Critica Sociale - Anno II - n. 17 - 1 settembre 1892

204 CRITICA SOCIALE d0\'0 mono essi J)O.nctrano da per lutto; ma la loro sedo natumle, iu cui possono os1>.·rndcrsiin libcrfa :usoluta. sono i demani, di qualunquo natura essi !tieno, reudnli, di Chiesn, unh•orsali o promiscui. Si devo all'csislc.n1.a dei domani o degli usi ch·ici od :illa loro pcrsistom.a so il regime feudale p<>tè durn1'0 oltre dicci secoli nel Me1.1~iol'n0 d'ltaha, e ciò s cn1.a rid urll\ una tera-adi mo1·h. Data la ferocia a cui giun.so il sistema di sf1·11Uamento,~ni sociefa ,•i s arebbo perita cd ogni l'icchev.:i d1slr-utta in mono di cento anni. hwccc coll"esorci1.iod~li usi ci\'ici il po,·01-0 contadino, il prustorc, il ,•lllano. corno si d1ce,·a :lllo1-a, ~i rifaco,•adell'aspra percosse 1ico\'Uto dal feudat:u·io. E IX>lo,·a ,•i\•cre se non Jll"OSl)Cl'a1'8. ,\ I contm1io di quanto nffc1,na Plinio dei lati– foudi. i quali mandarono l'lt:1lia in perdizione, i dcm:rnf, latifondi auch'CS!li,sal\'n1-ono fa società al• l'epoca feudale. ~la 1100 l'arricchil-ono. La 1'3paciù\ doi signori dissuadeva i contadini dal la\'oraro intensamente la to1•ra. Porchò l'avrobbo1-o flltto, so c'ornno i p..'l.droni p1-onti ad appropriarsi colla for1 .. '\ la ricchezza pro– dolta 1 La tc1·m fu collh'ata tanto quanto basta,·a rn\~~i~tt:ii! i1r!, ;~e~~a ~'!~ii, ~cr~Ù~I~ ~~:~ nru:ionaliu. . 'l.ta . mancò il IMOl'O nsMIC.iato, la coope– mzione nel la p 1'()(1uzione,l'unione delle forze indi• \'Ìdunli in una fo17.a sola. diretta da una ,·olontit concordo o conscia di ~. che :wrebbe potuto creare la 1iccheua o costituii-o un argino potente o forse insupcmbilo alle \'iOlcn1.o dell:t cl:wo dominante. Questo, che fu malo comune a tutto il regimo fondi:wio della socict:\ foudnle. di~, (1uanto ai demani, dallo condizioni stosso elci terreni cho li ~:1:~~;\e~ad?· ~::t1~t!u i•:,,.::.~~ cr;;,:11: idr=~! la\'O1'0: lo enc1-gie proprio della terra o i limiti nel godimento emn b:lstc,•oli a produrre la l'iccheu.a nocess.-.ria e a non isterilirne lo fonti. Unica indu· shia che in certo modo fiori fu quindi la pastorizia, e floii, non pcrchè fosso meno colpita dello altre, ma porclu\ es.5endo anche nomade, costn,·a pochis– simo. Ma l'ngricoltura 1>1-opria.mente detta non cbbo :;1\.:;;~;~f~1/t1':r:~~-~~~~~!i~.a~~nfJ 0 ~f~~\ i~11!1~ud~~ sig11O1·i, che i bo1-ghcsi rinfacciarono fieramente all'aquila grifagna. qunndo lo.scaccin1'0no_dal nido. con tutto ciò duo coso son notevoli in cotesto :~~:~~~~a 1 ,:s: 0 r; .. ~pi~:~i dF~l~~~t\,j~~;'\ c1!: ~ride~ mina tutto quanto. E \'O no ha anche una terza J.>iù importante: il significalo che obbe1'0 gli usi cinci. ~~:~~is~i ,,r·1 1 ~ 11 ~i1~ 1 lto~u~hi,~,.~'\I!,~.:~• OO il F: cosi noi ,·odiamo, che in quella società tanto brutnlo il diritto alla vita era affermato o praticato molto J>iùelllcacemento cho non si faccia nel secol n~iro, in cui le parole altisonanti o l'cmaucipaziono ila O((nisorl'itll han fatto la fo1·tuna soltanto d'una piccoln minora111.npri,•ilcgiata. Sono questi i germi che un go"erno ,·cramento llomocratico, giusto e saggio t\\'l'Obbodol'uto S\'ilup– J)al'C,im·cce di sopprimei-o. Ma non si ,·olle e forse sullo primo non s1 potb nè meno. Ciò che S. 'l.lt.wa ~f'!c.~l'. mr~~nfl~o 11 ~C~~:!~ !\:!1 1\~::~ uomini o dello cose, impote.nto t\ s,•ol&te1'8le suo forzo nascosto. Per un er1'01'6 logico comunissimo si addebitarono a questo fatto tu{ti i mali del pas– sato. e non si \'ide che dipendo\'ano nella massima B1blot ca G no Bianco l ):ll'to dal si.stoma di sfruttamento, che nulla a,•e,•a a.sciato intentato l>CI' 1'3~iungero il cohno. Il principio delln 1u-oprieià incli,•idualo, largamente e se,•e1'3mento ayplicato, fu creduto il supremo ed infallibile 1icoshtuente per 9uel corpo malato ed anemico. E di questa cura s1 usò con entnslasmo. l:,:.~o CX:~\. ~ ~1t?•.,i~u~?5:~~ò,:~t!iag_~ 0 a~~!n~Ò la ricchc1.1 ... , non fur-ono in pii1 n goderne, e so le condir.ioni dell'agricoltura ntiSliora1'0llO,non migli1r rai-ono quello dei contadini, 1 quali rimasero sog– getti come prima od anche peggio di prima. Lo I~. che durante il decennio dell occu1>-uione francese (1800-181!;) intesero a pron-edere ai bisogni ~~~i::ii::: 1 ~r,!:::~:!~e d~fla~:~~~esdi:r nuo\'i dominatori; e gli uomini di buona fede, che raro:=!'° cl,~~~ir~u;1 1 1,~ii i~l~ro:~~~:rtoe!'n~~~Ù, appar,•O1'0 piU t.'l.rdie ciechi strumenti di occhiuta rapinn •· J..a ,·erit!l. ò questa e la prO\'erò co· fatti. l.ucro. Gli INDIVIDUI E LASOCIETÀ < 1 > Ilo detto elle nella società si s,·olgono fenomeni che si distinguono per un carattere di novità dall'immenso brulichio di mo,·lwenti che solcano ed a.,ltano la massa collettiva degli lndMdui e sono Il puro prodotto della ,•ita individuale. Questi nuovi 111O,'imentl, prima imper– cettibili e dispersi, s'ingrossano e si riconnettono In un vasto slstoma solido cbo sta sopra a tutto ciò che è semplice vita degli individui, tral'erso a cui passano le generaiionl di lndh'ldul e gli Individui psicologica– mente dh·ersl senza mutarlo, e la cui azione larga ed universale costituisco la grande funziono normale della società. Questa arrermuione, che distacca senz'altro sotto un certo aspetto lo studio della società da quello de' suoi elementi, gli lndh·ldul, ecc., ecc., domanda una splega– :r.ione. La società cli un momento dato non è Il semplice risultalo della vita psicologica. distaccata. dogli indi– vidui che la compongono. In ossa. c' à qualche cosa di più e qutLlohocosa dl mono di quollo che snrobbe la sommo.cli tutte lo forzo individuali che essa. ra.ccblude. A mostrarlo buia un fa.Uodi valore universo.lo: Il ratto che In uno sto110 popolo nel corso del secoli si svi– luppano (onne dh•ersissime o lontanl11lme di civiltà., e che ronne di cMltà. Identiche ftoriscono a certi mo– menti 1ul terreno di razze diverse. Infatti che ha a l'&re l'Italia d'adesso, questa sp&.rula bottega di sgombero della ,·ila ouropea, con la rosta squillante e smagliante dell'Italia del clnq!lecontoT Noi slamo ora il popolo meno sociale: individualisti ed anarchici ostinati; e pure la prima forma di grando vita sociale C\l organiz• zata dal Romani ed In opposizione alranarcbla greca ed all'individualismo germanico. Nè 11dlen.che lt. razza latina, autrice di questa organizzazione, f\l rorse un tallo solitario nella nostra. seln. di popoli: resterebbe sempre il ratto che l'organiwulone una volt• ratta resistette e funzionò & lungo ravvolgendo l'Intera. nuione. È vero che sotto queste rormedi\•erse si sento sempre qualche (1)S.pllo al " Soc:lallllJIOe la Sdeau •• (\'ed) Crftkfl &odak, n\lm.lS),

RkJQdWJsaXNoZXIy