Critica Sociale - Anno III - n. 6 - 16 marzo 1893

Critica Sociale R.IVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO ll'el Rea■•: Anno L 8 • Semett.re L, -All't:•tere: Anno L 1e-Seme1t.re L •.H uu.rt, caglia, oartoU~lia all'Uf'lclt di CRITICASOCIALE:MILANO:Portici G~ler~ Y. E., 23 (t• Jlm utfll) PER ■II.ARO ,u abMU.acaU lii rtur1'0Do -di• preNO la Llbnria r,..t,lll Daaolar4: e- V. L. .,. AHtlll-N .•• SOMMARIO Att111Utà. Il« IJ'IO>l(O dtll'Ol'd/111 • Il Caltrn:1111,0-0 (1,... CIUTIC ... SOC1A1.11t). Una 1lommtda lltdùcrela 4 d11, IIIOl'll; Il Pf'OJ>OlltO ,te,u .ftQ,idaU odi erri I (I'. C.) 1A "woe• Ukrl4i (0. ltAUOOOI). Nkort/1 di "'" operalo '"' Car-lo Ntrr-..Al (P'. l,J".9!"11111.). Qw,1tfoftt dJ "0Mellttf11h,ro: •"trOWI od diritto e la r~n.u (AH', A!i'OILO 11°AIHll.0510j. /y/ dlrlllo e IH'f' ,. ~OII (Doli, Orn111rr• CUH,1,1.I C ll'ILIPNI Tc- 11.ATII. Jl ,,..,-,uo .focla/Ut• Urluto • ,. •tra 14llkfl: Il, 011 tll'ettl della pol111ca di rifor- (PAOl.o AXtL.aOD), Fllo,ofta, lottoratu.,. o 't'trlatà. /Jolleltltto IIWIO(INf(eO: un libro di{', Rle.het (0, )I,). r..b611eulo1tf perUftWle ,,. do""· - BlblftH«• tU p,"OpdgOJtda. Il" trio1fo ~ell'or~ine ,,aC~tavutum StONOR MINISTRO, Nella tornata della Camera., nella quale l'oo. Co– lajanni S\'olso la sua interpellanza sugli assassioì di CnlUwuturo o sullo vere causo cho a,•ovano dato occasione a quel roroco conflitto, il ,minisfro Gio– litti, vostro capo d'ufficio, sorvolando allo vero cause, come un ministro borghoso ha l'obbligo di raro, o discorrondo soltanto dogli effetti o delle rc– sponsnbilil..\ immediate od nccidcnfali, ebbosupergil1 a rispondere colla solita o sterootipa dichiarazione: che la Giustizia inrorm:wa; che non si dove,•a pre– ,•enire l'opera illuminata cd indipeodento della Giustizia; che se ,•i erano dei responsabili sarebbero stati se\"eromc.nto puniti. Che dei responsabili ,•i doYCSSCl'O essere non pa· 1-ovacosa da potersi es1>011'0 in ronna dubitativa, a mc.no di supporre che lo palle, che rorarono le schiene di quei ruggenti J>l'Olotarìtrinacri, potessero partil'O da sè, corno partivano, dicosi, i suoni dalle mitologiche arpe d'Eolia. Ma Onora, che si sappia, fluesta nuova sco,,ert..'\ non ru ancora aggiunta al no,·e1'0 glorioso degli ordigni di distruzione acce– lerata, pci quali la ch•ilt:.\ borghese ha supe1>ate tutte le procedenti o pci quali sar-:l segno di grande ammirazione ai lontani nepoti che ,··isiteranno i musei di qucsl'e1,oca, non J>ill dell'oro, nè della pietra, nè dol rcrro, ma. dello. carU\ monetata o· ralsn gamnlita do.i governi. Voi o.vole lo. polvere senza rumo, i cannoni che non ranno chiasso, avete or31 o ■llue, 16 ■ano 1893. armi a ripetizione con lo quali un mani1>0lo dei vostri lanzichonocchi può trucidare, quasi alla SOi'· dina, in pochi istanti, piì1 miglinh\ di proletari; ma i fucilt cho si scnl'icano da sò non li :woto nnco1·a, e do"soldnU (cho sono poi p1·olcL1rianch·cssl) i ,,unii si dh·ertn1u:, l\ tirare sui 101'0 r,-atolli inoffensivi scn1,._'\ un 01-dino rico,•uto, la voslm disciplina mi• 1iL1t'O non ancora ò riuscita a foggia1·no. D"altr'Ondo il deputato Colajanni. cho è dei luoghi od era stato sui luoghi, ebbo cura d·iurormar,•i assai minutamente doll'a\'\'onuto. Egli ,·i narrà eomo i contadini di quel hislo pacso - il cui nomo suo– nor·.\ nei socoli obbr'Obrioo malcdiziouo - stanchi di ,•odeNi dorubali dei terreni di p1'0pl'iotà comu. nale, ossia di loro comune JU'Opl'ioU\, dai signori del paoso o 101'0 agenti, che dopo il rurto sub.'\ffil– ta.vano, a loro stossl, a patti da usurni, lo terre a 101'0 in,•olate; stanchi di MCI' ricorso i1n•ano pili ,·olte allo auto1it:.\ por ottenero la ri1>artiziono che una ,·ostra leggo prometto 101'0 e non mantiene, sospinti inoltl'O dal bisogno o dalla JH'OSpettivadella rame, quel giorno, nell'atteggiamento Il pili p.1cin~ procoduti dai corni o dai tamburi tradizionali, si rocat'Onoin massa a dissodaro uno cli quei terroni inoperosi o non ancora occupati dai lndl'i; I soldati, chiamati non si sa da chi (mt\ s"indOl'inn), intima• 1'0110 101'0 di smollol'0i rico1-soro ossi nllo autorìfa del Comune; quoolo arano tutto sparito. Allora, sbar– rata ad ossi la vi..\del ritorno, i soldati e lo guardie comunali focoro fuoco su di loro corno su una mandi-a di ruggenti lupi, seminando di cada,•01i il suolo della piazza comunale. Poi, lasciando per otto ore quei c.'\d3\·eri e gH altri boccheggianti, senza aiuto, su quella pia.u.a, ritiraz'Ons.i tranquilli in caso1ma; o, menti-o i morti erano tredici o più di cinquanta i roriti, fra i Yostri agenti dell'ordino non ot fu un fc,-fto solo. I ratti, non ai p1'0lotar'ì d'Italia, i quali i \'OSlri go,·orni hanno oduc.'Lto a tutto ignornro e a tutto patire, ma agli stessi membri della borghe.iia cosi• detta libornlo, p.,r,·e1'0 strani ed enormi; L'\li cioè da metter h'Oppo a nudo. colla lot'O cinica ferocia. la trama della e tirannide borghoso • nella sua essenza pili laida, quindi da minacciare quell'o,·– dlnc che orano intesi a sah'arc. Onde dalla me– desima borghesia liberale, o dalla IJ..'\l'lo pili in– genua di ossa, lo dichiarazioni dol minislt'O, pro~ mettenti qualche riparazione, fot'Ono accolto con compiacenza mru1ifosla. l,o slQSSO on. Colajanni, che)

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