Critica Sociale - Anno II - n. 19 - 1 ottobre 1892

200 CRITICA SOCIALE I 1oclall1Upuritani ID Italia 11dlchlanno avversi al radicali, ed agli economisti. Per loro le rtrorme poli– Uche, le provvidenze economiche ritardano Il consegui– mento degli scopi ftnall del aoclallamo,affievolisconole reslstenio, lo energie del proletariato. Per loro i piccoli J>OSAldenti, I piccoli induatriall e mercanti sono ostacoli più tenaci. A loro agevolano meglio la ,·la I dispotismi, che le riforme politiche del C-,antonlulzzerl. Per loro il mutuo soccorso, le leghe degli open.I Istruiti, come le società cooperatl,•e di produzione.,sono lotte egoiste. Non ap– provano le affittanze eolletlh·e assunte dal coloni, per– chè dicono che I lavoratori del campi devono strappare la tCl.rraal proprietari. Dobbiamo rlconoscero cht sono logici, e lo notiamo ad anunncstramerito del radicali di buona volontà., che conftdano di poter coordiMro l'azione loro a.quella. dei socialisti pm,itani, miranti non nlla ev0Ju1,ionostorica, mn. all11, rlbolliono o prororenU l'anarchismo allo riformo lognll. G. ROSA. Fin qui la \'OCO auto,-o,·olo di Oabriolo Rosa. Ora la p .1rola a . noi - unB parola ph) modesta, ma certo non mc.no conl'inta. nunquo i socialisti italiani sono i J>iù t•igidt; i tedoschi sono i pii, logici. lnutilo consultare il Tommnsoo. V'è difforen1.a fra i due appellativi e non è a nostro virntn.ggio. Sononehè - sarà rorso rigidc1.1.aineoscicnto - a noi p.1rvosompre finora, o rummo accuS.'lti dal di ruori, di ossore eclettici. i-: da ieri elio i socialisti italinnl, p.usato lo stadio romantico o lo stadio critico, cominciano M avere coscienza di n,·or tro,·ala una ,·la. E la cercarono - oom•icn conrcss..,rlo - specialmente sulle traccio tedesche. I discepoli a,•rebbero cosi presto superato i mae.stri T Nei diretti - pensa Gabriele Rosa. Questo inratti ò possibile o più d'una \'Olla s·è dato. Puro com•cr1'0bba rornirno qualche prova mag• gioi-o.Cerchiamola nell'articolo stesso. Il nostro vene– mndo amico, pur ditendo por cenni t.irovissimi, suolo nccennnro intero il concetto suo. La reticen1..a intellettualo non ò nò dol suo ingegno, nè del suo ca1'flltOrC. Mn sorvoliamo, di graila, Allo citaiioni :doi due « correttori > dei socialisti tedeschi. Bebel dice - anche nella ,·orsiono del Uosa - queHo per l'ap– punto cho ripotiamo noi, ogni giorno, fino a sen– tirci s.v.i dello n06tro ))roprio pnrole. Liebknccht - so non erriamo - disputan allora col Vollmar, il qualo appunto lo rimbrottava, corno Rosa noi, di utopismo. E Liobknocht diceva: sono utopisti quei cho i rantasmi doll'av,·eniro lontano distraggono dal ,•ivo presente; non noi elio nel presente lottiamo e in ,•i.sta dell'av,•enir'O orgnniulnmo il presente. Tale, so non la frnso, corto l'idea. Tale ad ogni modo In ,•ita tutta quanta delrillustre vegliardo, i suol ,•cnticinque anni di deputazione, i suoi cin• qua.nranni di lotta che diodoro, in Germania, indi-– rizzo 31 programma e al p.i.rtito e valgono più di una frase o più di un discorso. Leggete tutti i di– scorsi di Liebknccht; o diteci in qualo punto es.sen– zialo 11i diSC08ti da noi. Noi cho lo sentimmo a B1bll te a Gino B n o Bnrs:elles, che ne seguiamo ognl giorno il giornale, redatto, vigliato da lui, noi noi sappiamo. Non siamo vanitosi, Gabriele Rosa lo vede dalle nostre parole: non temiamo la taccia d'imitntori e aoguaci. Si, noi non snpplamo acovrire, pur ripiegandoci su noi stessi, io che cosn noi dis.sontiamo do. Guglielmo LiebknechL Saremmo mai di~nzienU senza sa– perlot Forse sulla lotta dt cla,se1 Ma il socialismo te– desco, la propaganda di Bebol e Liebknocht, non ha altra b.'\Ddiera. Chi p.i.rlò con più rervore a Bruxelles per la ronnula delln lolla dt classe e della conquf&la dc( poleri1 Ohi suscitò intorno ad essa l'entusiasmo e l'unione di tutli, se non Liebk– nocht primo. e poi Tiobclr Dogma: si dogma! Como ru por ,•oi il grido: (twrt 11 lcllesco.' Como aneho oggi ò dogma poi' ,•oi la snnla libertà. Solo voi la \'Odoto possibile dovo noi la sentiamo eterno.menlo sconRtto.. Dogma: ossia rodo; ossia convinzione proronda. Convinzione o neccssit..\ intima di comb.,ttoro por quella b.indiera, di trasc in:1.redietro lei i riluttanti, di vincoro o morire con quella. Se in cotesta parola - dogma - ft\'elo mosso, o Ros.1,un fll d'ironia, ci s.,rommo noi ingannati nel scntir,·i tanto giovanile ancora, nella ,•ostra fiera ,•occhie1.1.a? Ripc.ns.1to,•oi stOS!o, o cl intc.nder-otc. Altri - troppi - checché facciano, non c'intenderanno ginmmai. Ma noi « non riconosciamo il moto Intimo, in– cessante, nella societ.-'t, di chi salo e di chi scende economicnmento. ... > Questo il giudicio ,•ostro. Or cl10 è il socialismo? D'ondo p..1rte 1 Esso parte da una promossa. La promoss.., è questa: - V'è chi sale o chi scendo; o non per caso; il caso ò ruori dolla scienza e ruori della ,•it.1.Chi sale e ehi scende è sospinto dall'aziono intima, incessante di una leggo sociale dell'nttunte ordinamento economico. Aver rormulnto quost., loggo: occo il socialismo. Al voslro scondore o s.1liro gonol'ICO, qua.si arbi– trarlo, hn sostituito la formula. La rormula glie l'han data i ratti, glie l'hnn data i numeri. I registri delle ipoteche hanno sconlltto anche in Francia - ultimo rifugio - l'illusione del con.sorvnrsi della piccola pr'Opriel\ terriera. Lo asto giudiziali, il mutare dolio quote d'impostu han compiutn Il\ dimostrazione. Tutto s.110- quel che è c.1pitale - ve~ il mo– nopolio o fa Banca; tutto scende - quel che è la– voro - verso il a.,lariato o la crisi. « I confini degli strati socinli si conrondono >, si; ma la conruslone, appunto, non va oltro t confini. I duo nuclei Jntanto si fonnrrno, e !"antagonismo si semplifica o insieme si accentun. Alla floo di questo processo c'è In rivoluziono so– ciale. Non ,•'è più chi non la senta nell'aria; anche i più indOtti. E chi lavora a disarmarla, e chi ad ingannarla, e chi a dissimularla; e tutto ò un tra• vaglio di Sislro. Solo a chi la seconda, U mlWO non ripiomb., sui piedi. Voi questo chiamato e solidarietà d'intoressi, in· troecio di condizioni >. Ma ò Ja solidarietà degli

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