Critica Sociale - Anno II - n. 12 - 16 giugno 1892

180 CRITICA SOCIA LE chiamarsi 1uo seguaoo; proressoro - come ebbe & dire il Carducci - di tulle '" oo,e in t1tlte lt Unioer8ilà d'llalia, non ,., è staia una scuola, nè ,·i sono scolari che possan dire di muo,·cre da lui; o &Crilloro flnal– monto. non saprei diro se o qualo azione veramente noto,·olo egli possa dire di ,wero a,•uto sul pubblico JUlr cosi numeroso tle' suoi lettori. Cosi egli resta una singolarità. caraUeristica. un ll'ild, 1.erdirla alla tedesca, nm bisogna alTroUarsi ad aggiungere. un Wild-Bongld, un Wifll a modo suo. In ques10 anicolo dell11. Nuoro ANIOlogia, ove le aure del primo maggio hanno spinto 1'011.Uongbi nel pelago della J>atologia. il nuticale ha dato appena una capatina per 1uggcriro duo periodi come questi: « Chi rido di quello parole di concordi~ di J>ace tra • lo mt.1.loni. di n-atollnnia umnna. tli amore che ci ,. llobbit.stringere tulti, lo ()unii o.bbonduno negli scritti • doi soci11llsti, dovrebbe l'l·omoro 1~ HOrprondorno di e conll'urio in cuor suo. Chodebba noi mondo smettersi ◄ ogni so,·crchicria, cho nessuno debba abusare del• • l'ultro; cho ncssu1u~ crcntun~ uman& debba servire • d'istrumento all'altra; che la roluione Ira chi lavora • o chi fa laYorare non debba essere di sen•o a pa• • drone. o so l'uno di, lo suo braccia. li suo ingegno, il • suo tcm1,o, l'altro non debba stremargli il compenso e: ueancho quando sia in grado tll furlo: che insomma ., debba regnare la. giustltla. qu11gglll.son desideri veri • o sa.nti. anche quando Il es11Mmonoi socialisti e gli e anarchici. o mentiscono a sò medesimi coloro i quali, • 1>erciò solo che li sentono ripetere o. llOCialistio ad ., anarchici. so no burlano. Souonchè. poco prima. o poco do1>0,il co11-sen,ato1-c a,·ea tro,·ato modo d'insinuare ,un luogo comune corno quo&to: e Perchè. replicano, dobbiamo essere eguali. - }la. e: t>guali non siamo in nulla Se tocchiamo tutti terra, • o col pie<linon siamo pili bas,I l'uno dell'altro, del • ca1>0non ,·o n'ba uno solo, si può diro. che eguagli • in tutto l'altro. Per.agguagliare In tutto gli uomini, non • noi diritto. ma. noi rlltto, bisogno. annullare l'uomo.> t: 1n"Oprlo ron. llonghi, che ha scritto questo, rono– ro\'olo 8onghi. studioso del slstonm o do' sistemi so– cinllstl 1 Non nvrei proprio lmmaglnnto che a sc1•ivoro del soclulismo por lu Nuova ,t,1tolO(lia ron. Uonghìpron• desso nd lmprestito nozioni od argomenti da' curati di campagna. E sullo stesso tono ,·ongon giù poi tutto lo dlagno,I a baso di spregialh'i. Ma il ccnuermtore questa ,·olta si senth•a così bene In forze. che ha. preso addlrltlur& la mano al suo ca– sigliano, il radicalt, ed ha ,·oluto rar tutto lui. Anzi si t, sentito da tanto. da voler r11reanche, dopo la dia– gnosi. la ricetta. Non glì che anche qui J'atione de11·a1tronon si sia fn.tta sentire. Stato attenti: e ..... lo Stato dove larga– ,. monte abbra.ooiaro il problema. correre avanti ai de– « slderl legittimi dello classi la,·oratricl, non trascinar,•isi • dietro; salvarsi da prone<limenti inefUcaciadatti solo , a ~moriaro ogni fiducia; camminare, Insomma.. prece– « dendo non seguendo, sollecito o i\rdito. • E poco di poi : e Non s'aspetti che il soccorso lo chiedano, ma sia e: offerto, quasi direi, imposto. P. il soccorso non de,·e e consl!tere nell'elemosina; bensl In creazione d·institu– , iioni ..... L'olemo-:ina umilia. o oggi n'è isentita una • ama~ i.za nell'animo di quello che la rice,·e: rinsti- • tuzione, im•ece. una volta crenta, J>tlr CO!&- di quello • ht cui rtn·orc t,, creata. • B Chi parla cosi. si direbbe che abbia già a,•uto pi\1 che i primi bM,·idi di quella rebbro, che si chiama il socia– lismo. e. se anche ali paro di re1rndiarlo nella sua form& ,·eramente pura. o completa. ò un inganno il suo. perchè. vi sarà tratto per gradi. Ma ceco che Il 13onghisi ri– prendo a mena strada o trntta questo coso da. ammi• nicoli. Il co,11ermto1-e si rls,·eglin. ed anerto che la. vera medicina ò quella di almeno ,onticinque secoli or sono, la medicina religiosa, o si butta anima o corpo alla. grazia dh ina. Il ,·ero rimedio è e l'a.:io11edelle eliiue •· e Forse. e non v·ò ,·la di salvaro lo società che meni alla. mota , meglio ili fJUcsta, la l)ill semplice di tulle: rac<:iamo e di esser buoni; che cosa sia essc.r buoni, nessuno lo < ignora: c'ò qualcuno, che co lo dico dentro. }'orse e occorro al mondo che ,,1 torni uno, Il quale ,·ada di ◄ citfa in città beneficando, o JH'ildlcnndo allo classi e iut1e, a. chi sta su, come n chi sin giù: Siete tutti « lhLlolli, porchò tultl flgliuol\ d'un J)tulrc; ))t1riflcato, • elevate l'anlmn; rinnovale l'uomo intorno; rinunciale e a\ln. cupidigia, alla. suporbh, cho turbano u accecano: e ritro\'ate da capo, ricalcato lo ,•io dell'amore e lici e bono.• Oh! bene. Mton1iamo a 1-·ra Cristororo. Non è pii1 quistiono di 1mnodi rrumcuto: 1>anomistico o buono parole. ed a,-rcmo risoluto tutto. Si ,·edo cho slamo ita.llani, pieni di re<10 nelle parole, aspettando tutto dalle parole: lutto si riduco a un buon predlcatoro, o se il IH'Odicaloro prenderli. JJer chiusa del quaresimale la. iperbolica. J)Crorazlone dell'on. Donghl, addio quistionc sociale. Lo strano ò elio questa \'Olta.1'011.Donghl, senza im– maginarlo, ò andato così io lil noll"cmanci1>arola società dal bisogno di qualslui coaziono esterna, che si trova sbaltato, al1i flera compag11ia! nel cam1,o stesso degli anarchici. Ma quesl'ullimo petto di roria ha tutta l'aria. di es– sere stato scritto a stomaco JJÌOno.L'on. Oonghi è ob– bligato i\d attendere a tali o tanto cose che non sarebbe assurdo sup1>0rro interponesse tm l'uno e l'altro brano di un articolo il suo desinare. Il sospetto non ò lnron– dn.to, nò ingiusto: egli stesso in una lettera a))ort11., come si di co, n f'ill))IIO Turati ha. dotto uun. volta. che egli non l'li motlo mal n la~\'Oh~ sonzn elio gli si pl'osonti il problema. di aver lo 11orlato f'ncondo " mono di altri che serva. f: dunque a. pranzo, o dO))O di esso, che l'on. Donghi suol mcditar'O sul sociellsmo o sullo suo sorti. Il malo ò che quest.& ,·olla non ha potuto nem– meno riCiCiro origfnalo. Già..ci11quantatr6 anni prima di lui, Il Thiers aven detto: e Voglio rendero poten- • tissima l'azione del clero, percbè lo conto su di esso • per dHrondere quella buona ftlosofta., la quale insegna e all'uomo ch'egli è qui per solfriro o non già. quel- • l'altra che gli dice: e godi>. Peccato che il mondo si è Intestalo a. credere che, so i) ,•irt.ù d'uomini la pazienta, la quale, ra.ccolta ed ope– roSI\, tendo a limare lo catene, ò vlrhi di asini quel– l'altra ch'è ratta di umili rinuncio o di ))igro sogge– zioni. L·on.Bonghi è infine una persona pronida: ha pensato dunque che fa111n111tio di questa nuova malattia, dato senza ambagi. a'lcnori della:Vuoca ,btloJogia, poten~ tur– bare iro11po i loro sonni innocenti. Cosi non solo ,•i ha aggiunto 111 ricetta_ racile, a buon mercato e di etretto sicuro; 11111 ha dato altres1 una rormalo slcurti\ che a <juol morbo noi sinmo, come n. 11irc, rcrrnltari.

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