La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 11 - 26 marzo 1908

17 E' morta disprezzando il mondo. Vedendo gli uomini diceva di amare i cani. Ha rifiutato i parenti in massa e ha lasciato tutte le sue sostanze a sette persone che le sono rimaste care. Non ha voluto nè pompe funebri, nè fiori, nè discorsi e ha proibito a tutti di annunciare o parlare della sua morte. Ha fatto distruggere tutte le sue carte, dove erano nascoste la sua gioia vissuta e il dolore della sua bellezza morta. ,Le eccentricità di una mondana che ha svecchiata la Corte imperiale sono state infinite. Per i suoi rapimenti aveva tre o quattro appartamenti per i quali pagava un' annualità di L. 18,000, oltre quello che pagava per il sontuoso appartamento ufficiale di piazza Vendffine. Ha fatto seppellire con un mucchio di gioie il collare di perle di 500 mila lire che le ha regalato Badinguet. Tutti i suoi ma- noscritti che mi avrebbero aiutato a celebrarla in pubblico erano depositati in un cofanetto da Alronso Rothchild — un altro dei suoi amanti — con tanto di proibizione di aprirlo in caso di morte. Tutte queste carte, dice il biografo, sono state gettate sul fuoco con un numero infinito di lettere, alla presenza di un magistrato. Per gli intimi non si chiamava che Nicchia. II' un mistero anche il suo sagrificio di non voler essere più di nessuno, quando c'era; ressa d'uomini intorno al suo corpo per idolatrarla. Il suo debole sono stati i monarchi della vita. Non ha amato che i Napoleoni : da Badinguet a Rothchild. Povera Nicchia! E' passata dai triphdii clamorosi alla malin- conia, alla mestizia. Indossava abiti neri, si copriva, usdendo di casa, di un fitto velo violaceo e non si lasciava seguire che dai cani ventruti, bassotti, grassi, brutti. Ha proibito di conservare tutto ciò che sapeva di ricordo. Gli incaricati del testamento hanno avuto la. proibizione perfino di dar via una fotografia. E' morta di apoplessia cerebrale. Dopo tanto fasto e tanto amore ella è uscita.dalla vita con il suo grido disperato : — Plus je volo les hommes, plus j'aime lei chiens. Lo, DIPLOMATICO. LA STAMPA DEL TRUOGOLO NASIANO Io sono per la libertà di stampa senza la legge che ne re- stringa gli abusi. Tanto lo scribivendolo o l'aggressore delle riputa- zioni non può avere che giorni contati. Cosi potete immaginarvi se io avrei il coraggio di turbare i lacchè siciliani del famige- rato trapanese, dichiarato da Napoleone Colaj anni « il più laido e sfacciato promotore della pubblica corruzione »: lascerei che si voltolassero a loro agio nel truogolo. Se mi occupo di loro non è mica ber la paura dei loro improperi!. Che! Sono troppo zoliano per sorbirmi il caffè senza il mio ora- paud (rospo) mattinale. Me ne occupo perchè non hanno l'au-

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