Compagni! - anno I - n. 5 - 16 marzo 1919

COMPAGNll (< La garanzla assoluta della UberUt individuale, di co- scienza e del •.lavoro, • (<L'i ntervento pe rlllànen te dei cittadin i negli affari co– munali, mediante.la libera manifestar.JO !Iledelle loro idee, la liber a difesa de i aoro interessi; gar anzie date a tali 1uanilfestazioni dalla Oomune; roia incarica t,a di sorve– gliare e assicurare il libero e giusto esercizio del diritto dl riunione e di pubblicità. « L'organizzazi9-p.e del1a difesa urbana e della guardia naziorutle, che ele~ge i suoI capi e veglia, sola, al man– tenimento' dell'ordine nella .città. « Parigi 'llOn VUO'lenuilla di più a titolo di garanzie :locaH, sempl'echè, ben inteso, ritrovi nehla grande amml· nistra7.ione centrale', delegazione dei comuni federali la realiw~'lzi-one e-fil pratica degli stessi principi. ' « l\fa, grazie allJ.a sua autonomia ed alàa sua iibertà d"3zione, Parig-'1 si riserva di ope-rare a .snn ·guisa, in c-:\'!!a sua, :le riforme amministrative ed economiche re– clamate dalla cittadimrn7.a; di crea1'e istituzioni che svi– Juppin.o e propa1gllino l'i,struzfone, la 'P'l'od,uzione,lo scam– bio e il credlto; cli 1mi-rersaiizzare il ,potere e la pro– prietà, secondo Je necessifa del momento, ed il voto degli l11tere.ssati ed i dati forniti dal1'esperienza. « I nostri s'ingaJilnano od ingannano il paese, accu– sando Parigi di volere imporre la sua volontà o la sua si1premazi.a al resto della nazione e di ,pretendere ad una dittattira che sarebbe un vero .attentato contro l'indipen– denza e la sovranitil òelJe altre. Comuni. « S'ingannano od i1ng,ll!J!'.W,~jl .riaesè accusando Parigi di tendere alla distr-qzione dell'unità france..<a:e, stabilita dalla Rivoluzione, tra le acclamazioni dei ~ru>stri padri, accorsi aJla fest,a della Fede.razione da ogni punto del}u ve<..'clllaFrancia. « L'unità, qoole cl {u ·im))Osta sino ad oggi dall'im– pero, dalla monarchia,, da1 parlamentarismo, noo è che l'accentramento dispotico, inintelligente, arbitrario, one- roso. • , « L'unità poJitica, quale kt vuole Parigi, è l'associa– zione volootaria -di tutte le iniziative locali, iil concorso spontaneo e libero di tutte le energie individuali in v'ista d'un •bene comune, il •benessere, la frbertà e la sicurezUt d,i tutti. ·, • • « Lu R.1voluzione oomurutle del 18 marzo inaugu;f•àJVa nu'era nuova di ,poJi'bica sperimentale, positiva, scien– ·tlfica. « :El la fine del V'~echiomond o go vernativo e clericale, <1el militiari.;mo, del funzionarl •s.mo, dello sfruttamento, del'l'aggiotag.gio, dei monopoli, dei p rivilegi, ai quali il proletarkl:to deve il proprio servaggio, la patria le pro- prie sventure e i propri d'isastrI ' • « Si rassicuri dunque 'questa cara e grande patria, in– gannata dalle m~nzogne e "'tlalle calunnie! «La 1otta inga ggiata tra P arigi e·versaHles è di quelle che non ;possono termiruar.si con co mpromessi illusori : l'esito non potreb be esser d ubbio.so . La vittoria, a cui tende l'indomabile energia dell\<l'gua rdia mziollla'le riu- ,, ,. sclrà all'idea ed al diritro. Ne appeHiamo a,lla Fr;ncia ! «Avvertita che Parigi armata ha a:Jtrett:anta ca:lma , quanto coraggio, ch'essa .sostiene l'ordine con altrettanta energia quanto entusiasmo, che ssa si sacrifica coo al– trettanta ragione quanto eroismo, che essa non si· armò. che per devozione alla libertà. ed alla gloria di tutti - faccia la Francia cessare questo ss-a.n:guinoso conflitto! « Spetta alla Francia disa•rmare Versaiiles colla ma– nifestazione oolenne della sua irresistibi'1e volontà. «Chiamrata ad aivvantaggia:rsi delle nostrn conquiste, si dichia,ri essa soliicla]e de.i nostri ,sforzi, sia nostra al– leata in questo combattimento, che {I-OD :può finire se non éol trionf.o dell'idea comunale o coltrl rovina di Rari"i. <( Quanto · a .noi, crtta.ilini di Pal'igi, la nostra missio~e è di poa:t.àre a compimento la Rivoluzione moderna, la più larg a e la p iù feconda di tutte quelle che illuminarono la storia. « Noi nbbiamo il dovere di lottare e di vincere! q. Parigi, 19 aprile 18"'/1. «'LA Colrnli:E 01 PARIGI». bibliotecaginobianco Comune di Parigi Ai lavoratoridelle campagne, « F.ratello ti s'inganna. I nostri interessi sono i ID desimi. Ciò ~h'io domando, tu pure lo vuoi; remancip,a– zione ch'io rec1amo è la tua. Cile import-.1 sie H pane_, ìl vestito, il tetto, 11 socror,so mancano piuttosto. ~eHa c1tt'_ che nella campagna ia chi produce tutta la ncc~ez:ro. d: que.sto mondo? Che importa che l'oppressore s1 clliam1 piuttosto gran proprietario che indnstria'le·? Da te, come da noi la ,o-iornata è lunga e faticosa e non ~1pportia. ne<m– manco' ciò "che basta ai bisogni fisici. A t~ come a me, mancano 11 1ibe1-tù,il ·piacere, la yita dello. spJ:•ito e de~ coore. Xoi siamo auc:ora e sempre, tu e{l 10, l vas&tll! de!la. rniseria. « Ecco più d'un S€COlo,o còut.adino, o povero giorna– liero chi:!senti ripetere che la proprietà è il sacro frutto clel Ìavoro e che ·10 credi. l\la apri adunque gli o·cchi e gua.nlati intorno; gu:arda te stesso e ved,rai che è ~1~ menzogna. Eccoti vecchio; tu llai ,sempre lavo.r.ato; tutti i tuoi giorni li passasti co'l1avanga o colla falce in mano, d:aTl'a•lba alla nott e - eppure OI''U tu non solo non •S(>i ricco ma non h.ai nemmeno un tozzo di pane per la tu:a vecchiaia. 'l'ut ti i tuoi guadagni se n'andnrono ad alle– vare dei figli, elle l·a cosci·izione va .a strapparti o .che, ~i.ccasancllosialla '.lor vol,ta, condurranno la vita da bes~~ da soma che tu hai condotto, J;)er finire miserabÙmente comé te ;poichè. :il vigore perduto dei tuoi muscoli non ti consc,~te più di trovar lavoro - mentre i tuoi frgli saranno funestati dalùo spettacolo e dal peso delkl tua vecchiaia, che ti obbtigherà, bentosto, a cercare di poTta in porta una sprege..-ole e fredda eleruosÌ'na. « Ciò non è giusto; non lo senti, o fratello contadino? Vedi dunque bene che ti s'inganna; 1 poichè, se fosse vero cbe la proprietà è il :flrutto del larnro, tu saresti proprie– t.'lrio, tu ché hai t.'lnto lavora:to. Tu posse<le'resti ·quel'!.'\ piccola c...isa, con lm giardino e un orto•, elle fu il sogno, lo scopo, 1.a. ,passione di tutta la tua vita, ma che tu non riuscisti a raggiungere - o che tu raggiungesti forse, o infelice, a prezzo d'un debito che ti sfibra, ti divora e forzerà j tuoi figli a vendere, appena ,<;;.Haimorto, se non anche .prima, quel tetto, che tnnto ti costò! .··o, fra. tel10, il lavoro non dà la proprietà. E'ss.a s.i trasmette ,per caso e si conquista oo,Il'astuzia. I r1cchi sono oziosi; i .lavoratori .sono poveri - e rimangono poveri. Questa è la regola; il ,resto non è che l'eccezione. « Oiò non è giusto. Ecco perchè Parigi ,si ~gi.ta, re– eia nm, insorge e' vuol mutare le leggi elle da nno o gni potere ai' ricchi sui .poveri. Pai•igi vuole che il figllo del contadino sia aatretta·nto istruito come qne'llo del ricc-o e gratuitamente, poichè 'I.a ,scienza uma'rm è un bene CO· mune a tutti .gli uomiru. . « Parigi vuole che non vi sia piil un re, che riceva 30 mi11oni del denaro del popolo per ingrass,une I.a sua fa. migli:a e i suoi favoriti; vuole cl1e ipyece le imposte di• minuiscano. Parigi òomia:nda che non Yi siano più sti– pendi da 20,000 o da 100,000 franchi ,per dar da mangiare ad un uomo, in un ranno solo, la fortuna di pareechie f.a– miglle e vuole che,. con tale ecooomia, si: fondino asiU per gli operai vecchi. « Parigi chiede che ogni uomo non ,proprietario non paghi ~n soldo d'imposta; che chi. non ,possiede che una crtsa 001.suo giardino non paghi neppur esso; che le ;pic– cole fortune pa.ghino un'imposta mite, e che tutto il peso dell'imposta incomba sui ricchf. « Parigi chiede cbe la giustizia non costi più nulla a C1!,i 1;1e. ha bisogno e che il popolo stesso scelga i; suoi gmd1c1. , « Parigi vuole infine - ascolJa. b~e - o lavoratore delle campagne, povero giornaliero, piccolo proprietario divorato dall'usura, mezzadro, voi tutti che semlDAte, suoote peJ profitto di qualcuno che non fa nuhla - Pa- ' rigi vuole l(t terra al contadino, l'ittensile all'operaio, ·ti lavoro per tutti. • . « Lu guerra che Parigi conduce in questo momento. è la. guerra contro !l'usura, la. menzogna, l'ozio. yf si dice: il suo; n lav,oro per tutti. Non più ricchi e poveri. Non gente, non vedete ~hi ve lo dlce? Non è fol'se « spa,rtire » Il vivere del :lavoro altrui non facendo nulla? Avrete bene. inteso qualche volta che i Jadrl, per cava.rseia, 2:rl•

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