Critica Sociale - Anno I - n. 12 - 20 agosto 1891

B CRITICA SOCIALE 191 Ma come avoro buoni professori 1 Innanzi tutto ridu· condo il numero, vernmcnto so,·orchio, dolio nostro •mivorsità, il quale fa. si che si moltiplichino gli inca– .•ichi aflldandoli a professori che insegna_nogià.qualche altra cosa. o che quindi non possono insegnare con eguale competenza. ed amore ed offlcacia la materia. a.vuta per incarico, oppure aflldandoli a giovani che muovono i primi passi nel cammino della scienza o che (Juindi, anz1chò saper insegnare ad altri, hanno bisogno cli impar~ro essi medesimi. Ciò per la doflcionza reale t~z~! 10 c1 11 ~1 tifI~~fgr~n~o (l rs ro~~~~~~n!i-3fn~~iori:t:t stituisco ben volentieri lo straordinario, allo straordi– nario rincaricato, all'incaricato il supplente. « Ridotto lo uni,•ersiti\. (ad una. per regione a. mo· d'esempio) e falla una buona ceniita del personale insegnante, cioè conservati in ufl\cio i buoni professori, o messi a. ri– ;1oso gli incapaci o gli svogliati, lo uni\'01-sitl\, cho ri- ~:~;~~~{i~;1N0!re:::t~~~:S:~i1~1~~rt~S;.t~~~~o~~~P~f;~ 1>a.rse (come tulvolfa accadei ma.dei veri o buoni a.ltori.... Nò si creda illiberale la. misura di ridurre lo univer– sità. Asserire, che pili vi sono centri di studi superiori, più questi studi si insinuano fa.cilmcnto nello poJ>0la.– :l.ioni e più si metto la scienza alla portata di tutti, ò un gra.\'O errore. « La. scienza., la. \'era.scienza (non quella spicciola dello conferenze) ò una. signora assai aristocra.ttca: la quale non ama di mescolai-si col popolo minuto, ma preferisce vi\•01'8 in una atmosfera alta o serena, dovo non giunga il rumo1-cdella. folltL ... » Per di pìù mancano assolu1a.– monto i mezzi llnanziarì per mantenere tanti centri di studi all'altezza, cui sono oggi arrivate lo scienze lipCrimenta.li. Il governo non ha fondi sufl\ciontì ( 1) i consorti hanno ormai fatta cattiva pro\'a o difilcil– mcn~o si rinnoveranno alla. loro prossima scadenza. Altro mezr.o por &\·ero buoni professori ò it migli<>- ~:;:[;;''fo d~l~~o~,-~1:i°'~~~r;~~ eld'i ~;~ - • t2; ~o ! ~ :- .ta.to il diritto di esigere dai professori l'esclusiva dc– ,liziono di sò agli studi cd alla scuola>. - « Massimo nello grandi città., tutti losanno .. dìco l'A.« il minor guadagno che trae un professore è dall'insegnamento ... la catl tedra gli sorvw.\ come da uccello di richiamo.... Cho so poi un professore, oltrechò professionista, riesco ad essere anche deputato, allora la. misura. ò colma, Il\cima. posto ad un altro, Il Majno sarebbe reo, !ra l'altro, di irrlverentn - è (1uell' • lrrl,eren:,;a • che li Vldari cosi nspramente con– ,13.nnaI - 1ier il monumento giuridico tanardelll:ino; e poi colla 11uaadesione, per qu3.nto temperala e lndlpendenle, nll3 acuola pos!th·a, 31•Nbbe dh•orzlato dal medio evo, al J)rOfd~erebbe uomo pratico ed uomo moderno. SI capisco che ln un• Ateneo,. al tro,·I (uor di poe,to. E che vada, magari, al posto suo uno. di quelle nullità boriose, tutte arcaismi e latlnorum. che sono le vere ca– riatidi della 6Clen:t3 cosidetta e 11.rl! tocratica •; oAia, preclia– mente come l'aristocrazia, della icienu. lmpetllta e buona a nulla. Non diciamo ciò per alludere al Vldarl, li quale. per suo conto, 6 professore aual dotto, cosclen:t!oso e grandissimo lavoratore: e au pll'l temi, anche aociall, ha mnnlrestato Idee reluhamente ardite e moderne. Ma aoch'eRII cl 1embrl\ avere un:i. grande e lr– raglone1•ole paura del ,·ento po11O\:1,re. Eppure, se una Hlveua verrà agli 1tudt, gar!l.proprio quel 1•ento che la porterà. Flnchè •.on a1•ret.: la llber:i competl:tlone degli Insegnanti, pagati sulle t:\SMIacolattlclle d11gll lnlereasatl (esentuatl, a"intende, I croppo 1>01·erl) e finchò non avrete un popolo che, studente o no, a'inte– reul e possa lntere&MNI alle COl!edella scuola - nnchè la eclenu ar!l. lllOllOIJ.Ollo e magia dl llOChlsaceNotl bre,·ettatl - non llle• rate una vita universitaria na:tlonale e rigogliosa. f.~ vero che il po1)O\oè molto !unge da cotesto Ideale: ma chi più Hl lo tiene I B che fa runlversltà 11eravvicinarselo 1 Si dirà che usch\lno di geminato. Agli a11lrlllJ)iccoll par sempre che al e&eadi questione quando 11ppunto11 comincl:t ad en1r.1rvJ. Ma a noi 1)are piuttosto che ne escano coloro elle gt oatlnano a voler fare un ca1lpello nuo,·o di un fellro logoro e consunto. In che consiste lo« 1111.r nella questione!,. Nel ,·otger!.1 a aoluiione. Non nel tempe!lare col piedi sempre ad un POl!tO,dandoli l'aria di andar al'antl a galo1)1>0, (,\", a. D,) (') Dite 1>l11Uoato che Il sperpera oelle foll!e africane e nel man_ tenere, fra eserciti, burocra:tia, auuldl, ecc., ecc., mlllonl (Il pa– raultl - u.,·orr:i del prlvlleg!o e bastone nelle ruote ad ogni J)rogreuo. (N. d. D.) n o è raggiunta; e il professore, se farà punto lezioni, e poco e male il dOJ?utato, rarà. molto il professionista. e guadagnerà. quattrmi a bizzeffe....> E, per verità, non R~(s~~!~!c~~l~~g~~e ~!S/~ d \J~n:o::n:iitòio~!~1!1f.3°.!'~~ la media nostra è ,piuttosto bassa.• So r insegnamento 11011 offre soddisfazioni morali o materiali per lo meno ~~;~t~ iu~~:g~~ti 0 i~~o,\e ip;~;c5:l~~1~ttd~nge~t 1 ~(ll~~ preferiranno lo 1>rofcssionialla cattedra; • cd ò perciò che a questa si sentono attratti soltanto coloro cho amano gli studi di un amore propotonto, disinteressato o che, non a.vendo trovato l'opportunità di dedicarsi ad altri uf!lci, si appigliano alla cattedra come ad un"àn– cora di sal\'Ozza. • e Non giova illudersi • concludo l'A. « Corto l'insegna– mento univc1-sitario ha d'uopo di ben altro maggiori riformo: ma lo più urgenti e quelle che devono prece– dere ogni altra, o senza. di cui ogni altra riforma sa'." robbo vana del tutto, sono le due or Ol'a studiate. • E qui cita alcuno parole • saggissime:. di Bonghi (il gran padre Zapl?ata lo chiamerò io, se ò proprio vero che sia tra i poclu uomùli che verame11le abbiano una yra11dc eompcte11~a ùi mate,·ia di isll·u:io,ie superiore): « Lo unive1'Sità.vanno malo, o por più risJ)etti malo: ma. dii vuole che vadano meglio non si dondoli in riformo vasto o "aghe, ma cerchi ed effettui riforme ben pon– derato o ben definito. So anche paressero piccolo, non gli dispiaccia la. censura. Meglio lo piccole che appro– dano, dolio grandi chcr svaporano. :. (J.cttcru. al Pan– fulla del 20 marzo IS!ll.) Quando poi avremo buoni professori, allora non sarà. difficile anche Jll'O\'Vederoalla disciplina. uni\'Cl'SitaritL L'obbedienza degli studenti sarit il 1>rodottoSJ>Ontaneo della convinzione che il ))rofossoro, il c1ualo loro parla dal\;\ cattedra., ò per ingegno o per ,·irt.ù veramente degno di rispetto. Altretrnnto dica.si riguardo l'autorifa del rettoro e del minis1ro. A pro))osito della iudisciplina 1miversilaria l'A. cita. nuO\'amonto il Bon$hi, il quale la ritiene« rrutto di una giovanile superbia. 1ntollera.bilo di voloro nello coso do! proprio paese, persino do\ proprio insegnamento, eser– citare una. ingerenza. assai maggiore di qucllfl. che, pe1· ogni rispot.lo , si ))UÒ o si devo ,tccordaro. :. Parole St\• nissimo anche queste ocho qual1111quemi11ish'O dovrebbe medilare. « •~ già. troppo i1~1pctuoso il vento della in– disciplina, so non della.ril'olta ncldirittura, che soma da ogni angolo dello nostro \'iO: è già. troppo funesto l'e– sempio che ai gio\'ani \'iene da tanta pario della.nostra società, l'esempio cioè di ogni irri\'ercnza. verso lo coso o lo persone degno dclii~ maggior ri\'Orcnza: porchò ossi non devano trovare un freno cfllca.ce, massimo in chi p1-csiede allo coso della. istruzione superiore.:. m~~n~~~e k~;u~I ds~ll\;~;~~~O ,f~n st~;:o;~: f/~r~:iè~1i~ anche per i suoi stessi colleghi. « Pensi il minisiro ai modi J>iùemcaci por costringere i professori riottosi e ::if~~~~ B~~oi~: 0 :;1 lr:?o. i~~lli n~'.!ncl~~ if~~ri~\:~o 1 t~ desco servirebbe (come pu1' da. alcuni si ,•orrebbo); f.e 0 :s~~~- ni-~1f~~d~~ 11 :i~~~tco~l~r ds~~~p1!! 1 E~~!i ;:.a~~; o dalla. Germania! Perchò mai niente di nostro1:. Cosi l'A. finisce tornando u. ripetere che è pl'inci])(ll- 111e11lc il buo,i i,1-ofessorc clic può fa,·e la buona scuola. Non ò mia intenzione quella cli conrutarlo. ~la.,pul'Oam– messo che l'm·dua cernita eh' egli propone fosse prefe– ribile alla seleziono natul'alo da altri proposta (del che i posith'isti della Orilica Sociale dubiteranno forte), io mi 1>ermetterò di chiedere anzitutto al J>rof.\'idari so :~ !fl~d!~t~~tg~~I~ ~onf.~~~ ot:: c~~tf:\;~l~ur: :t~~l~gt~ ))rima cosa da. farsi mi sembra quella di dargli modo ::à ~wi~~~t:~~'\ ~ncfi~'s~s~:1~cWOc1~ 0 Q~~~~i, fr,!s~;-i~~·~ et anle omnia, libertà di inscrizione a.i corsi o abolizione degli esami annuali. Ciò potrebbe forse entrare come ftlttore di quella seleziono naturale cui a.cccnnavo testò o quindi portar seco anche quel rimedio elio l'egregio professore vorrebbe primo. Del resto mi paro che non sia. molto disformo dal mio parere l'Istituto lombardo quando nella relaziono sul concorso Pizzamiglio (8 di- f~tf.r~s!~}n~;~r~bl~:~~tY~~~ oinw~ f~!:i:1~:i~!>PI?~;~

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