Critica Sociale - Anno IV - n. 4 - 16 febbraio 1894

52 CRITICA, SOCIALE secondo le forme del luogo. Locus 1·euit aclum. Como· non co ne accorgemmo~ Puro non me ne mcr;iviglio. La. cosa erB. ine"ilabile. Il ratto siciliano \'h·o e "ero urlò nello nostre abitudini mentali, nella. noslra educazione S<'ientifica, scompa– ginando o disordinando le uno e !"altra. Ci trovammo corno tagliati fuori del movimento, isolati e disorien– tati. Il nostro pregiudizio storico non ci fneo\'a "edere la sloria vera. La "erita. ò questa. e non dobbiamo na– sconderla. o attenuarla, dobbiamo invoco rallegrarci di averla. capita. Cosi io spiego lo discussioni, lo polc– rnicho e lo diatribe èho ne seguitarono. Lo spiego ma non vado oltre. Anche esse erano ino,·itabili, o quei socialisti che no sono rimasti scandolezzali mostrano di non a\'er capilo niente e di avere l'intendimento corto. Si aggirano sempre nello angustie della. vetta: il partito vivo, largo e pieno di movimento, non lo com– prendono ancora. Ma ora che abbiamo aperto gli occhi alla "erità, e il moto siciliano hu. posto il precedente storico del pro– letariato italiano, non dobbiamo faro che la lozione resti senz;.\ frutti poi• noi. Leggo nei giornali cho i deputati socialisti intendono proporre elio il Ministcrò, reo di aver violato la.Costituzione o lo leggi, sia. posto in istato di accusa. La. proposta. sta. bene: ma. bisogna agire con molta circospoziono ed abilità. Anche Cris1>i vuole 1111 biU d'indemiitil per ciò che ha ratto, o i deputati glielo concederanno J>ienoed intero, i deplorati prima. degli altri, lieti di potersi rappacificare con un batte imo cli sangue. Non sarebbe meglio aSJ>0ltaro che la mossa. venga dal Governo? 1-'erchò ci dovremmo esporre ad uno scacco sicuro che non sarebbe senza conseguenze morali sulle masse~ Ma.non ò questo il punto sul quale voglio intratte– nerti. I fatti recenti hanno provato, che le nostro libertà. politiche sono libertà per modo di dire. Quando occor• rono più, allora cc lo sopprimono. Noi abbiamo veduto, cho la libertà cli riunione e di associnzione 1 la. libcrià di stampo, l'inviolabilifa del domicilio o quella della persona sono delle lusll·e. Abbiamo veduto, che i noslri comuni, noi modo come sono ordinati, non possono esser conquistati o tenuti che dallo classi dominanti. So ci andiamo noi, un bel decreto del principe ò sem1wc pronto per mandarci a spasso. Abbiamo veduto, che il sistema tributario localo ò forse pili iniquo di queilo dello Stato. Su questi punti dobbiamo battere, ma a tempo e a luogo. Ottenere delle concessioni, dei miglio· ramenti su questo terreno, ò come p0rci in un ambiente più fa,'ore,•olo per sostenere la. guerra e presentarci alla battaglia finale con milizie disciplinate e forti. E per ottenere tale risultato, non dobbiamo sdognnro di allearci anche con altri parliti che, puro essendo bor– ghesi, quello coso vogliono sinceramente e fortemente qunnto noi. L'intransigenza. de,·o essere nel nostro pro· gramma, non nei metodi di lotta. Quando si tratta di faro allo mani, ogni aiuto è prezioso, o sarebbe stolto il rarsi accoppare per non dare ad altri la soddisfazione . di a,·erci aiutati. Tanto, se questa. repubblica. borghese ci ha dt\ essere, ò meglio cho venga presto, e so noi ci contribuiamo 1 avremo in sostanza. contribuito anche al nostro trionfo. lo temo che su ques1o punto sia. il nostro disaccordo massimo; ma. c'ò dcll"altro. Sentimi o non turarli lo orecchie. lo vorrei che l'alleanza. si stringesse sopra tutto nei comizi elettorali. Quando la persona è onesta. convinta od ha comune con noi certo aspirazioni, noi dovremmo aiuturla e non lasciarla cadere. telle ultime 010 1meca l..rn ,u rnèu 1,.;u elezioni germaniche o nella. votazione di ba.\lotlaggio, i socialisti tedeschi, nei collegi nei quali il loro candidato era. rimasto fuori combattimento a. primo scrulinio, vo– larono per quel canclidatQ avversario che s'era. impe– gnato a respingere le nuo,·ç spese militari. econdo la 1:1.ltica.nostra i compagni di Germania a.Hobbero fatto male: in,·ece secondo mc fecero benissimo o noi faremmo benissimo altrettanto a seguirne l'esempio. g non dico di più. lo ho toccato un fosto dirflcile che, può aprire mollo discussioni non inutili. li concetto mio, per formularlo in 1>ocheparalo, ò questo: massima in– transigenza. nel programma di merito, massima adatta· bililà. nella procedura, nei metodi di lotta o di propa– ganda o nella nostra aziono politica. Cosi, snodato il parlito e libero da ogni dommatismo, potrà. procedere e andare :wanti speditamente, o noi s:1remo sempre Jei rapsodi che aspettano ancora Omero. Pensa che anello S. M. Cristianissima Francesco I di Francia. si alleò col Sultano per combattere Carlo V. Che ne dici 1 Tu sai già quel che ne pensa ZOLl-'ANELl.O. Ora chiediamo noi la pa1·ola. Dall'inserzione stessa della sua lettera, Zolfanello si accorgerà di arer mili presunto che noi le avremmo faUa un·accoglienza !-lga1·bata.Cedo, se il nost1·0 fosse gio1·11aleEoltanto di battaglia, avremmo esitato a stampa1·la. Ma in un periodico di crtlica e cli elabo1·azione di idee, anche le opinioni ete– rodosse hanno diritto di ospitalità - come stimolo, non foss'all1•0, a i-ipensare e a riaffermare il pro– gramma. Ci duole solo che la lettera sia giunta troppo tardi, perché tempo e spazio ci bastino a un'adeguata subitanea risposta. Pure non J>0ssiamo esimerci da qualche osf.ìer- · vazione sommaria. Nella lettera di Zolfanello duo parti sono da disti11gue1·e. Nella prima ei nota cose che non par– ranno ai lettori della Cl'ilica così nuo,·e come ne avrebbero l'aria; sulla condizione e le forze del nostro partito nel nostro paese anco1· ieri Fede,~ico Engels accennava ad un 01·dine analogo d'idee, che ciel resto a,reva trorato la sua espressione già persino nel Ravpo,·lo del va,·uto det 1avo1·a101·i al Conu,·esso di z,wigo, documento ufficiale da noi pubblicato. Per questo verso, il nostro partito non fu mai.nè immodesto nè incosciente, ed esercitò scmp1·e su sè stesso una critica altrettanto sincera quanto coraggiosa. Zolfanello non afferma il con– trario; ma ci par ch'egli, che dal movimento visse un po' discosto, giunga alquanto in rit.al' Cloa con– stalare quell'anarchia di principii e quella ince1·• tezza c1·azione. sopmtutto nell'arringo politico, clic fu da noi combattuta per anni e che si può dire 01·mai vinta. Oggi i solital'ii, gli « extra, 1 aganti ~ sono eliminati dal partilo, e se c1uesto non rag– giunse ancora una ve1·a e podel'Osa forza 1>0litica, ne è però sulla via. Lo stesso atteggiamento suo di fronte .ai ratti di Sicilia conferma quanto diciamo. Sarebbe stato stu– pefacente se, davanti a falti così precipito i, nuo\'i e compie si. non si fosse avvertita in seno al partito alcuna oscillazione, come se, in luogo d'essere un 01·ganismo molteplice, vivo e vibrante, fosse un automa di ferro - invece d'un partito, una chiesa. Ma le oscillazioni cessarono anche ben tosto. Rilegga Zolfa,iel/o, se il comm. Colli glie ne dà licenza, il nost,·o articolo del penultimo numero: l,a Sìctlfa inso,·ta, dai cui concetti non abbiamo ragiono di crede1·e che alcuno dissenta, oggimai, nelle file dei socialisti italiani; e si persuade1·à che quello stu– pore, e quelli che a lui parvero dispareri e diatribe,

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