Critica Sociale - Anno II - n. 12 - 16 giugno 1892

188 CRITICA SOCIAl,E 1IC!)Se1'0 i 1wodotti somprè pili decrésccnti che danno 01-n, o i a,tenacci ,,enis.,c1'0 dichiarali non pila ca– tenacci, ma delusioni. Oh! 1n-o,•idcn1.a delle classi dominanti! Ma, soggiungono i gnudc.nti, l'onor nostro, l'onore del buon nomo italiano o,·o no andrebbe se nrn1>0- stn sulln 1-cnditavenisse uumontat.'\ o l'interesse si ridu~? - .>\h! eccolo ctui l'a1i;omento principe. Ma Mpclo che cosa 1>0trcbboro 1·1.sponder-e coloro a cui ,•1 rh-o lgctef Potr ebbero ri.sponclervi: coteste sono f1 ,l.sc i mmagini di be.ne o pcrtgio ancora son bul'lc; noi s iamo affama ti o(Ie sausti o ,•oi ci _paliate di onore (' di buon nome italiano; lasciatcc1 prima mangiare o poi ne disco1·1-crcmo:che se ronore e il buon nome ,•i !<òlanno t:mto n cuore. p1'0n·edeto,-i dn ,·oi; iu fln dei conti ,•oi fllicto i crcdito,i di \'Oi istessl, ,•ostri sono i titoli di r"Cndita o per Yoi si ,-on fatti i debiti. Cho cosa ,,i abbiamo chiestò noi? in elio la condh:ionc nostra è mi$lioratat lutto rau• monto \li ricchezza n 1>1'0flito eh chi ò andato, se non di ,•oi soltnnto? l'lbtlin, l'alma vw·ens frugwn, non ci nutro meglio di primn, o noi siam cosfretii n fuggire J'ava1'0 lido J>CI' non moriro di fame. Vor• !:!rc1:~~n~~!118ti~ir~>0{!m8;~~~i~~,~~i~l~1~~~ !~p1~ ~~~GfttC:~~-i~~~ "i scn·c, comp1-csi i di\'erti- Qucste cd altl'c cose J>Olrebbero rispondere e non ancbber'O torto. Porche (o qui rispondo alla ~nda domanda) In funzione ooonomica del de- ~:~ Ju~~!!~i~~ ~r:::1~~11:u~\u~~~ ~t:l~f';i~ ,•iene tolto. ~ni anno sono 050 milioni che dalle la.scho di tuth t contribuenti passano in quelle dei pochi p,i,•ilcgiati possossol'I cli rendita. Mezzo di =~~~~,~~1\~l 1 cl~~ilti~:1t?l~t~i 11 1:1te!~ ~ e; raro con maggio1'8 ap1>..11-c111..'L di giustizia. La cosa è tanto e,•idente che non è ucccssaria altra dimo– straz.iuno. Ebbene, io dom:rndo a tutti gli uomini onesti e di buona ,•olonL\: le coso possono durare sempre a questo modof S i J>UÒ .1mmctterc 1 o risJ>0ndo a un qualsiMi idea.le eh giustizia, che la riccheu.a J.>Nr dotta dn tutti d ebba andar~ n finire nelle mam di quelli ae1mnto, che meno contribuirono a produrla, o non "' concorsero nffattoT Ecco qui la \'C1-aque– stiono altn, moralo e giul'idica, od 111OSS.'L sta tutta la fon:a del socialismo, il <1unlo, cornodottrina eco– nomica, non an·obbo a\'ulo lo s,,iJuppo che ha, se ~i~ 1 , 1 Jri~l~?'C~l~-a f ~~\ /:;n~~~\l~ss;~~i~~~iu:i~j 1naro buio o agitato dell"a,,,,enil'c. A t.1,loquestiono la coscion1..'Lpubblica ha gi:"\ ri• ~~:a ·~~li~~~~;;J;?/Il~.?~~~i·~~~f. ~ :l i! !l: ci,\~; ~iosa cd onesta la {)Cl'COl'l'C tult.'L qu:\nta come Yoce \'~ol 11 dì~'j~e s:: 1 ;~ 01 ~~1~1:es.:ra 110 giiZS'~1ef 1 ~:: 1 :i tutti e cho riassumo uno staio di coso ll'OJ)J>O eri•• dente oramai pcrchè si possa dissimularlo. I~ <1uidO\'O riassumere ;:mch'io. o riassumo cosi. Il diS.'L\'RIIZO c'O o Cl'CSCO .sempre. Por rimedi..'LJ"\"Ì non "'ha cho duo mc1.1.i: dirninuiro lo speso o porro nuo,·e tasso. La prima cosa non si può o non s1 \'uol ra,~ o il farla in modo insumcic.nto non ~io,·a. La socondl\ COS.'L riesco inemcaco :,0 si scgmta a faro corno si è fatto finora. nisogrm dunque ricorrere nd altri sistemi d'impo!la, p~nde1-e cioè i denari da quelli che li hanno o d':wnnzo. P1"Cndinmolidunque dai possessori di 1-c.ndilt\che sono quelli che pagan meno o godono di Jlil1. Il pt'O\'\·cdimcnto O neces..,'Lrio, perchè i denari oe<::01·1-ono non c·e alta-i che possa darli. ~; neces– sario. perchè. dato lo str'Cmo n cui sinm giunti, non 6 ditllcilo pro,·0tlorc le co115Cguenze ultime alle quali iuo,•iL'lbilmenlodo"rcmo arrh•a1'C. :\In è prO\"• ~~~~f~:~ (~N~-a s~~:~ 0 f li~1~rc1: 1 !~~ :: "~!~,~~ go110, e l:lCt'Che 110n fa che nttun1'C' quella massima che da tutti si J>l'edica ma da pochi si pralic:i: suum, cutquc t,·tbuere. lo, manco a dirlo, non ho fiducia che la borghe– sia si adatti a diminuire la somma dei suoi godi- }~~d~i.' r:;,;::·~·nf~t.~1~\~~•·~1a 1-~1. {;~ 01 ! 0 ~~t~ fatti od i f:lti ,•e la ooshingcssc1'0. le concteguenze sarobl>er'O di un'imporfa111 .. 'L enorme e metterebbe conto il di.sco1·1-erno On d"::u1csso. c!:'~a:~ ! ~1 1 :::!U. ~Jl,~~~~ 1 ~: n~:1 11 fc' ,~s~iaci?~° ~l'l'Ct"O un'alfra \'Olla. I.UCIO. Di u1·a11 cum·e augul'iamo pronto l"icupcl'o al 1.·alo- 1-0,0 amico 110lll'O f! p1-ofe3301-e dclfJlcca<lcmia Stie11ti• fica 111ilanc1c, il doli Leopoldo Jacoby, italo colpito in , 1 ue,ti giorni fla ir1quieta11te, ma 8]Wl'iamo JJOl-l~"O malore. La &'UamalaJtia è u11 lullo ~,· la vic11:;a e ~,. la dtmocra:ia IOCiali1la di C~rmania e lf Italia. Soi ci teniamo d 'altrom.te molli•1imo ch"egli" ii ,·imtlla in ttmpo f>tl' intttttnir e al pl'OCW'!IIO clte ,arti fallo, •pe– riamo, al 11«0 rtltlwe Inno alla parola - cl1e l1a libt1·0 001·.so in tulto il mondo cioilt, comp,·t,a l'im1)triale Oen11a,u·a, e cl1e '" di 1-ecente 1eque1t1·a10 dalle 1tmp1-e inlellige11ti e Jibtrali autoritd mikme1i. A11imo. p)'O(u,ort, e facciamo di 1·i11/1'(111ca1-ci al piti p1-u10. S, a. qwd J»-OCtUO rioi non ci (Olle, 110n ,apete clut ga.::orro uit"tbbe pei 110,tri magi1trati 1 LAPROPAGANDA FR CONTADINl< 11 Difficoltàe ■ttodo. I. L"t\mlco mio Ct\rissimo, il dottor Ilo Ohorardini, ha so\lo,·l\lO noi numoro soltlmo dolln C;•itica Sociale uno. quistlono cho merita il ))Ili grando studio so il socio.llsmo, cho In !talla ò soltanto una ,cuoia, vuol essere, come In Germania o altrove, ,cuoia o pal'lilo. In Italia l"OJ>Craio rappresenta una parto numerica.– monto troppo piccola del proletariato J>erchè Il socia– lismo possa In esso acquistare quella rorza che gli permoua tli rholgersl con efllcacla e ra1>ldità di risul– tati all'altro elemento - il contadino - la cui educa– zione richiedl" sl gra.nde impulso d"cspanslone. Il mo,·imcnto sia. parallelo e si abolisca. Il e quinto stato•• f'taso cho, so non slgnltlca. di ratto una classe distaccata dall'operaia noi diritto della ph\ rflpida.oml\n• cipazlono possibile, sta però a dimostrnro un grado inrcrioro di svilupJH> nel mo,•Jmonto emancipatore e segna. cosl u11 distacco morale che si rivela nel disprezzo llell "opera.io pel contadino, nell'anti1)atia di questo per quello. L'argomento merita Il più grande studio, 1>0ichèda esso dipende la creuione di un S-Oeiallsmoitaliano che, gettando radìc.l In terreno naturalmente adatto, potrà (') In un pro11lmo numero pubbllcheremo, 1ullo 11e110 tema, un llrtkolo del dou. Y.mllloOllllUJ'ffl di lltJ"flffiO,

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