sua evoluzio11e. Si può orn di leggeri concepire quale impres– sione debbano fare sui socialisti moderni le argo– mentazioni dei teoretici della borghesia, ricantuc– cianti senza tregua la "ecchia canzone della incom– patibilità. della umana natura col comunismo. Tanto \larrebbe combattere i darwinisti con armi tratte dall'arsenale scientifico di Cu\lier! E ciò che è pii1 degno di nota è che questa vecchia canzone non è disdegnata neppure da e evoluzion.isti ,. come Er– berto Spencer. Ma la più leggiadra fanciulla del mondo non può dare che ciò che ha. (') Vedremo in altro numero quale relazione \IÌ sia fra il socialismo moderno e il cosidetto anarchismo. GIORGIO PLECHANOW, (') e Non solo I aoclallatl, ma :mcl1e l cosldetll liberali, I quali ap•nnan'l a quelli la "la, r.redono che colla necessaria A.bili!:\ al pouano correggere, l.:a. merd di buone iatilutlonl, I difetti della umanllà. È una 1llualone. Quale che ala 111 struttura aoclale, la dtrettosa natura del chtadlni ai far:\ palese nelle cattive conse– auenie che eun produrrà. Non T'è nfohlmla politica che np1>I& trarre una condotta d'oro da Istinti di 1,lombo. • SPl!NCY.R: L'in– (Ur,tduo e to Slato, pag. 6\ della edizione Italiana. (Lapl, città di castello, 1885). PEILAVORA TORI DELLA TERRA Contadini e flttabili nel Cremonese (Noto pel proufmo Cont1re.uo no.:lotiale Ciel Partito) Lo. Lolla di claue rammentò di nuovo ai socialisti l'impegno preso a Reggio Emilia, relativamente al pro– blema. agrario che è strettamente legalo alle condizioni dei ta,•oratori della terra, ed invitò le Sezioni a spe– dire a.I più presto i rapporti sullo condizioni delle classi agricole e le proposte sui migliori metodi di organiz– za.rio nel Partito e sui mezzi per venire a sollio,·o dello loro miserie. L'eccitamento era necessario perchè, a quanto mi ri– sulta, molto Sezioni non si sono fatte ancor vive e di– menticarono completamento la parola data nell'ultimo Congresso. Non possiamo più temporeggiare sopra una quistione di tanta importanza.. A Genova, tanto per far vedere che ci eravamo interessati anche <lei lavoratori della terra, si votò affrettatamente un ordino <lolgiorno; ed un altro ordino del giorno, press'a poco uguale, si votò a Reggio, senza s,•iscerare la gra.,·e quistione. Nel Con– gresso <liImola bisognerà. una. buona volta esaminare e discutere seriamente la condizione del proletariato agricolo e non dovremo separarci senza. a.vere chiara– mente concretalo il da rarsi. Non si tratta già di rinnovare lavori colossali d'in– chiesta. e di minuto indagini sulle condizioni dell'agri• coltura e delle plebi agricole, nè - credo - si richie– dono alle Sezioni particolareggiati rapporti per metter~ poi assieme grossi ,•olumi da contlnarsi in qualche di- Bib 1otecaC11no B1arco menticato scaffale. f~ tempo di dire netta la propria opinione sulla a~ioue pratica e sull'intervento e.leipar– tito socialista italiano a ravore dei lavoratori della terra. . . . La provincia di Cremona, eminenlemonlo agricola, à fra quelle che meritano speciale a.Uenziono dal par• tito socialista. dei lavora.tori. Qui, la ·natura dei terreni ed i sistemi colturali, la consistenza della proprietà, lo s,•iluppo dell'industrialismo agrario, la rilevante osten– sione dei torroni posseduti dallo Opere pio, la confor– mazione dei territori comunali, le condizioni tristi dei lavoratori della terra, offrono materiale prezioso per studi Cl'itici e per necessarie proposte di rirorma. Nella. nostra provincia la proprietà. non ò molto fra• zionata, prevalgono i poderi di una estensione media variabile da 50 a 120 e 150 ettari. La piccola proprietà nell'ultimo trentennio à diminuita grandemente ed in alcuni Comuni è scomparsa afTatM>, ed i possessori dei piccoli beni distrutti passarono ad ingrossare le schiere del proletariato agricolo, di quel proletariato che con– suma, rassegnato, tutta la. sua. energia, tutta la vita a profitto della esigua classe dei proprietari e lltlabili. I proprietari dei terroni doll"agro cremonese, parto porchò non hanno capitali sufficenti (dicono loro) por S\'iluppare l'industria agricola, parlo perchà non n.mano distogliersi dalla comoda abitudine del dolce rar nienlo, usano affitta.re preferibilmente i loro tenimenti a spe– ciali assuntori, piuttosto che curnrno direttamonto la coltivnz1one. In questi ultimi anni soltanto, parecchi proprietari - quasi tutti ftttabili arricchitisi - si decisero ad as– sumere la coltivazione doi loro poderi,oliminando l'as– suntore intermedia.rio. Il flttabile però predomina ancora.; questo tipo di in• dustria.lo agrario, questo speciale assuntore di imprese colturbli, presentasi come indispensabile. Ed ò in con– rronto e.liquesto appaltatore che il proletariato agricolo devo raro i suoi conti. Questo appaltatore, il più delle volto digiuno alTa.tto di studi agronomici e privo di ca– pacità tecnica., assolda i contadini che gli possono oc– correre per le operazioni colturali ordinarie nei po– deri da lui assunti in affitto e ,•odedi far fruttare pill che gli sia possibile il la."oro di questi esseri, incari– cali di rimane·re in eterna. dirotta confidenza con la terra che smuovono senza. goderne interamente i rrutti. )lassima costante anche di questi appaltatori si è di ricavare il maggior profitto dal lavoro dei salariati, spendendo il meno che sia possibile. . .. I contadini del Cremonese hanno classillca.zioni di– verse: i famigli (bovari, ca.vallanti, ecc.) sono assunti annualmente o destinati ai la\'ori delle stalle ed alla direzione dello bestie nello operazioni di campagna.i i braccianti otJIJligati, assunti anch'essi annualmente, sono impiegati in tutti i l"'vori che reclamano assidua in– telligente manualità; i braccianti disobbligati, sono gior– nalieri assunti in dato stagioni, specialmente in occa– siono dei raccolti. I famigli ed i braccianti obbligati vengono pagali parte in denaro o parto in prodotti; i disobbligati, a giornata cd a cottimo. La compartecipa– zione "aria a seconc.la della loro cla.ssiflcazione, della natura dei terreni, della rotazione agraria e dello con• dizioni climateriche. In media però una ramiglia colo– nica composta di sette od otto persone, di cui cinque lavorino, guadagna. complessivamente non più di L. 1250 ogni anno.

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