la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

Dogane, caroviveri e cambi ' . L'ampia discussione che·Ja Camera dei Deputati ha dedicato alla tariffa doganale è stata uno spettacolo poco edificante d' indifferenza per il massimo pro-· blema della vita economica nazionale e di poca sincerità da parte della grande maggioranza degli oratori e dello stesso governo . . L' indifferenza, che si è manifestata nel vuoto desolante delr aula e nella ~onalità dei discorsi degli stessi avversari più decisi e convinti della nuova tariffa,, trova un'attenuante nel momento in cui si è iniziata la discussione, a due anni dalla entrata in vigore della tariffa, quando già alcuni trattati di commercio sono stati stipulati sulla sua base e per altri sono in corso le trattative, e quando sopra tutto t_alie tante incognite paurose minacciano di interrompere o interrompono già gli scambi pacifici fra le ·nazioni, che di fronte ad esse l'ostacolo delle barriere doganali sembra quasi uno scherzo. Ma purtroppo a spiegare quella indifferenza v'entra anche una causa più sconfortante, ed .è la totale mancanza di una coscienza economica nelle nostre masse organizzate e nei nostri partiti po-- litici, pe·r cui ogni discussione di materia doganale sembra ancora ridursi nel nostro paese ad una polemica dottrinaria fra due scuole opposte, o peggio ancora fra teorici e pratici, e chiunque si ostina a richiamare su di essa l'attenzione del pubblico si guadagna - per bene che gl' incolga - la fama del fanat ~o, del monomaniaco, dello scocciatore. Da questa indifferenza, da questo carattere di disputa dottrinaria anzichèdi conflitto di grandi interessi, che mantengono ancora presso di noi le discussioni doganali, deriva anche la poca sincerità con cui si conducono tali discussioni. Completamente insincere, tolte poche eccezioni, le dichiarazioni di principio con cui tutti i sostenitori delle più assurde ed inique misure protezionistiche si a~annano, come premessa alle peggiori eresie, ad affermare la loro fede liberista. Altrettanto insincera la preferenza ostentata per la tariffa generale ad una sola colonna, suscettibile di qualunque riduzione nei trattati di commercio, quando invece è dimostrato che nei trattati conclusi finora le riduzioni concesse - e con grande parsimonia - riguardano soltanto i cosidetti coefficienti di maggiorazione, restando sempre. immutata la tariffa base ; in modo che noi effettivamete ci troviamo ad avere una tariffa minima irriducibile ed una tariffa massima, oggetto di contrattazione : ed ~nzi finiamo per avere una terza tariffa sensibilme.nte superiore alla massima per effetto del decreto che commina come rappresaglia un aumento del 50 per cento su tutti i dpzi contro quei paesi che ci negassero il trattamento della nazione più favorita. Non del tutto sincero o per lo meno eccessivamente opportunistaci è sembrato il discorso dell'on. Buozzi, quando egli ha voluto giustificare la sua recente ·conversione al protezionismo siderurgico col proposito 1 di non diminuire ulteriormente le forze dell'organizzazione socialista con una nuova crisi di disoccupazione, da cui trarrebbero maggior vigore i sindacati fascisti. Biblioteca ·Gino Bianco

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