Critica Sociale - Anno I - n. 12 - 20 agosto 1891

100 CRITICA SOCIALE studente, che è Il consumatore, usai meglio degli in– &efmanti, rhe ~ono i produttori, può diagnosticare I& 1:~~:~~t~h: d : J1s~;~~ ~~gri~t~~~~; ~:ne~ b~·:::~ c<1otero nò una guglia, nè un rosone. nè una finestra; 11111. uno s1>et1atoro. poslo di faccia o lontano. • Il Fer• rero combatto il ('arauore professionale e la di,•isiono ~n~~~ :!~1!~ 1 !r~ ~:Ors.:':;1>~f u1J!1:~;;;:x~."!1~::: pa.rcrstra.no ,eg liOflena, cho nelle l"nh·er-sitàle scienze nuo,·o debba. no giungere tardi come lo notizie nei Yil– Jaigi delle mon ta;ne. • Or senta chi t\1 all't;nh·ersità ~~~g !lsfii~"° nprodU('O 111 ,•h·o lo con'-ogucnz e di oo- « Ogni lnsegnamen1o è sonabbondante e insufficiente nel ICIIIJ)O&tcs-.o; inutile 1>crla pralica, im1>0rfouo per )11, scienza. 1-:Poi unll sonnolen1.a, un11. stanchezza. do- ~;~;J~~~1~f~l~n~~t\~ ~~~~:;,~~~~~o~i: 0 l:1 ~trfc~. i~~ ~~~ l'ubiS"iO ll'll Il lllllC"ill'O o lo S<'Olnro, attr,lvCrso cui giunge ~~tn~o:~?t11~ 1 !1i:f~ 11 r~c~~~11~ 01 1~~ 1l:~~· 0 !\;, 1 1A. i t 0 ~~1~-~~l:n~~~ numero enorme ,li llm:lonl vlono sosWuilo o.li & realtà dello cO"iO, l'eot1u110. lo llrmo di tllllgonza, I A. lau rea.; in tutto si sc1110 Ili- !lto.nchetza, l'abba11tlono,l'indifferenza cho procedo lo. mo1•to. l.n. stmlcntosea dormo cullata dal rimtolo dell'l'nivorsltà agonlzznnto. Chi ha do:;iderio di ;i:!.t~r~:, ll~~~~~f 1 :c~~~!~~~·1 :~b%,~!:di~.~~~ir1:{~!i~~ !-ono 51 lo.sciano (aC"ilrnentognbbart', si riduco a pensare o a studinro da sè, cr'C~<'o solitari,, o nella. solnudinc, so non t• , into, 11iù rortemento. ma llit'.1 dolol"()!ò;amente. • Il guajo ~ cbo i « ,·inti • M>no iroppi, sono il maggior numero. L"unl\•en;lti. perrciiona o compio l"opera del– l'istrutiono ~onda.ria, O uno ,ipegnitojo morale che perdona a ben pochi. ~o non (~,;:e, la ,·oco calda del f'crrero o la propa– ganda dello A•'-ociuloni unh·cr-itario radicali tro,·e– rebbero ben 11l1ra 8('() rra gli uuden1i. Ciò ('he il Pcr– ttro, o oon lui qm11Hi hanno a. cuoro lo s,•iluJ)l)O sincero della. coltura, domandano. è la libera circolauone della Scienza: egli , uole la. libertà. d'iscrizione. e con essa un sistema di eli.lml che c~i di essere « uno staccio sfondato•· che pron eda sul serio alla seleziono dei migliori. C'olio s,·Uuppo il J•iù illimitato della libera do– cenza ,,uolo SOJ)llrt'S&a la tirannia del J•rofcssore um– dalo, onde nasco« mu\ sintlgOg& della scienza 1>rescntc <'OniroIn. !.ICienzadcll'anoniro: una scienza patentata ~ ~l~°'~t;· ,~I~~ 1':>~i~!:113iiga(~~l 11 :a\\ ; 1!f::C~ 1: 0 :! 11rostituz\ono; nul 11011 In Sclen:m.... So agli s,,jzzeri ri- 11ugna.m dl so.luturo un olmo piantato in cima. ad un J>alo, lauio 11lll shuno stouchi noi lii dover salutare certi cap1>ollonlcon lo 01·occhlo d'o'-lno, inalberati per lo Uni,•01-sltà. d'Jtulla .... Tutto 1·O1·dlnamonto universitario non h& !'!Cn'\to cho •li rl1mro dioh'O cui In mediocrità si ò orgllnizznta rormldabllmon1o; o servo ora di fortezza., da cui 111 mcdiocrlti.~ domino..• ~;.~t:~ ~1 1 ~i1~1od·~~:e,~~e!~~~nf.alr~~~~~~~~tt 0 : :nfr:e;-: ~tato o Il\ ~icnill Cothtll ('0ntrnddi7.lonc,chiedenti quindi una. ma1gloro a.utonomln dello l'nlvot&ità dallo Stato. « Lo Stato ù ri"itretto, rappresenta gli interessi, i pre– if'ludlil, lo ltlN', I dcsldl'rl d1•1la cht.'-'-O più 1>0tente, oggi, del ('31)itull .. mo: la.Sclcnz(l l.-, o don-ebbe c--sere, serena, indift'cre nte, u nln•l"!l'alc .... 1-; necc-.o:arto <'110 tutto si possa di!('utcre a.ll' L:nh·el"tlità;ora, flnch~ lo Stato origliel'il alla. J)O rta de l(li Atenei, sarà ,ano sper aro. » rerrero, nel f riuoglo nrnile entu.sill!tmo ,confida.si possa uscire dal mal pu.so , rlJer,·ando all_o : --iato l'am .mini- ~d~~t~: :~~~ 1 ~~~a d ~~f: 1 ~:~~~~~"tr~'i:~:~i~ ~1::!~ ~::: ~~~i!~.~e /,~f~~iW~n!n~~~,.e°r;~iiJ:,r u:~ !:~ J)J'l\"ilC,riodi cla.<i'-C; ('hO !tO lo ~lato è borghese, bor– gbe~ In pro,·atenza. è la srndcniosca; che il principio borghose. ogl(lm.,I. inl'rllt'id11 nOCC'-~ria.mentc, e ogni f~:~gtt':~Ì-d~~~:i~~~!~i ~~~i1~°;~~~~~i~~)~:~oc~~rfo!~~ Acltillo torfa o tl\lltl allrl rurono o accolti o rispettati dallo Stato, o non ~npplnmo so 11,ltrott.antobenigna. sa– robbo lor-o lll studon1csca borghe~o in un rorse non ri• moto a.Honlre. I sintom!,('u\ tenl:imo Jioh-o, non sono ntratto rn11;sicurantl. Lu. borghoslo. è ossenzinlmento pro- feulooalo e monopollzu.trlce, quindi antlsclentlftca ed antiidealista; quando 11 \n,·ernfcla di sa.pieni.a, diventa l'intolleranza fatta dogma. Vedemmo avversato da Con- f.!fil o'i~~~i1~~1 ~Jr= 10di15 J~ndn6:~is~~~~~1~~:.e~~~ tronrono un po' meno d'ingiustltla presso il Go,·erno. Vediamo gli studenti creare circoli monarchici o rar del chiasso per la difficoltà. degli esami o per negato ,·~anzo. DaOo Stato attendiamo pochissimo di buono, m& orma.i dalla. « gio,·enttì 1tudfOS&•• dalle « prima– vere ltalicho • degli Atenei, e sper-1-nzo della patria•• ci atten diamo ancor meno. Con ciò non cl diciamo av-rer– sa.ri dcll"eleuorato univcnltario cbo Il ►'erTero propu- fft :; :n'!:;~ 1~ 1 ~ :"à1 :i'~ffr"l/~~m8:0 1~;~!tc~i lui, quanto F. TURATI, VIDARI PROF.Enoou: Pe111lerl tulll rlfor111u1lveralt1rla. - Rendiconti del R. Istituto lombardo, scrio 11 1 voi. XXIV, fascicolo VIII. Volendo ndomplero al modesto ufficio cho ml sono assunto di tono1· lnrormatl I lettori dclii\ C1·iticaSociale su quanto si n.~ por In riforma unl\'Orsitnria. in Italia, non ~sso passar sotto silenzio questo nuovo scritto dì ~~l~I ::.~~~a ~ ~i~ 11 1 :ànf f~~~!t~n~r 1>fò\1~~r~1t~ .. : el~~; l'a~.cr~~~in~la coll'ammottoro che è nella« coscienza comune la necessità. di mutare una parto dei n ostri ordina.menti universitari, sl da renderli capa.ci degli scopi a cui devono sorvlro, cioè, Il maggio ro e pit ì uulo incremento degli 1tudi •· Soggiungo che e tutta la vuia e indefinita scal& dei progetti ru percorsa dal nostri r1ronnatori. .. Il che gli servo in certo modo di scusa per esporre alcumi ,ue idet, la prima delle quali, dedoua da un·esperieni.a di troot.'anni di Insegnamento, è questa.. che OIJni riforma organica è inutile ,e prima non ,i ri{orma,w i pro– feuori. l') Ed in questo a,uioma trova l' A. la. nl.Jìono dell'insuccesso di tutte le disposizioni posterion alla legge Casa.ti (la quale ru opera_ JX>mlerata e 1apie11te) giacche og11iriforma è ~11a u, prima tion ,i rifoi-mano ~r'!s:~ :;~~~ :i~i:::~Ìio~ 1 J°d~1 ;!'!'ìsstm~1~~ ufficio, e rol011tcrwi, cioè consci del do,·eri inerenti a.d esso o risoluti a. com))IOrlicon amore, con entusiasmo, 0011 redo. (•) sarà b\lolMlmo. Ma chi aen·accoraer E 11,uantl ne proJltunol (.\'. d. D.) (1) O c'Inganniamo, o c1ull'ell't'll:IO Vltlarl ti aggira In un clr--– colo ,•!zio.o, Tanto vale dire, con IJortoldo, che 1>0rpagare I de-– llltl e d·uo110 lnnanil lutlo llV■NI I quattrini, Ma Bertoldo 11011 era profeuore n6 lllu•tre al 111111111 auol. K I flUatlrlnl come 11 11rocaccl11no J A noi 11are- e qui alamo d'accordo con Vla,-Alerlhto - che 11litancora della dl111l11u1.lon• doli• Unlvenltà e degli aumenll di 11lpendlo, meul v•gh,ggllltl dal \'!dari, alo,eri!llbC!Iuna rl• forma organica che deate aria e luce • inoto •Ila vita unlvt-ni– taria, la qual, - bflne oueua Il Verrt.ro - tnnne rlN 1peclalita, e una mort a rora. LI Unlvt-nltà p kcole, me;llo eh• 1opprlmt-ni, do ,rebbe.ro lruformanl In !.l1111 1i 11rofffliou.ll o In scu-,le 1pe– cbl l. N'.el ca mpo clella i.tnu lone, In Italia, c·• da trufonnatt, non da allollre - aolfHamo di muu.mo , non gtà di plllOra. Noi odiamo I iroa&I lll pendl, a ncbe - ti hl.Ilo dire - la ma.– tori• di IDMCDaDMDto. Noa parllaroo,, t'Intende, df.l m.. trl che 101D'onodi r.m, cronlc:a, Ma rii 1llpendl ,·t.nmt-ate rroul M– c.blamu-ebbero nttrll Al41nel rii avidi • Cli alhrl11I • com:impe– rebbero molli blM>III,UD proffflON, pe.r ,u obblighi che ba, genenlmente • paicaio quanto balta: alrHno , o I ,o111 pii\ d'un operalo, e lavora, opW la,orare. a-..J m.. ,o. <"bi può e 1a a,rg1un• gt:ri altri lucri tolle o~re a 11ampa: putthii 1IH10 C'Me YIH e non dor mitori. "i:O Dabllb mo nt"11pureun ..acro om:ir-e per la utted.ra unita all'f. ~it.lo della profeulone. Ck\ aorte ant.l a qukbe tOU, m11i u1m1 nella medicina e nella giurltprudeau. Tira I doceoll rtll dalle nu,ole e ruori dell'accademl1Qlo; rbe è la cancrena del n01trl ttudl 1u1H!rlorl.Quando a P~,la nella cat• tedra Jel buono e va110ro10Oucellatl t"lllamarono Il llaJno, che • acr1ttoN, ))Onaalore, cnr«ato, e sopratuuo 1ceta quadra, e che dimora ea uerdlo In )Ulano, gli 1tudcm1Iti untlrono come al– lar1are Il cuore. Comlndarono a e111lreII f/C~~ di una cauedra. di diritto e di 11roted11ra1>0nale.Ora, appunto perciò, 1\ ,ente mormorllre che 1tll•accademici• non lo \'ogllono 11li1 e faranno li

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