Compagni! - anno I - n. 7 - 16 aprile 1919

COiJfPAOJ.YI! 3 sull'agg1omera,1.ione di gwndi er:onomie: e non sul di– sgregamento. Gli Srnti pi<:coli rnnno rispettati, se. ·si C'Onducono_bene. ~fa se d01"e,sero es sere (com e t> tro1JPO so\·ente loxo tendenza) elenwnti cli grcttcz.ia e gelosie ~1a1.ionalistic-hC', -è meglio non ricostituirli, • • •. 1\'ella realtà aniene troppo spesso (e gli eYenti 're– c-mt.i ne furono troppo dolorosa ('()!lrferma) ohe gli Stati pkcoli .sono sovente ziri1bello per le ambizioni degli Stati grossi, che se ne sen·ono come cli elem~:~ti pro– ,·ocntori. Le ba~i di una pacificazione duratura Yanno cer– C'ate in una piL1alta e uni\·ersale moclificazione ideale. Il socialismo. è certo sul la bu'ona strada per dò. Esso, pos.andosi ~ulla :'ua base ìnt~rpazionalistir.a, ·è un grande elemento ifo 1 l '·i>ffrardl;ur,j{'nt'o. • • Ma ic:i penso che C'S$O del'e chiarirt> meglio la sua azione ic.tern.azionale, ne.l rnomento presente. Esso de,·e a_ffermare che gli Stati ck\'(.lllO preralentemente perse- guir~ , lom $C<~pi _eçonorn.ir:i. • Ma poi •·-· all.'i!lfuori di' q1.w,ti•-· e<s.i r.\e,òno ab– band onare le rigidità della. statol:tt1 ia antica, e· conce– dere grnri.di liberttt entr'o al loro ambito alle csigcr}7(,~ delle nuzionalità. • • " Il pretendere che ogrii Stato c·ombaci perfettamente collzt nazione, è ima pretesa chi: fu sempre assurda: e pi~i dil'ier,e nei iempi modem.i, in c\1i· i grandi mezzi di com~micuzione rçndono çosl facili gli !'C~ll'bi e gli spos.tamenti. " L'Italia e la Frnnà1 e la Spagna C'bbert) dalla n:'.l• tma con.fin.i ben delùiiti. L'Italia anc,he più. Ma poi ····• all'infuori di ess.~ -·-· non ç't.' più in Europa forse uno St(lto che .formi un:t compagine nazionale ben de– finita.· L'Inghilterra ha la tara dell'Irlanda ~-bea. La Rus~ia tirunn·eggia cinque- o sd nazionalità. Il piccolo Bdgio stesso t· Lli\'Ìso, e anche fu ingiw;to sempre çer la su;i, tninoranrn fiamminga. La Danimarca tiranneg– giò a lungo elementi te,;lesc-hi, e. ora ba alla sua ,·oha il suo irredentismo and1'es,a. Gli Stari balcanici sor.o piccoli: eppure. appena nati, si misero a tiranneggiare gli demenri turchi, dopo arerne se.hìto per tanti ,ecoli :il giogo, a strat.iarsi fra sè. .'e domani ht Polo,1ia si rico~titui~se -·- così com't, ---· si,tuata nel ceniro di una . inÌmensn. pianura - ~en2.a confini b'7n deterrnJnati -·– tomerrbot'. a essere quella che fu nei, ,ecol i scorsi e, che la port~,- alla rui_na.: un elemento del disordine e un punto di mira i.k'r le eupidigie degli Stati ,·if.ini. Inoltre n,on potrebbe costituire un::i t:nifa etnica. E,~,, dovrebbe fatalmente tirannl?'ggiare le popolazioni ru- tfne. , " .Che co.. a si dovrà conchiudere r.la iu!to• ciò, Che il mondo dovrà ri;rntimrare •srmpre :i di laniarsi :i La concluslone triste e desolata sarel5be proprio que,ta, $e trionfassero i criteri di empirismo a cui ~i _inspira.no i. nostri naziçrnalisti. I romani chiarr.iron'o Juçus if bo>co, la forest:1,, perchè male ,·i passa la luce ùel sole: per contrapposto: focus a 11011 luando. Così i nostri nazionalisti traggono il loro nome clal dispre– gio che essi praiiqmo delle na7.ionalità ! Essi confon~lono 'Stato con :.'fazior1e. F, rosì perpP– tu:mo gli, odi. Se si andasse dietro :1lle loro v:irnità perniciose -- che l'on. Feni dannò al Limbo p::i.rln· nientare con uno scuotiment? della chioma - si p·er– JWÌ\\etebbero davvero gli odì fraterni. Invece di guardare colb lente se una pro\·incia o un villaggio ·è più rumeno che-· magiaro. se la p 1opor- 7ioné ~· di 3/ro o di ;:./T o. e in\'ere di andare dietro :i qi:este- logi~mDgrafie, il futuro trattato di pace dovrebbe fo$are normt generali protettrici delle nazfonalit:'.t ! Deve <'f>SS re l'antiC'O sistema, 'farisnico. di fis1are <:on .-:ritA1 (;\i grossobriità formalistica i confini. e poi la- iotecaginobianco sciare che entro' ~1iquelli lo Stato tratti e tiranneggiar, come 'n:ole le minoranze. Ogni Stato deve al'ere il di ritto rhe Jé differenti n:iz.i011alitàcooperino ai fini eco nornici e p91itii:i dello Stato, portandone equamente pesi. Ma poi, all'infuorì eh questi confini, ogni nazio– nalità. de\·e a.vere assicurato lo svolgimento della sua v~ta. spirituale. Quando queslo rispetto sia assicurato ~'iene automaticamente a perdei·e molta parte della sua importanza la questione dell 'a.pparteuenza o meno a uno Stato determinato. Questi erano i criteri che guidarono fino a ieri tutta l 'a.zione de!! 'ex Bissolati .. E rm·erli egli abbandonati per passare alle teorie franco-inglesi del Secolo, costi– tuisce un gral'e torto per lui, ohe nort se ne può pur• gare corr..e il Cicc otti t.acci.ando .di idioti quelli che non smino scorgere.le sedic~nti. luci che lo rischiararono. ' Xon è ,·ero che .. cgii abbia. tentato, e non gli s.in stato corrispo. to,. Gli esperimenti erano appena al !ore inizio, quando egli si vòltò dall'altra parte. Se nei futuri. Congre:,,i della pace gli . tati si trin~ cer:1,,ero dietro le antiche teorie internazionali del n011 1111,crvcnto e della sonanità interna per non amrr.;ettere nonne diretti1·e generali in riguardo ai loro sudditi an tichi o m101·i- se dietro· queste pregiudiz.iali si• trin– cera,se I~, futura 1~olonià •per opprime ·e i ruteni e gli ebrei -- e la Russia. -pei. opprimere i fmlandcsi e' i. turchi e I tedesrhi .e i polàcc-hi ·e· gli eh rei - e Li Ger– mania per opprimere i polacchi. e i lorene~i. - e lu Rumenia per _opprimer.e gli ungheresi ,, gli ebrei - e l'l'ngherin. per opprimere i rumeni e i serbi - e se alle antiche_ oppressioni _alt.re 1-i aggiungr~sero di. nuo,·e - quelle· dei montenegrini ·contro gli albanesi e i turchi e rle:i greci ronl.r.o gli epirQt.i e gli ebrei di Salonicco e dello cz:tr c;ontro i persiani e contro Costantinopoli e dcli' [nghilterra rontro le ])(Jpobzioni me;;opotamklie e della Francia contro le popol:izioni della Siri:i - ·c"co c he que,ta g_m,à,.1."' eh~~- i J;irisei delh~ no,tre dem0- rra1.ie proc-lamano come ti· guerrn della o-iuqizia. si tra– m uterebbe nella f,iù desoJ;·nte tldlc tm~upinaturE- tr.i• JlCdiaiJti, e segnerebbe l'inizio di num·e ére di sanoue e· di lutti. "' R. OTTOLENGHI. Gli argome~ti degli avversari Disc11fo110 fra. loro rlue opPr111·, vnn, il q1ial~ -l~ri t'rf</i,t,; rr/la, .'l11erra riuoluziànarùi f" liemoc1·at-ico, l'altro clte .sempre ii è mantenuto n.ri• q,;o a oiit.•;;ti couf{ift.i che t·1·(1grro110 ; loro 111oti1•i dal/ii ra 1 1io11e di. t-~stre del capitali.s1110 borghese con t 11lte 'le· sue_ con- 8eg11e11:,e. • N i'l pn'mò dice: ......: Vali, 1•oioltrì .< ocin.li~ ti non anw1eltele la patria e -~frtr (·011/mri al/o. 1s/itw,io11t· dcll'eiacito, r.lte i: o.,.,o/.11ta·11un/l:' i1u/f.,pe11.,a.bile pn proteyger/c, e per d1fc11clerlf.l r:. $e11:if1. dt:l quale f.'ssa. non votreube vrof1ìwa111cnte attendf'rti al mo 8Vili1ppo rd alla. 8llil· 71ro.<perità. Tanto pi1ì 1.J,r: l'esercito e l'armnta, .~rmo 1111a.sulroy11ardi11, p11iclu, la loro esi- _sten:a 7,iù clic ,ul 111111au'ccl,i11rr, pi1ì effìcaceme-ntf. Sf:rve ad impl·di1-e che ·i co11fl,11i orve11ganu. <;11ando. .<ì .<a c/1e yuolc,ino r, forte. me,w f1i~ilinente lo si nrJ· r,reclisce o 11li si fanno dri i01·li, E" rf'ro, ·u-«:iomo ora <la ima .!Juerra che h<1 i11.w11guinolo il 111011(!0e chf'. nnn wreuùe wv11Fni<la, forse, se dn 11n11i, tutti gl·i Stati,. 110n rrvesstiro co11fin'llato ad 111·111anì; ma. è nnchr. 1Jero clte ie non 8Ì fosse 71en.,alo od egsere ben preparat·i nel 111ome11to del pericolo .sarlmmo stati t11fti àsser1•iti Qlla. Germo11io, lo quale, in iin sogno di smi,sU1'( J.to e folle. i111p·e•,:ia,l1,mw, (ti·evci concepito .iJ

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