Critica Sociale - Anno III - n. 22 - 16 novembre 1893

34U CRITIC:A SOCIA LE dalla classe possidente per sorreggere il proprio vacillante pote1·0. Cotesta teoria da1·winiana, che do– veva sanzionare scientificamente l'ineguaglianza so– ciale, a1·ma invece di nuO\'Ì argomenti i materialisli comunisti per chiamare le classi oppresse alla ri– scos:ia contl'O quosta società barbara, nella quale chi semina la l'icchezza non raccoglie che inopia, dove tutte le rimunem1.ioni sociali sono ghermite dai pH1 incapaci o dai più inutili, o dovo le leggi della evoluzione o,·ganica sono ignorato, discono– sciute, attrave1-sato. Poichè vi han110 darwiniani che si assunset-o la f~~~~11s 0 !'':Pc\:l ~~1~\~,;~~i~~ 1 /:' ~ n~ 1:e~t;~1~:~ rando che lo leggi naturali, come quello di Dio, della politica e della economia, condannano il lavo– ratore aHa inre1·iorit..<\ sociale, io debbo qui criticare In sociologin dei signori naturalisti, come ho c1•iti• cato l'idealismo sto1·ico ed economico. Ma anzitutto de,•o esporre a grandi tratti la teoria darwiniana coi suoi meriti e colle suo imperfezioni. li. Era comodo o alla portata dei poveri di spirito, ni quali è promesso il 1-egno dei cieli, spiegare la creazione delle pianto e degli animali coll'inte,·vento di un essere inunagina1'io. Nulla infatti di pili sem– plice: In P1-o,,vicle111.a divina, cosi pre\'idente. ayeva C1'Catole piante pc,· ralimentazione cl~li animali, o questi pe1·l'alimentazione degli uomim. Certi fatti smenti\'ano quesla piaCO\'Oleteoria; vi hanno pianto che a\',·elenano gli 1.1nimali,e accadeva che dei leoni divorassero il J)astoro insieme alle pecore: ma questi erano fatterelli inSif;nillcanti che si tra.scu- 1-avano. Quando la geologia esumò dalle ,,iscere della term scheleh·i cd impl'onte di animali scom– pa,-si, che sembravano gli sbozzi degli auimali csi– stenli, ~a sco11001·tòun tantino le idee corl'enti. l dotti che, come il grande natumlista Agassiz, ammettevano che « ogni specie vivente è un'idea incarnata delh\ dh•inità », dichiara1·ono che i ptero– dùttili e gli alt1·i animali rossili erano« tipi profe– tici ». e L'idea archetipa - diceva l'anatomista Owcn - si manifestò sul nostro pianeta in carne cd ossa con di"crse fo1·mo modificate, assai prima che ap1>ari!:i~C1'0 le specie animali che dove\'ano sor• vil'le da escmplal'i ». ( 1 ) I tipi profetici di Agassiz e l'idea archetipa cli Owen, che si manifestano in ro1·me successh•e o imperfette prima di giungere alla loro perrezione nell'animale ora vivente, non sono in definitiva che la parafrasi magniloquente della spiegazione goffa ma ingenua del secolo de– cimottavo. Dio, si diceva allora, aveva pt·ima mo– dellato le fo1·meanimali e poi diede 101-0un'anima; ebboue i rossili 011Lnoappunto gli sbozzi informi non animati e di sca.rto. I fossili ·ornno quindi al– t,·ettante pr-o,•e della impol'izia dell'Onnipotente. La teoria divina della c1'8a1.ione raggiungeva un grottesco sempre pili dh'e1·tente, quanto pili se ne generalizzava l'applicazione. Bernardino di Sai11t– 'Pier1·c, che trovava daJ>pcrlulto nella natura il dito ~:,~! 0 i11=~~~~~:og~in~f~~~hJe~~ 1 df~i~::\ 8 : ~~ 1 tf!i dicarnno al padre como egli dove dividere il popone trn i suoi figliuoli, o In zucca, che ha gli spicchi pH, numerosi, coi suoi vicini. Ecccllonto Hlant1-opo questo buon Dio! Egli insegnava che si doveva rnan~iare in famiglia il frutto succulento, e agli arnie, distribuire goucrosamente fotto di zucca. Col 1u-ogresso dello scienze sorgevano obieiiooi semp1·e pili numeroso ed imbarazzanti. Nel medio c,•o i teologi discute,•auo, non meno a lungo e colla stessa sicumera dei nostl'Ì economisti q,uaodo par- (1) owas, Nah1r, or fimi># (1849). Inno dell'armonia dcgl'interessi economici, la que– stiono se Adamo a,•esse posseduto un ombcllico. Dio, dicevano gli uni, non può rar nulla d'inutile, e, poichè Adamo non ru ge1101-atoda una douua, egli noo axeva bisogno di ombellico, quindi non doveva avorio. Dio, ris1>0nde,•ano gli alt1•i, non può far nulla d·incomplcto; se Adai:no non a\'esse avuto ombellico s.'\rebbo stato incompleto, dunque lo aveva. Rabelais, l'incomparabile umorista, fa discutel'e i suoi bc,•itori per sa\>ero qual cosa nacque prima, so l'idea di boro o a seto. I teologi, cho a,·cvano tanto tem1>0da ~er·dero in discussioni oziose quanto i nostri economisti, sarebbe1-o stati noDdimeno at– o1·1·itise avessero conosciuto il numero di 011>rnni inutili che l'anatomia ha scoperto nel corpo umano o sui quali si sarebbero dovute fare discussioni infinite. Nella sua memoria sull'ala dello struzzo diceva Saiut.Jlilafre: « Questi rudimenti di rorchetla non ru1'0no soppressi l>01-chè la natura non fa mai salti imt>l'ovvisi e lascia semp,·e qualche , 1 ostigio di un organo. anche quando affatto superfluo, so questo organo ha rappresentato una pa.1•teim1>0rtanle nelle alu-o specie della st.ossa. famiglia. Cosi si h-ovano, sotto la pelle dei fianchi, le vestigi,\ delrala del casuario; cosi nell'uomo, all"angolo interno dell'oc– chio, si vede un l'igonOameuto della pelle, nel quale si 1·ico11osce il rudimento della membrana nictitante, onde molti quacll'upodi od uccelli vanno p1-ov,•e• duli ». Questi 01·gani. che nell'uomo sono 1·uclimen– tnli, pe1-chè a lui inutili, ma che negli a11imnli sono f'viluppaU dall'uso, sono altrettante p1-ovoche dimo– sti-ano che ruomo è il discendente da cotesti animali, dei quali non seppe o non potè conscr,•aro in per• folto stato rel'Odità. Un'altra scienza nuorn, l'embl'iologin, do,•e, 1a ri• volai-e fatti ancom più singolari. Oli spil'itualisti annettevano un'imponanza pa1·ticoln1-eali appendice caudale; la coda er·a l'organo cho soparavu l'uomo dal resto degli animalii la mancanza cli coda uel– ruomo ora il segno della sua superiorità. Meschina superioriti,, che stava sospesa ad una coda! Vi ru un momento in cui essi ebbe1-o una orribile paura di perdm·c questa p1•oziosa prova della ol'igine di– ,1ina dell'uomo: vrnggiato1·i assicuravano di aver incontrato 11ell'into1·no dell'Africa certi negri, i Nyam-Nyam, ornati di qu~t'eleganto ed utile ap• pendice; fortunatamente, fatte le veri!lchc, si scopl'i che la pretesa coda non ora. che un ornamento che essi nssa,,auo al 101-0 deretano, come fanno le nostre belle signore coi 101-0culi posticci. Gli spil'it.ualisti però non a,·evano ragiono di giòlito: l'embriologia dimosh'ò che, so l'uomo non possedeva la coda, gli ò che ravc,'a pe1xluta, non in battaglia 1 •ma nel ventre materno; infatti nel reto il coccige si p1'0ietta liboramente, come unn vom coda, molto al di là dello gambe rudimentnli. L'assenza di polo, salvo i11 c1ualche parte del corpo, distinguo, 1 a anch'essa ruomo dagli animali; ma 01-a si sa che il corpo umano, allo stato fetale, ò coperto di un vello ab– bondante Ono al sesto mese. Ormai non v'è più alcuno che neghi che l'uomo, come In scimmia ed il enne, esce da un uovo, e che nella sun vita in'• trnuterina p1·esenta le ma~giol'i analogie colle altre specie di animali, di cm riassumo piil o meno completamente lo rasi di sviluppo. Lo sviluppo dell'uomo, come di qualsit1Si altro animale, non sembl'a csse110 che una l'icapitolazioue dello fasi di svilu_ppo dc~li auimali che lo prece– dette1-o nella serie, o, ciò che è il m edesim o, le specie animali inferiori non sono che fa.si di svi• lup(>Odelle specie supel'iori (1), come la. schiavitù,

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