Critica Sociale - Anno III - n. 6 - 16 marzo 1893

CRITICA SOCIALE dalln. cintola in giù è socialistn, corno apparo da un roccnto suo scritto pubblicnto in Francia, si di– chiarò abbastan1.a soddisratto. Noi, ,•m':lmonte - gli erotici della Crtltca &x:latc o della Lotta dt classe - non ci lasciammo posc.11'0 all'amo; scri– ,,ommo subito (ora 1n-ono!Slico facile) che In< ripa- 111ziono » a,•r"Cbboconsistito noi ne.care in carcero un buon pugno di quei do1·ub..1ti, che erano sfuggiti nlll\ fucilazione nella schiena, tanto per e dare un esempio •· E a confusione di quelli che ci chia– m:wnno ua9e,·aU (la solita accus.'l dei ciechi e dei sordi a. quei che ,•edono o odono), pochi giorni dopo, lo g:11.zotlo annuoci:wnno che il presidente e il ,•ieo– lH'C:sidcntodi quella Società di ltworatori erano tratti o sostcnuli in arl'csto . .\la che alcuno dei fu– cilntol'i o alcuno dei ladri o nlcunn dello autorità fuggillSCho venisse sottoposto :1 JH'OCodimcnto, questo non si ò ancora udito narr-::u-o. Hcn<.:i fu letto nei giornali, f'ìoalo notiziolo minute. che dal p.,cse di CalL,vuluro centinaia di conL,– dini erano fuggiti e si tcno,•nno lontani dalle case come in latitanza. Qucsln noti:r.in non commosso nlcuno ,•isibilmento; ma impo.n~lcri noi, che oono– scinmo a p1-o,•aquanto sia grande il fat:1.lismoapa– tico di quei contadini; o il l).'utico clfessa rixcla,·a ci t1cc1-obbo i sospetti. PrOJ)l'iOqunndo l:1.Giusti1.ia iniziava. la sua opera di « rip..11-::,1.ioue > dell'eccidio, J)l'Ol)l'ÌO allora il tCl'l'Ol'O dO\'OVf\ im1mdroni1-sidello vittimof Come mai il muo\'ersi llella Giustizia faco\'a su quei torraz,.ani l'efl'otto doll'arrh•o di un'orda di briganli! Cosi, mentre la \'OStra Oiusti1.ia « informava •· noi 1>urc, signor Ministro, abbiamo « informato •· Un nostro amico si ò recato sul luogo; non munito ,H uscieri o guardie o mandati di cattul'a, ma ap– punto perciò, mc.no incutendo ter1'01'0,quantunque « galn.ntuomo », gli riesci di irn•csligar-e. li frutto della sua indagine. conscgnntn. in documenti, Jettor'C, do1)0sizioni, ch'ogli ci ha mnndnto, noi l'abbiamo r,osto nl sicuro colla stessa ,•igilo sollcciludino che il ,•ostro governo adopom, socondo insinuano i ma– ligni. l'iguardo a certi documenti politico-b..1ncari. Nè 01':\ 53romo cosi malo accorti da portarlo in pubblico. Solo ne trarromo qualche dato a spizzico, IRSCiandoiu disparte i nomi di coloro che non vo– gliamo esporre a persecm:.loni o a rappresaglio dalle quali Voi, anche volendo, non potreste sal– ,,al'li; o ,·o li porremo sott'occhio. Voi voch-eto nel \'OSlro senno, signor Ministro, se qualcosa vi rimanga da fare: o so hn•oco <1uollache voi soloto chfamn1·c, nei vostri cltchCs 01-nto1·i,la « indipon• don1.ndoi magistrati » dobb;.,ossoro tanto l'ispott.ata da voi, da giungere impunemente Onoall'irrisione 1>ii1 impudica della leggo e llno al misfatto. Poiché, sebbene sia fuori dei nostri articoli di fede che un qualsia.si ministro, per quanto onesto personal– mcnto(o la ,·ostra personale onestà noi non discu– lituno), possa essere mai altro cho lo e strumento di rapina » della classe dominnnto cui so1•vo;pure vi Oqualche margino enh'O il quale, o la pietà umana, o il sentimento della dignità personale, o 81b quello di un boninteso interesso, pouono indurlo a spn.7.inroo a cercare dei tcmpcramonti. Inflno quol che sia da farsi O nlTnr ,•ostro; noi ci limitiamo a porvi un po' sull'nv,•iso. Snpplnto dunque, sign~~ Ministro, che dncchè n Q\lta\'uturo l'opern della Giustizia, nffldnta al giu– dice istrulto1'0 di 1'ermini Imoreso. è cominciata, lo sgomento dei weltorli è passato in seconda linea, o non ,•'è ph'1 uomo onesto cho non h-emi a ,•erga a ,•ci,ra por la sua persona e dei suoi. Il tempo in cui lo strangolamento dei contadini av,·eniva in forma sistematica e mite. e il vicesegretario del Co– muno rub.1,•a le terre, è diventato un tempo di mi– tologica fo1ieith. por que11a gente: cosl si tornasse nd csso1-osfrtmgolati come allora! Allora 01':\ il regno del lndl'i o dogli usurai: ora ò quello dei ricattatori. Una congiu1-n si O rormala noi Comune o ha pro1>nggini nel capoluogo di circondario. La con– giura ò questa: inventare o rn,· 1·lsulla1"0una uran– df11atadt ,a,tt partita dal popolo contro i soldati, o che mise questi nella neoossil:\ di reagil'C spa– rando noi mucchio; im·enla1"0 e fl\r risultaro la sobflla:.fone dn pa1-todelle SocioL\ operaie del luogo o dei contadini più inte11igenti, onde docapita.1"0per somJH'Oc1uAlunquemo,•imonto di difesa o di p1-otosta contro i furti futuri; salvare <ut oont costo le due uuw·d1ccam,vestrt, rappresentanti dol Municipio o dei padroni dol luogo, lo quali primo fooorò fuoco o comincia1-ono l'eccidio. Il plnno infernale dovca tradursi in atto con tutto il garbo o collo scandalo minoro possibile. Rastò gundagnaro alcune persone. I furti di lunga mano perpetrati e la larga usum eso1'Citata dai signori del luogo no davano 101-0, pronti ed efficaci, i meui: meu.i di soclu1.ione verso taluni, d'intimidazione vo1'80 nitri. Cosi fut'Ono mosso lo primo pedino che dosso1'0modo al giudice di stornare, o di lasciaro sto1·nnro l'isfruttoria dalla vin dol vo1'0.Mossoquesto, la l'ioscita dol gioco dovea osso1•1Jlcura. 1_:a,·1-osto di Sir-eci e di Moli, pl'OSidonto il primo, vicepresidente il secondo, della • SOciotà di M. s. Francesco Crispi » fu il primo frutto del complotto. Non ci ,·"leva di meno por gettare lo sgomonto in quella popolazione, la qualo sa benissimo come entrambi quei due non fossero sul posto della strage. corno la Società operaia ,·i fosso del tutto estranea. So nrrosL,no costoro, chi dunque non &rrcsto1-anno, Ed occo ben duoconto contadini ruggii-e d'impro,•– ,•iso il J).'I.OSO, corno se la più feroco pestilenza vi si fosso scntonata: parocchi di 101'0non vi sono ancora ritornati o tomono di ritornarvi; tutti sono invasi dal panico. Con una massa cosl bon e proparaL'I.• bastor:.\ ormai un tenuissimo sforzo perchò l'istrut– toria pi-onda quella piega che sta infatti p1-endendo. La grandinata di Sa&f, si 1iduce In realtà ad al– cune Jliotruuo o rottami di vasi (chiamati ctaramile nel dinletto del p.,ese), gettati in ruia da alcuni in sogno di protesta. dopo che il tenente Gatta ebbe percosso un gio,•:rnotto col dorso della sciabola. Ma a farli divontaro una 91·andtnalf1, una provoca-

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