Critica Sociale - Anno II - n. 18 - 16 settembre 1892

274 CRITICA SOCIALE erano logicamente com•ergenti e solidali. cosi si I pili ,·asta e pili unita e nella quale s'identifica il <11i congiunsero in fatto. ~fori la setta, la fazione. la pH1,,h,o o profondo interesso sociale. I.A sua tolta tumultun.ria prolosla; nacquo il J>ariito. J.,'integra- dl classe r la lOfla, <leu·uma,ittà in {ltco,·c dl s,: 1.ionofu una creazione. ~:ancora un principio. ma ~lessa. Si ,•inobbo piii cheti ~ il morhto fossocon– il principio d'una fo11na1.iono nuo,•a o \'itale. Chi gegnato nltrimonli. E ro,-go il ,,ostro debole 1>.'l!'Ol'O ,•h•o dontl'o nel p.1rtito questo coso. che ad altri &11-obbc, padre Cristoforo 11o,•io,che non vi fossero p.1rrnnno nebulose, clo,•e ,•ivcunenle sentirle. nè sfide, né portatori, nè bastonate. ~la che signi- E questa formazione nuo,·a ebbo corno un batte- flcato hnnno parole o1imili in bocca a,I un filosofo simo. ~i di&c: tolta (fl rla.,se o ro,tquisla del della storia 1 pubbllN poteri. Fu quosta l'epigrare. ).fa un· epi- ScnonchC uci su~h•i pol'iodi della storia va– grafo ha senso o \'aloro dal libro ondo è presa, dal riano di questa lotta le rormo cd i fini. ,·ariano lo cnpitolo A cui si prepone. (') E intorno a questa imprese o i vessilli dei combattenti. \Ila lotta degli qunnto rumo, quanti equh·ooi nncora! Non solo gli 5ehi:wi o del servi '$Cguola lotta della cla...'\SO bor-– e<111i\'0Ci addensati dalla grotta iguoran1.a o dal \'O· ghcsc. Quost.1. a uu momenlo dnto, mpprcsenta l011t..11·io malanimo, cho travedono uella lotta cli l'intol'~'SO pili va.sto elio sia coscionto e capaco c. clnsso uno scnb::wsi, un sovmpporsi b1·utalodi ceti, a001·1':.ludo il poto,-c. àSSQ1•1Jo in sCgli nllri duo Stati uclln conquista dei poteri, una velleità giacobina di o si hlnccn dul qua1·to. 11uMo timnnidi; ma l'equivoco cli un allo dotlri- Con ossa il cnpitnli.smo. lil,oro tln ogni ,•iucolo. 11nrlim10che g1·ida col BoYlo: « In lotta di classe è cl'ea uuo stato <licoso o una lendon;,.a di co~o al nell'aria. esploderà. mn 11011 può ~ere un idealo tutto nuovi. I~ ospropria doi :moi ist1'U11umli. della democmtico ed umnno » e ci 1·igctt.1.ruori della sua abllit.<\o do' suoi mezzi di , ila il piccolo pro– <lemooralia. ruori clell'umnnilà. Questi cquh·oci bi- dutto1-e. il piooolo comme1-cinnte. il Jliccolo p1~ ~ogna,·a ~nflggcro, questo rumo di,a:i1xi1-e. Tale il 1>riet.'ll'ÌO.slrapp.1 al rn.s.s: .dlo.al contadino il dl- 110:,;troCOmpilon Reggio. 11·Wo alfe~h,ten:.a. assicuratogli dngli ,,st clolci • •• del modio-evo e dallo piccole iudu:-;lriosuccedanoo 1"01-scuno o due, non pii1.dei couootti che lii srnl- rurali, ere..'\dei grandi congegni di sfruttamento o gemmo non :s.'\1-:.\ inulilo fermare <1ui.~briamenle. di difesa dello srruttamcnto che si chiamano fab- 1+ .. ecanrtone ogni rr'Onda.ogui lu~ di COl'llicie svi- briche. nziendo. maga1.ze.ni ,opinione pubblic,1.isl1·u– lt1J1pi. Poi-chenon su-anno e un idealo• quosta lotta zione uf!lciale. giudizi. p1·igioni. dazi. tributi. polizia. di cl~. que:-;taconquista dei JlOleri 1 Fo1-sel'ideale esci-cito. Stato. Il proprietario si sepam dalla pro– ~ ruori della realt..\ o l:t contraddico? ~on è anzi duzione. fatto impotente a dominarla o dirigerla, o nn 1-c.1leperfezionato. integrato nei suoi elementi. ,•i incombe sopra come un peso ed un impedimento. elen\lO a tipo e a meta sopra il realo ,,01ga1-e?Cosl mentre il bbogno i11cnl1.a di una p1'0dulth•ità sempre lo dottrine pchitivo inicudouo l'idealo umano. Ora, maggiore. l..a crisi oconomica e sociale (disoccupa– :;0 la lott.1.di clas..-.esta. come paro al Bo,·io,e nel- zio11e e sottoconsumnzione) diventa cronica e mi– l'aria •: M, anche '-' fatalo elio OSJ>loda; se, finché uaccios..1.Un enorme 1>.11-assitismo. che cor1-ompeal non esplodo, fe1·,·opur sompl'o latente e anima la temr,o st~ il parassita o la \'itlima, si stendo sul , itn sociale, il pr'Of;t'CSSO !IOCialo;11011 sar..ì du11que corpo socit\lo e no succhia pe1· mille tontncoli lo • Idealo • f,wscne una chiara coscienza o condurla fo1·zeod il sangue. I,a vita di un semplico milio– al suo fino con armi ndegunto o so!TIJ>l'O migliori? nario costa, ilOI' 1nnntenorsi. lu vltn di 1ml'ccchio Che democrazia o che umanitl\ saruu queste, che centinaia di lavoratori. Lo classi intermedie, cu– prescindono dai ratti o dai me1.1.i pei quali il de1,wx scino pl'Otettoro che aftle\•olh•a gli attriti, p1·ccipi– sl rodimo o l'uomo si clern I tano a mono n mano nel bassofondo sociale, dh•o- La lotta di classe non fu in ogni tom1>0che una nuto una trappola in cui si cnla ma d'oll(IOnon si forma di lotta colleltica pc,· l'e1t.tten~a e. perchC l'i.s.1le.I.a insicureu.a del domani :;i f:l unh·ersale. rollelllca, osscnzialmcute sortale od u11uma. Solo Il popolo :;i trasforma in 1»-olelart<tlo. una immensa nei lx\MIregni dell'cs.scro e, poi mondo umano. nello 1)()h•ereum.-um in proda ftl ,·ento di una ri,·olu– stadio dell'antica barbarie la lotL, è quasi esclu•<-h•a- ziono economica che mai non resta. o il pr'Oleta– mente iudh•iduale. Dacchè, coll'associazione. nasce rinto "iene adunando quasi tutto le rorze utllt e la ch•llh\ o l'uomo non "n più ignudo ma fornito tutto scn1.a ecooziono le forzo ncccsb'<trle della ,•ita di armi, o l'associazione o lo sue vnrie forme di\'en- sociale. Sotto In J>rossionodella concorrenza indu– Umo unn delle armi pii1 pot:leros~. la lotta pet• l'e- striale, la fabbrica o l'improsa in gonel'e, prolun– ~istenza si ra ognor più hwg·.tmento collettiva, e brando o moccaniuando il hworo, scemando le ri– p1·t:wnlonon COlt 1 l ma quella collettlcllà cui la fa- compenso, arruolando al ribasso femmine e fanciulli, talità swlica attribuisco più senno, più forze, più conducono alla degenerazione O.sicae morale della coltura, armi meglio temprato e che s., meglio gmn massa lnbori0&1; l'urna.nit:.\, come nell'antica brandirlo o maneggiarle; quella colletth•it:.\ che è Grecia e nell'India. tende a dh•idors.i in due .specie {1) 1..1 k>rm111la laconk•, templlu nolaalone algebrica dì con– NIII conotdu.tl, li IOUhuend• co1nplelata coel: • lotta 6t dtuH ,wa L'•flOLlalOSll OllLLll CL.SAI; ec>NQ'wUla dri potn"I PllR LA IIO– IUl.lll ... 101'1B 11!1 MXIII DI LAVORO•. DI ciò •~cbeN:mo n:.eao t'u.gacemente In un IUCCHl!YO lr11COIO, B b 1ot e G ro E31c re anh'Opologlcnmcnto distinte, l'una con.51\cr:\ta l ser– vire, l'altra all'imperio. E lo fazioni dominanti non possono, ctt p1-01n-tci tnt;tatti;a, opporro a questi mali cho un 1·ipa1-o i\lusol'io 1 mercè tardivi o Mimpro

RkJQdWJsaXNoZXIy