la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

• NOTE E COMMENTI 331 glio l'on. Amendola I Tutto il discorso dell'on. Mussolini è una polemica contro la democrazia e il liberalismo. Ai suoi amici della .... Democrazia sociale ha osservato che Cavallotti < non dice più niente al popolo italiano, nè colla sua letteratura e meno ancora con la sua politica >. E quanto alla libertà ha giustamente affermato che se si tratta della libertà come fu intesa, affermata e appiicata da socialisti, da democratici e da liberali e come fu realizzata dalle istituzioni liberali democratiche italiane, l'opera sua, del suo governo, non ha servito e non serve che a distruggere una finzione, non una realtà. La libertà nè i liberali, nè i socialisti l'hanno mai rispettata negli altri - nè le istituzioni l'hanno mai realizzata. Ed è esattissimo. Il popolo italiano non si è mai accorto di essere libero, d'essere padrone dei propri destini. Sono esistite in Italia unicamente delle dittature di partito, più o meno estese e più o meno mascherate dall'etichetta democratica. Ogni partito, - come fine della propria attività - si propose di raggiungere per proprio conto una posizione di privilegio e cioè dittatoriale, e ovunque potè crearsela se la creò, senza riguardo o rispetto ai diritti degli altri. Lo stesso coHtrasto interno dei partiti non fu che una competizione di aspirazioni dittatoriali : la dittatura nel partito prima per stabilirla poi nel paese. Le istituzioni parlamentari italiane sono state cos} lo strumento d' infinite dittature. Mussolini ne ha voluto ora fare la strumento stabile della sua, per modo che in Parlamento la gara dei partiti aspiranti alla dittatura per proprio conto o in collaborazione con altri si renda impossibile o incredibilmente difficile. Il modo come la libertà fu intesa e .. praticata gli dà ragione. Biblioteca ·Gino Bianco Quando duuque ha torto l'on. Mussolini ? Quando appunto pretende identif~care quella libertà con la libertà ( Quando dal fatto che questo popolo italiano non sa identificare nella difesa dell'istituto parlamentare la difesa della propria libertà deduce che il popolo italiano non chiede e non desidera libertà. Quando, togliendo a pretesto il fatto che la libertà, come sovranità, non è mai esistita in Italia si sente autorizzato ad offendere la libertà anche in quello che, indipendentemente dal sistema parlamentare, ebbe ancora di reale, di intimo, di vivo, in ciò che è legato alla personalità stessa di ogni individuo, e cioè in quella di pensare ed esprimersi liberamente. Ha torto quando idealizza l'ideale e la funzione dello Stato nella espressione dello Stato carabiniere. L'on. Mussolini non avrebbe parlato e teorizzato cos} se invece che essere al Governo ne fosse stato ancora fuori. Un anno addietro rivendicava bene per il suo partito il diritto delle minoranze, di tutte le minoranze! Ma il problema dellà libertà non resta rovesciato per ciò, perchè la sua posizione è mutata, per lo Stato e per i cittadini. È vero, continuano ad affollarsi intorno all' on. Mussolini, come si affollavano ieri attorno agli altri capi di Governo comunque essi si chiamassero e qualunque partito rappresentassero, italiani che chiedono almeno la concessione di un po' di giustizia distributiva, che hanno una piaga, un malanno che chiede invano da decenni provvedimenti che valgano a sanarli : fiumi che imputridiscono, malaria che uccide, baracche che mancano. Sono i mendicanti dello Stato italiano, quelli che oramai nulla sapendo di poter fare da sè perchè la legge loro lo vieta, considerano i loro rapP,orti con chi governa come I

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